Sullo sciopero della magistratura e la mobilitazione contro il governo Meloni

Il 27 febbraio si sono svolte in tutta Italia una serie di mobilitazioni di esponenti della magistratura e del settore giudiziario contro la riforma Nordio. Questo scontro è la dimostrazione delle insanabili difficoltà della classe dirigente del nostro paese a dare un indirizzo politico unitario allo Stato, alle istituzioni e al paese.

I feroci attacchi del ministro Nordio sono solo uno dei terreni in cui si sviluppa la battaglia. Contro la sua riforma ci sono già state proteste e assemblee e l’Associazione Nazionale Magistrati e altre associazioni promettono “le barricate”. A ciò si intrecciano e si combinano le “scintille” sulla gestione dei flussi migratori (in cui entra anche la Ue), con il “caso Albania” e le stoccate contro questo o quel ministro (vedi il caso Al-Nasri, le inchieste sulla Santanché, gli scandali che hanno coinvolto La Russa, Piantedosi, ecc.).

Le mobilitazioni di questi giorni dei magistrati sono quindi siluri contro il governo Meloni. Mobilitazioni che alimentano ingovernabilità e rendono la lotta per la difesa e l’attuazione della Costituzione italiana un problema politico e motivo di lotta in tutto il paese.

Rispetto all’attuazione della Costituzione italiana e in particolare delle sue parti più progressiste, però, da quando essa è stata promulgata la dinamica è stata sempre e solo una: i vertici della Repubblica Pontificia hanno manovrato, represso e persino ucciso per impedirne l’attuazione, le masse popolari hanno resistito, lottato e si sono organizzate per imporne l’attuazione.

Le lotte degli anni Cinquanta, Sessanta e Settanta per attuare le parti progressiste della costituzione del 1948 sono costate letteralmente i morti nelle piazze. È il prezzo pagato dalle masse popolari per le conquiste di civiltà e benessere che oggi le Larghe Intese stanno demolendo.

In quest’opera i sinceri democratici e una parte dei “servitori dello Stato” hanno avuto un ruolo importante – principalmente quando si sono messi al servizio delle masse popolari, ma senza la resistenza, la mobilitazione e la lotta delle masse popolari e del movimento comunista, i loro sforzi non avrebbero ottenuto gli stessi risultati.

Un esempio? L’attività dei tanti magistrati impegnati nella lotta alla Mafia non può essere slegata da quella di figure alla Peppino Impastato e dall’azione delle masse popolari organizzate di cui erano espressione (ci siamo dimenticati di Portella della ginestra quando i vertici della DC negavano anche solo l’esistenza della Mafia?). Anzi senza il ruolo delle masse popolari la cosiddetta “lotta alla Mafia” non si sarebbe mai sviluppata o sarebbe rimasta una questione di scontro tra poteri, apparati e correnti dello Stato.

Leggi anche L’assassinio di Peppino Impastato

Gli avvocati, i giudici e i magistrati progressisti che oggi si mobilitano contro la riforma Nordio se vogliono difendere fino in fondo la Costituzione italiana e i valori democratici e di giustizia su cui hanno giurato, non hanno altra alternativa che legarsi al movimento di resistenza delle masse popolari del nostro paese.

Devono legarsi alle reti di organismi e movimenti che si stanno mobilitando contro il ddl1660 (sia “Liberi di lottare” che “A pieno regime”), devono sostenere ogni mobilitazione contro il coinvolgimento dell’Italia (in aperta violazione dell’articolo 11 della Costituzione) nelle guerre in Medioriente, nell’est Europa e in ognuno dei focolai della Terza guerra mondiale a pezzi in corso in questi anni, devono confluire in un fronte comune contro il governo Meloni e contro ogni governo fautore di misure repressive, securitarie, guerrafondaie e anticostituzionali (come già sono stati ad esempio i governi del PD).

Ormai il fronte degli scontenti, degli indignati e degli oppositori al governo Meloni è diventato la maggioranza del paese. La debolezza manifesta del governo Meloni è una campana che suona per tutti quelli che questo governo vogliono fermarlo e rovesciarlo. Serve unità, organizzazione, coordinamento e iniziative di lotta che rendano impossibile per il governo Meloni continuare la sua opera. Per difendere e applicare la Costituzione serve organizzare la resistenza. Serve una nuova liberazione!

