*Adattamento dell’intervento del P.Carc alla Conferenza “La Terza guerra mondiale e la lotta contro la Nato e l’imperialismo” organizzata dalla Piattaforma Antimperialista Mondiale dall’8 all’11 luglio 2024 a Washington.
La guerra è un parto necessario della crisi generale del capitalismo e non è possibile porvi fine definitivamente senza rovesciare il sistema capitalista almeno in alcuni dei maggiori paesi imperialisti, cioè senza un salto della rivoluzione socialista nei paesi imperialisti.
La Terza guerra mondiale, come le altre due guerre mondiali che l’hanno preceduta, è frutto della crisi generale del sistema capitalista, tuttavia si differenzia in cinque aspetti:
1. nel mondo nessun paese svolge un ruolo analogo a quello svolto dall’Urss, benché la Repubblica Popolare Cinese svolga un importante ruolo progressista internazionale;
2. la rinascita del movimento comunista è un compito che i comunisti dei paesi imperialisti devono ancora assolvere, ma in questi paesi le lotte delle masse popolari dilagano e creano un terreno favorevole;
3. i gruppi imperialisti Usa, sionisti ed europei non sono in grado di arrestare il declino dell’egemonia mondiale dei gruppi imperialisti Usa in campo politico, economico, commerciale, monetario e finanziario;
4. le operazioni del capitale finanziario e speculativo predominano di gran lunga sulla produzione di merci (beni e servizi);
5. il tipo di armi che i gruppi imperialisti impiegano (guerra ibrida): far collassare i governi, sovversione, intossicazione dell’opinione pubblica per mezzo dei media di regime e strumenti digitali, sconvolgimento del sistema economico, paralisi del sistema finanziario, con decine di guerre locali in cui le potenze imperialiste hanno un peso importante (guerre per interposta persona). La guerra attuale rispecchia, anche nelle sue forme, il carattere sociale che, grazie allo sviluppo del capitalismo, l’attività economica ha oramai assunto in tutti i paesi (praticamente non esistono più paesi in cui ogni famiglia vive di quello che essa stessa estrae dall’ambiente naturale in cui vive) e il ruolo che di conseguenza le masse popolari hanno assunto anche nell’attività politica.
La Prima guerra mondiale è nata come scontro tra potenze imperialiste, che la borghesia ha chiuso repentinamente dopo la vittoria della Rivoluzione d’Ottobre, e il rischio del contagio del “sistema dei soviet” nel resto d’Europa: non riuscì però a “soffocare il bambino finché era nella culla”, cioè a impedire l’avvio della costruzione del socialismo in Unione Sovietica e dello sconvolgimento del sistema coloniale.
La Seconda guerra mondiale è nata come guerra dei gruppi e Stati imperialisti contro l’Urss. Ma il movimento comunista, tramite l’azione diplomatica dell’Urss (il patto Molotov-Ribbentrop del 1939) e dell’Internazionale Comunista (promozione della mobilitazione antifascista, della lotta per l’instaurazione del socialismo delle masse popolari dei paesi imperialisti, della lotta anticoloniale dei popoli dei paesi oppressi), la fece diventare guerra del Reich & Co. contro Francia e Inghilterra e poi di Inghilterra e Usa alleati con l’Urss contro il Reich (nel 1945 il Reich provò a riportarla a guerra contro l’Urss, ma senza riuscirvi). Alla fine della Seconda guerra mondiale il campo socialista comprendeva un terzo dell’umanità.
La Terza guerra mondiale si svolge in un contesto in cui da più di cento anni due vie si scontrano tra loro: una è lo sviluppo della rivoluzione proletaria (socialista e di nuova democrazia) promosso dai gruppi, organismi ed esponenti del movimento comunista cosciente e organizzato, l’altra è la decadenza della società borghese e le sue conseguenze.
Alla vigilia della Prima guerra mondiale, Lenin prevedeva che o la rivoluzione socialista preveniva la guerra o i comunisti avrebbero trasformato la guerra in rivoluzione. Così fu. Tuttavia, pur essendo sempre riuscito a trasformare la guerra in un generale salto in avanti su scala mondiale, il movimento comunista non è riuscito, né a seguito della Prima né della Seconda guerra mondiale, a instaurare il socialismo in nessun paese imperialista. Questo fu il limite principale dell’azione dei comunisti nel corso della prima ondata mondiale della rivoluzione proletaria mondiale (1917-1976): è questo il limite che dobbiamo superare oggi.