DeepSeek e nuove tecnologie. Il socialismo è la cura

Nelle scorse settimane la startup cinese DeepSeek ha provocato un terremoto nel mercato tecnologico e dell’intelligenza artificiale, facendo crollare in borsa le principali aziende capitaliste del settore. Presentando l’intelligenza artificiale Deepseek, la Repubblica Popolare Cinese (RPC) ha infatti mostrato al mondo un sistema più economico dei corrispettivi dei paesi imperialisti, a parità di capacità e qualità, e soprattutto una risorsa open source, quindi priva di brevetti e di libero accesso per le masse popolari. Al di là dell’intossicazione promossa da politicanti, speculatori e media di regime questo è il dato.

Quella dell’intelligenza artificiale DeepSeek è in realtà solo l’ultima di una serie di notizie provenienti dalla RPC che nelle ultime settimane hanno fatto intravedere una ricerca scientifica che lavora per elevare il benessere delle masse popolari e per uno sviluppo sostenibile. È il caso del più grande progetto di ingegneria ecologica al mondo appena terminato: la creazione di una “grande muraglia verde” di alberi e piante lunga 3.046 chilometri, progettata per circondare il deserto più vasto del paese, con l’obiettivo di rallentare il fenomeno della desertificazione e creare un nuovo “polmone verde”. Alla stessa stregua il progetto avviato dal governo cinese di una “grande muraglia solare” lunga 400 chilometri e capace di coprire tutto il fabbisogno energetico di Pechino che dovrebbe essere completata entro il 2030. Del resto la RPC ha chiuso l’anno con il raggiungimento degli obiettivi sulle energie rinnovabili con sei anni di anticipo rispetto alla sua pianificazione, fornendo al mondo (al 2023) il 63% dell’energia solare aggiuntiva prodotta a livello globale.

Degli ultimi giorni anche la notizia di una nuova tecnologia sviluppata da ricercatori cinesi per la produzione del ferro. La nuova tecnica permette di produrre ferro in soli tre/sei secondi, contro le 5-6 ore della lavorazione classica. Ovvero uno aumento di velocità di 3.600 volte, che promette di diminuire drasticamente l’immissione di carbonio durante il processo di lavorazione. “ La nuova tecnologia potrebbe migliorare l’efficienza energetica dell’industria siderurgica cinese di oltre un terzo, eliminando la necessità del carbon coke. Questo consentirebbe all’industria siderurgica di raggiungere l’ambìto obiettivo di emissioni di anidride carbonica quasi zero.”

Insomma la RPC sta mostrando un indirizzo della ricerca e dell’utilizzo della tecnologia che va in senso opposto a quello dei paesi imperialisti. Possibile solo perché frutto di una diversa gestione della società, quella socialista dove al centro dello sviluppo della ricerca e della produzione c’è innanzitutto l’obiettivo di migliorare le condizioni di vita e di lavoro delle masse popolari. Società in cui a dirigere non sono capitalisti e speculatori ma il sistema di organismi di base e di massa in cui sono organizzate le masse popolari cinesi con alla testa il PCC ; in cui la politica ha la precedenza sull’economia e in cui misure, leggi e azioni sono pianificate negli interessi delle masse popolari e non arrancate per tutelare di volta in volta gli affari di pochi capitalisti.

Leggi anche Sulla gestione delle aziende nella Repubblica Popolare Cinese

Di converso i paesi imperialisti sono sempre più sconvolti dagli effetti della loro gestione della società: negli Usa le masse popolari da oltre un mese sono flagellate e uccise da incendi devastanti e al contempo da tempeste di neve; in Italia ormai sono sempre più frequenti casi in cui una pioggia si trasforma in una trappola mortale per le masse popolari (e non solo in Italia, pensiamo a Valencia!); inoltre, se non fosse bastato l’inquinamento e la devastazione delle terre (dalla Terra dei fuochi fino allo scandalo del Keu) oggi scopriamo che la maggior parte dell’acqua del paese è contaminata da pfass. Questi sono esempi purtroppo parziali degli effetti devastanti del corso delle cose in atto nei paesi imperialisti.

E non è un corso delle cose prodotto dalla ferocia o dall’idiozia dell’essere umano in generale. È il frutto della gestione della società in mano a una determinata classe: i capitalisti. Sono loro a mietere vittime con una politica di speculazione sui territori, di tagli ai servizi, di mancata tutela delle masse popolari e di assente prevenzione. Una politica orientata a trovare una soluzione alla loro crisi generale; che li costringe a distruggere e uccidere per trovare nuovi campi di valorizzazione dei loro capitali. L’unico ostacolo a una società in cui il benessere delle masse popolari e dell’ambiente è la base della politica, della ricerca e dello sviluppo è la sopravvivenza della borghesia al potere.

