In occasione della Giornata internazionale del rivoluzionario prigioniero, il 16 giugno la Sezione Milano nord-est del P.Carc ha organizzato un’iniziativa intitolata: “Esperienze, spunti e insegnamenti per rispondere alla repressione”.
La repressione si fa sempre più dispiegata mano a mano che si sviluppa la tendenza alla guerra e la mobilitazione delle masse. Il governo Meloni, degno erede dei precedenti, dà mano libera alle questure mentre mette a punto nuove leggi che preparano il terreno per ulteriori strette repressive, come quella proposta dalla Lega per sottrarre i membri delle Forze dell’Ordine alla giustizia ordinaria e sottoporli al giudizio dell’Avvocatura di Stato, che dipende dal governo.
È quindi fondamentale trovare momenti per discutere su come fare fronte a questa situazione e ribaltarla contro il nemico.
L’aspetto interessante di questa iniziativa è stato il dialogo che si è sviluppato con alcuni militanti di Ultima Generazione (Ug) invitati come relatori. Ug è una delle organizzazioni che più subisce gli attacchi della repressione, ma è anche quella che, meglio di altri, sta indicando la strada per farvi fronte: non piegandosi, ma continuando a portare avanti, nonostante tutto, le pratiche per le quali vengono attaccati e facendone tema di campagne politiche attraverso cui raccolgono solidarietà, si rafforzano e sviluppano la loro organizzazione. L’iniziativa è stata occasione per ragionare sulla loro esperienza e gli insegnamenti da trarne.
Una pratica emersa dal dibattito è quella relativa alla giustizia riparativa. Dato che nel loro processo di Milano (per essersi incollati al basamento della statua di Boccioni) il Comune si è costituito parte civile, Ug ha intrapreso un processo di patteggiamento per trovare un accordo, affinché la pena venga eseguita tramite l’obbligo a svolgere lavori socialmente utili, formulando delle proposte come fare iniziative nelle scuole parlando di crisi climatica e organizzare assemblee cittadine sul tema. Una maniera per rispedire al mittente la repressione, non fermandosi alla denuncia, ma prendendo l’iniziativa e ributtando la palla nel campo avversario: ora è il Comune che deve prendersi la responsabilità di dire no a proposte che politicamente lo mettono in contraddizione rispetto all’immagine green e progressista che il sindaco Sala vuole dare alla sua giunta.
Un aspetto problematico di cui si è discusso è invece di come la repressione si sviluppi anche sui posti di lavoro, bypassando la giustizia ordinaria. Nel caso di Ug la questione è che la maggioranza di loro sono insegnanti e se qualcuno rilascia dichiarazioni pubbliche o appare in riprese o foto fatte durante le manifestazioni può subire sanzioni sul posto di lavoro e perfino il licenziamento (dei compagni intervenuti, uno è stato licenziato).
L’iniziativa si è chiusa con una simulata di interrogatorio, una pratica utile per ragionare su come comportarsi in queste situazioni per non essere colti di sorpresa, che ha alimentato la discussione sugli atteggiamenti sbagliati e quelli corretti da prendere non solo in caso di interrogatorio, ma anche in piazza. Sul tema rimandiamo alla lettura del Piccolo Manuale di Autodifesa Legale, disponibile nel catalogo delle Edizioni Rapporti Sociali.