Piombino. Un incontro come tanti che pone sul piatto la stessa questione

Gli organismi operai e popolari che “stanno sul pezzo” della mobilitazione imparano dalla loro stessa esperienza pratica che si possono promuovere lotte di ogni tipo, che le battaglie si possono vincere o perdere, che è possibile allungare a tempo indefinito la realizzazione di una grande opera speculativa, come ad esempio la Tav, ma che in definitiva, a un certo punto, si ripropone SEMPRE la questione del governo del paese.
Questo perché per dare seguito alle rivendicazioni delle masse popolari, per consolidare i risultati ottenuti con la mobilitazione, per rendere duraturo quello che sarebbe temporaneo, per rompere la cappa di interessi e speculazioni che opprime il paese servono il coraggio e la volontà politica di un governo che metta al servizio degli interessi delle masse popolari risorse, mezzi, conoscenze e leggi. Ci sono mille esempi di ciò.
Ne riportiamo solo uno, ben coscienti del fatto che il lettore ha gli strumenti per ricondurre il ragionamento alla propria dimensione concreta, che sia la lotta per le condizioni di lavoro, quella per la tutela dei territori e dell’ambiente, per i diritti sociali o civili, ecc.

***

Piombino. Il 7 febbraio si è svolta un’assemblea cittadina indetta dal Comitato Salute Pubblica durante la quale sono state trattate le numerose criticità ambientali, sanitarie e occupazionali della Val di Cornia.
All’incontro erano presenti esperti che hanno relazionato sulle diverse problematiche, a partire dalla nave rigassificatrice ormeggiata nel porto. La Regione Toscana aveva consentito che potesse rimanervi per tre anni, fino a luglio 2026, accordandosi con l’allora governo Draghi sulla base di un memorandum di dieci punti inerenti compensazioni ambientali da centinaia di milioni di euro, di cui è effettivamente arrivata solo una minima parte. Oggi il presidente della Regione Giani si smarca, passando la palla al governo Meloni, che, mettendo al centro gli interessi delle multinazionali, di spostare la nave non ne vuole proprio sapere. Per questo si stanno riattivando i vari comitati cittadini contrari alla sua permanenza e una prossima iniziativa si terrà il 15 marzo.
Tra i vari interventi citiamo quello di Marco Bonucci del Comitato Terre di Val di Cornia che ha tenuto una dettagliata relazione sulle speculazioni energetiche in corso. Il Consiglio regionale, l’11 febbraio, ha approvato una legge che definisce le aree idonee agli impianti Fer (Fonti energetiche rinnovabili – solare, eolica, idraulica, geotermica, del moto ondoso e le biomasse) suddividendo gli obiettivi per comune in base alla superficie agricola.
La conclusione è che ci ritroveremo con mega impianti nelle aree agricole e pochi impianti sulle coperture commerciali, l’esatto contrario di ciò che il buon senso suggerisce. Verranno di fatto privatizzate ampie aree agricole per il profitto di pochi e contro gli interessi di tutti, deturpando il patrimonio paesaggistico.
Bonucci ha concluso chiarendo che, nonostante le istituzioni facciano orecchie da mercante, la mobilitazione popolare non si arresta: è nata la coalizione interregionale Tess (Transizione energetica senza speculazione), alla quale aderiscono già un’ottantina di comitati a livello nazionale, che si pone l’obiettivo di cambiare la normativa nazionale. Nel suo intervento ha, però, anche precisato di essere consapevole che per cambiare il corso disastroso delle cose deve emergere “una forza politica nuova, che abbia il coraggio di cacciare le lobby dalle istituzioni – lobby presenti a tutti i livelli – e di ripristinare la repubblica, perché quanto sta accadendo è antidemocratico e sta sacrificando intere comunità”.
Bonucci usa parole e concetti che gli sono propri per porre la questione che accomuna TUTTI i comitati popolari che si mobilitano sulle varie e specifiche “emergenze”. È ciò che sintetizziamo nella linea del Governo di Blocco Popolare: le organizzazioni operaie e popolari devono diventare la forza di governo che attua le parti progressiste della Costituzione del 1948.

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