Una situazione in cui istituzioni politiche, economiche e sociali della borghesia non sono più in grado di governare efficacemente e non hanno altre soluzioni se non fame, guerra e una crescente divisioni tra le classi. In cui aumenta il malcontento, l’insoddisfazione e l’insubordinazione delle masse popolari che si esprime in scioperi, proteste, manifestazioni e altre mille forme di resistenza sociale, organizzata, individuale e spontanea. In cui la borghesia, quindi, non è più in grado di mantenere il controllo sulla società attraverso mezzi tradizionali, come le elezioni, la concertazione sindacale, l’illusione di ottenere diritti e conquiste per le masse, la repressione degli oppositori al regime vigente e persino con l’enorme macchina propagandista e del consenso. In definitiva la classe dominante è completamente delegittimata rispetto alla maggioranza delle popolazione. Una situazione in cui l’azione dei comunisti e la rinascita del Movimento Comunista Cosciente e Organizzato (MCCO) è il fattore determinante per far sì che ogni scintilla contribuisca a dar fuoco alla prateria. Questa è la situazione in cui ci troviamo oggi nel nostro paese: una situazione rivoluzionaria in sviluppo.

Le esperienze concrete di paesi socialisti come la Repubblica Popolare Cinese, Cuba o la Repubblica Popolare di Corea mostrano chiaramente che qualunque sia la fase attraversata da questi paesi il socialismo è un modello sociale superiore, più evoluto e di maggiore prospettive per le masse popolari di tutto il mondo. Lo dimostrano nonostante nessuno di questi paesi assuma oggi il ruolo di base rossa mondiale della rivoluzione proletaria come fecero l’URSS di Lenin e Stalin e la Repubblica Popolare Cinese di Mao che nel corso della prima ondata mondiale della rivoluzione proletaria (1917-1976) nel promuovere con le loro risorse lo sviluppo della rivoluzione proletaria (socialista e di nuova democrazia) nel resto del mondo, sia nei paesi oppressi che in quelli imperialisti.

Tra tutti questi paesi attualmente la RPC in particolare svolge un ruolo progressista nel sistema di relazioni internazionali nel contrasto alla Comunità internazionale dei gruppi imperialisti, nel ruolo di cooperazione e sostegno con altri paesi e dall’esempio che la gestione socialista della società rappresenta per le masse popolari di tutto il mondo. Al di là delle denigrazioni quotidiane dei media di regime nei loro confronti, i fatti parlano chiaro e mostrano che il Socialismo non è solo il sistema di direzione della società che serve alle masse popolari, ma che è del tutto possibile!

Per comprendere la storia dei primi paesi socialisti per ciò che realmente è stata, e per trarne quindi insegnamenti utili a promuovere la rinascita del movimento comunista cosciente e organizzato, bisogna invece distinguerne le differenti fasi caratterizzate dal senso di marcia della società socialista.
La prima fase è iniziata con la conquista del potere da parte della classe operaia e del suo partito comunista. Essa è caratterizzata dalle trasformazioni che allontanano i paesi socialisti dal capitalismo e dai modi di produzione precapitalisti e li portano verso il comunismo. È la fase della “costruzione del socialismo”.
La seconda fase è iniziata quando i revisionisti moderni hanno conquistato la direzione del partito comunista e invertito il senso della trasformazione. È la fase caratterizzata dal tentativo di instaurare o restaurare gradualmente e pacificamente il capitalismo. Non vengono più compiuti passi verso il comunismo. I germi di comunismo vengono soffocati. Si dà spazio ai rapporti capitalisti ancora esistenti e si cerca di richiamare in vita quelli scomparsi.
La terza fase è la fase del “tentativo di restaurazione del capitalismo a qualsiasi costo”. È la fase della restaurazione su grande scala della proprietà privata dei mezzi di produzione e dell’integrazione a qualsiasi costo nel sistema imperialista mondiale. È la fase di un nuovo scontro violento tra le due classi e le due vie: restaurazione del capitalismo o ripresa della transizione verso il comunismo? Questa fase si è aperta per l’URSS e le democrazie popolari dell’Europa orientale e centrale grosso modo nel 1989 ed è ancora in corso .

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