Nel mese di giugno si sono conclusi a Milano e a Firenze due processi nei quali erano coinvolti anche due compagni del nostro Partito.
Il compagno Luciano Pasetti, che è anche un sindacalista Cub, era stato denunciato per resistenza a pubblico ufficiale in occasione del corteo “No Draghi day”, svoltosi a Milano il 4 dicembre 2021.
Il compagno Tommaso Bolognesi, Segretario della Sezione di Firenze Rifredi, era stato condannato con decreto penale a una multa di 1.200 euro, perché il 15 febbraio 2022 a Firenze, aveva parlato al microfono aperto, prima davanti alla prefettura e poi nei pressi dell’Agenzia delle Entrate, in momenti di protesta partecipati da una cinquantina di lavoratori e attivisti che esprimevano il proprio dissenso contro l’entrata in vigore dell’obbligo vaccinale per i cinquantenni e le sanzioni per chi non vi si sottoponeva.
Con questi processi le autorità volevano colpire chi pratica il diritto a manifestare e si mette alla testa delle mobilitazioni contro la politica vessatoria del governo.
In entrambi i casi, la determinazione dei due compagni nel passare da accusati ad accusatori, movimento che si è espresso attraverso diverse iniziative pubbliche sui temi oggetto dell’attacco repressivo (lettere aperte, presidi di piazza e davanti al tribunale in occasione delle udienze) ha “costretto” i giudici a tirarsi indietro e a dichiarare che il fatto non sussiste!
È una piccola ma significativa conferma che bisogna dare battaglia anche sul piano legale, pure quando le condizioni sembrano avverse, che bisogna difendere senza tentennamenti le libertà di manifestare conquistate con la vittoria della Resistenza.
La repressione è l’arma che la borghesia usa quando intossicazione mediatica, corruzione, promesse e contentini non bastano a fermare la mobilitazione delle masse popolari e il dissenso diventa una minaccia per il suo sistema politico. È un’arma che possiamo e dobbiamo imparare a ritorcergli contro: denunciando il volto antidemocratico della borghesia stessa, raccogliendo e fomentando la solidarietà tra le masse popolari, costruendo un fronte unito di lotta che rimanda al mittente gli attacchi repressivi.