Cosa vuol dire far valere la sovranità nazionale del nostro paese e i valori della Costituzione italiana in questa fase? Quali sono le misure più urgenti che bisogna prendere qui ed ora? Di seguito alcuni esempi.
1. Attuare l’art. 41 della Costituzione secondo cui “l’iniziativa economica privata non può svolgersi in contrasto con l’utilità sociale o in modo da recare danno alla sicurezza, alla libertà, alla dignità umana” e che “la legge determina i programmi e i controlli opportuni perché l’attività economica pubblica e privata possa essere indirizzata e coordinata a fini sociali”. Questo nel concreto vuol dire assegnare a ogni azienda compiti produttivi utili e adatti alla sua natura, secondo un piano nazionale, applicando il principio: nessuna azienda deve essere chiusa.
2. Attuare l’articolo 3 della Costituzione secondo cui “è compito della Repubblica rimuovere gli ostacoli di ordine economico e sociale, che, limitando di fatto la libertà e l’eguaglianza dei cittadini, impediscono il pieno sviluppo della persona umana e l’effettiva partecipazione di tutti i lavoratori all’organizzazione politica, economica e sociale del Paese”. Questo vuol dire distribuire i prodotti alle famiglie e agli individui, alle aziende e ad usi collettivi secondo piani e criteri chiari, universalmente noti e democraticamente decisi.
3. Mettere in campo politiche occupazionali straordinarie da investire nella manutenzione ordinaria e nella costruzione delle piccole e grandi opere necessarie e in lavori socialmente utili (art.1 e 4). Il reddito di cittadinanza è un esempio che tali politiche possono essere messe in campo qui ed ora. Ma non solo, questo vuol dire, ad esempio, anche requisire tutte le case, gli appartamenti e le strutture sfitte, inutilizzate o usate a fini speculativi privati per dare una casa dignitosa a chiunque ne abbia bisogno (art. 2 e 3). Nel concreto si tratta di assegnare a ogni individuo un lavoro socialmente utile e garantirgli, in cambio della sua scrupolosa esecuzione, le condizioni necessarie per una vita dignitosa e per la partecipazione alla gestione della società. Nessun lavoratore deve essere licenziato, a ogni adulto un lavoro utile e dignitoso, nessun individuo deve essere emarginato.
4. Attuare l’art. 9 e 41 della Costituzione secondo cui l’attività privata è concessa solo in funzione di un suo uso sociale, ogni fabbrica inquinante va messa in sicurezza, convertita o ricollocata nella produzione dei beni e servizi necessari e non dannosi per l’ambiente e per la popolazione. Nel concreto si tratta di eliminare attività e produzioni inutili o dannose, assegnando alle aziende coinvolte altri compiti.
5. Attuare sistematicamente i principi del “ripudio della guerra come strumento di offesa alla libertà degli altri popoli e come mezzo di risoluzione delle controversie internazionali” previsto dall’art. 11 della Costituzione ma anche della parte dell’art. 1 che recita “la sovranità appartiene al popolo, che la esercita nelle forme e nei limiti della Costituzione”. Questo vuol dire ad esempio stabilire relazioni di solidarietà e collaborazione o di scambio con gli altri paesi disposti a stabilirle con noi. Cessare immediatamente ogni coinvolgimento dell’Italia nelle guerre promosse dagli imperialisti Usa, Ue e sionisti in Ucraina, Palestina e ogni altro paese. Sostenere, nella misura delle forze di cui dispone, economicamente, politicamente e militarmente la resistenza palestinese e ogni altra resistenza dei popoli oppressi contro l’imperialismo.
6. Agire subito per interrompere l’occupazione militare Usa e sionista vietando di svolgere esercitazioni con armi nucleari o all’uranio impoverito nelle basi NATO e USA nel nostro paese e di usarle come retrovia per missioni di guerra; sottoponendo i militari americani e sionisti alla legislazione italiana e promuovendo la propaganda verso di essi e le loro famiglie contro la politica della NATO e sionista.
Prima azione necessaria è quella di rendere pubblici gli accordi segreti con gli Usa, con la Ue, con i sionisti, con il Vaticano e le organizzazioni criminali e disattendere, annullare e ritirare quelli non conformi agli interessi delle masse popolari e dei popoli oppressi del mondo.
7. Cancellare ogni legge repressiva e discriminatoria per i lavoratori e ogni esponente delle masse popolari. Epurare gli alti dirigenti della Pubblica Amministrazione che sabotano la trasformazione del paese, conformare le Forze dell’Ordine, le Forze Armate e i Servizi d’Informazione allo spirito democratico della Costituzione del 1948 e ripristinare la più ampia partecipazione dei cittadini alle attività militari a difesa del paese e a tutela dell’ordine pubblico (art. 52).

Questi sono solo alcuni esempi di cosa voglia dire attuare realmente la Costituzione nel nostro paese. Una missione che non potrà essere messa in pratica da Mattarella, Meloni, Schlein e nessuno dei pupazzi del teatrino della politica borghese. Per attuare su larga scala la Costituzione serve che la parte sana, combattiva e realmente democratica si organizzi per governare l’Italia. Per farlo serve organizzare la resistenza e installare un governo di emergenza popolare. È una missione urgente e necessaria per cui vale la pena lottare qui ed ora.

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