Lo scorso 8 marzo alla chiamata lanciata, per il 9° anno consecutivo, da Non una di meno decine di migliaia di donne hanno risposto Presente! Hanno inondato piazze e strade con il messaggio chiaro di “Lotto, boicotto, sciopero” e si sono messe in marcia per gridare forte e chiara la necessità di rompere le catene che le opprime.
Il grido unanime che ha risuonato da una piazza all’altra del paese è stato proprio contro la guerra, il riarmo, le politiche di guerra e in solidarietà alla resistenza palestinese. Alle manifestazioni hanno aderito Giovani Palestinesi d’Italia, BDS, realtà solidali con la Palestina e alcuni organismi aderenti al Coordinamento nazionale No Nato, come a Napoli dove le compagne del Tavolo Uniti contro la guerra ha portato in piazza lo striscione “Donne contro la guerra”. A Torino il corteo ha manifestato dentro il Carrefour denunciando la sua complicità con lo stato illegittimo di Israele al canto di “le donne lo sanno da che parte stare: con la Palestina dal fiume al mare”. A Pisa e a Milano sono state organizzate iniziative contro la Leonardo, fabbrica di armi al servizio delle guerre della Nato.
Filo rosso delle tante denunce e lotte che le donne delle masse popolari hanno portato in piazza è l’attacco al governo Meloni e alle sue politiche di lacrime e sangue: il rigetto delle soluzioni securitarie e la lotta contro Ddl repressivi come quello contro i femminicidi o come il ddl sicurezza, per cui le zone rosse delle città sono state trasformate provocatoriamente in zone rosa. Ma soprattutto a scendere in piazza sono state le soluzioni alternative proposte da Non una di Meno e dalle realtà aderenti: dal reddito di autodeterminazione, alla tutela dei diritti sul lavoro e del lavoro, passando per l’istruzione e la sanità pubblica e laica.
Ancora una volta le donne delle masse popolari sono state marea, e ancora una volta hanno portato in piazza i loro problemi, le loro oppressioni, ma soprattutto la loro rabbia, la loro voglia di bruciare questo sistema che le opprime e le loro soluzioni! Hanno mostrato ancora una volta che sono pronte a dare battaglia, a mobilitarsi, a rivoltare tutto e anche a costruire nuovi modi di gestire la società.
Alle donne che sono già oggi dei punti di riferimento per la mobilitazione del resto delle donne delle masse popolari l’onere e l’onore di portarle quotidianamente alla lotta, per costruire quella società che già oggi immaginano e che nei posti di lavoro, di studio e di vita stanno in embrione costruendo.
Le compagne di Non una di meno, le compagne palestinesi, quelle impegnate a promuovere le mobilitazioni contro la guerra e la Nato, quelle impegnate già nei luoghi di lavoro per difendere conquiste diritti e affermarne di nuovi, le studentesse alla testa di collettivi studenteschi e le comuniste hanno già autorevolezza e capacità di organizzare e mobilitare. A loro farlo sempre più in maniera unitaria, per portare le donne delle masse popolari a lottare in ogni ambito, unendo le forze, le intelligenze e le energie per un obiettivo comune, in un fronte di liberazione che cacci il governo Meloni e che costituisca un proprio governo di emergenza!
La guerra può essere fermata. Il riarmo può essere impedito. Fermiamoli con la lotta, l’unità e l’organizzazione. Farlo è possibile e necessario e le donne possono esserne protagoniste! Per questo chiamiamo tutte le compagne e le attiviste che vogliono attivarsi in questa lotta e tutti gli organismi e i collettivi femministi che vogliono farla finita con il coinvolgimento dell’Italia nella terza guerra mondiale a mobilitarsi nei prossimi appuntamenti.
Il 15 marzo Potere al popolo ha indetto a Roma, in piazza Berberini, alle ore 15:00 una mobilitazione nazionale contro il riarmo della Ue a seguito della chiamata fatta dal quotidiano La Repubblica e il polo PD delle Larghe Intese.
Il Coordinamento Nazionale No Nato ha inoltre lanciato l’appello a fare delle giornate del 4-5-6 aprile (in occasione del 76° anniversario) giornate di mobilitazione capillare nel paese. Ecco l’appello: Dichiariamo il 4 aprile Giornata contro la NATO e la guerra!
I Giovani palestinesi, infine, hanno indetto una mobilitazione nazionale per la Palestina per il 12 aprile a Milano. Ecco l’appello che hanno rivolto ai lavoratori del nostro paese.
La parola d’ordine è una: rendere questi tre appuntamenti – e gli altri che vi si potranno aggiungere – spallate che colpiranno sempre più forte il governo Meloni fino a farlo a cadere. Unire le forze per colpire uniti!