A seguito della proposta da parte del Ministro dell’università e ricerca Anna Maria Bernini del disegno di legge n. 1240 “Disposizioni in materia di valorizzazione e promozione della ricerca”, dall’autunno 2024 in molte città si sono costituite decine di assemblee formate da precari della ricerca e personale amministrativo con contratto a tempo, ai quali si sono uniti docenti e studenti. Oltre ai ricorsi presentati in sede europea da Flc-Cgil e Adi (Associazione dottorandi e dottori di ricerca in Italia), ci sono stati anche tanti rettori che hanno denunciato l’impossibilità di far proseguire la ricerca senza stabilizzare i precari e diversi senati accademici hanno votato mozioni contro la riforma.
La mobilitazione è stata tale da portare la ministra a sospenderne l’iter parlamentare.
Gli “Stati di agitazione dell’università” (diversi soggetti del mondo universitario) esultano: “Si tratta di una vittoria importantissima per il movimento che da mesi si oppone al disegno di ulteriore precarizzazione del lavoro universitario portato avanti dal governo attraverso il disegno di legge”.
Tuttavia le problematiche del precariato e dei finanziamenti all’università sono ancora lontane dall’essere risolte. Le richieste principali della protesta sono: un fondo nazionale per il cofinanziamento dei contratti di ricerca, un piano straordinario di reclutamento per stabilizzare i precari e un impegno concreto per garantire il diritto allo studio a tutti gli studenti.
I lavoratori precari dell’università segnano un punto contro il governo Meloni
Sospesa la riforma Bernini
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