[Napoli] Il 15 marzo tutti in piazza contro il riarmo e le politiche dei guerrafondai

L’adesione della Cgil, per bocca del suo segretario nazionale, Maurizio Landini, alla manifestazione “per l’Europa e i valori europei”, del prossimo 15 marzo a Roma, ha suscitato reazioni di sdegno e prese di posizione tra tanti lavoratori della Cgil.

Cgil e Anpi rispondono “presente” alla chiamata dei guerrafondai europei. Che fare?

Diversi iscritti della Fiom, della Funzione Pubblica e di altri settori anche a Napoli e in Campania si sono espressi contro questa posizione. E hanno ragione perché gli unici valori europei che questa manifestazione promuove sono quelli guerrafondai promossi da Ursula Von der Leyen e la sua corsa al riarmo per estendere la terza guerra mondiale in corso.

Per il grosso di questi lavoratori il sindacato è loro, non dei burocrati che rispondono presente! ai richiami del padrone. Per loro la Cgil dovrebbe essere sulle barricate per i referendum contro il Jobs Act, dovrebbe essere sulle barricate per il rinnovo dei Ccnl (in particolare quello dei metalmeccanici), dovrebbe essere sulle barricate contro il carovita. Ma soprattutto la Cgil non deve essere sulla barricata innalzata dai guerrafondai e da coloro che da 40 anni bastonano i lavoratori italiani e le loro famiglie.

Queste giuste prese di posizione ora sono nella condizioni di doversi trasformare in mobilitazione attiva per sabotare e far andare di traverso ai vertici della Cgil l’adesione alla manifestazione del 15 marzo e rendere quella “rivolta sociale” non una boutade di Landini ma un effettivo movimento per cambiare il paese.

Per i lavoratori della Cgil del nostro territorio vuol dire nell’immediato mobilitarsi e mobilitare i propri colleghi per partecipare alla manifestazione contro il riarmo, contro la guerra e in solidarietà con il popolo palestinese che si terrà a Napoli il 15 marzo alle ore 12:00 davanti al Consolato americano, Gaza non è in vendita. No al riarmo, stop al genocidio, con la resistenza palestinese.

Vuol dire organizzarsi per partecipare domenica 16 marzo alle ore 10:30 alla presentazione del Coordinamento Nazionale No Nato che si terrà in Galleria Principe di Napoli. Un appuntamento di lancio delle giornate di mobilitazione nazionale contro la Nato e contro la guerra del 4 aprile (in occasione del 76° anniversario della Nato), Dichiariamo il 4 aprile Giornata contro la NATO e la guerra!

Oltre alla partecipazione a queste manifestazioni e iniziative locali sarà importante anche la mobilitazione di quei lavoratori che si organizzeranno per partecipare alla contro-manifestazione indetta sempre il 15 marzo a Roma in piazza Barberini Contro il riarmo della Ue cui il P.Carc ha dato adesione.

La parola d’ordine è una: rendere questi appuntamenti – e gli altri che vi si potranno aggiungere – spallate che colpiranno sempre più forte il governo Meloni fino a farlo a cadere. La guerra può essere fermata. Il riarmo può essere impedito. Fermiamoli con la lotta, l’unità e l’organizzazione. La rivolta sociale costruiamola dal basso!

Per i delegati, RSU e iscritti alla CGIL organizzare dal basso la rivolta sociale deve tradursi nei seguenti passi:
1. Costruire in ogni azienda, quartiere e città i comitati referendari. Vincere è possibile se i lavoratori dispiegheranno tutta la loro forza e saranno capaci dei tirarsi dietro il resto delle masse popolari. Questa l’esperienza condotta in occasione degli ultimi referendum vinti, dall’acqua pubblica al taglio dei parlamentari. Facendo questo alimenteremo la forza e l’organizzazione dei lavoratori sui luoghi di lavoro e nuove condizioni per il cambiamento del paese.
2. Aderire in massa a tutti gli scioperi indetti nella lotta per l’aggiornamento dei CCNL, spingere i propri delegati e colleghi a indire mobilitazioni e alzare il tono della lotta (vedi esempio dei picchetti, presidi e azioni condotte dagli operai Trasnova di Pomigliano a fine anno). La classe operaia e i lavoratori italiani possono e devono diventare la principale spina nel fianco del governo Meloni.
3. Mobilitarsi contro la guerra e l’occupazione di forze straniere, Usa, Ue e sionisti, del nostro paese. Le campagne di boicottaggio, i coordinamenti, le reti e gli organismi contro la guerra (vedi il Coordinamento Nazionale No Nato o le tante reti cittadine per la Palestina) conducono una lotta strettamente legata a quella degli operai e dei lavoratori perché prendono di mira lo stesso nemico: i capitalisti, la loro sete di profitto e sfruttamento. Ma soprattutto il governo Meloni. E allora serve convergere per cacciarlo!

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