Sullo sciopero del TPL e quello generale del 29 novembre

Per un vero sciopero generale

Dopo quello del Si Cobas del 18 ottobre, Cgil e Uil hanno proclamato per il prossimo 29 novembre lo sciopero generale. Per la stessa giornata anche la Cub ha lanciato il suo, mentre quello dell’Usb è previsto per il 13 dicembre.

Se da una parte questi numeri sono il risultato della frammentazione e della concorrenza che ancora esiste all’interno del movimento sindacale nel nostro paese, il contenuto pressoché comune a tutte le piattaforme di sciopero generale, che mette al centro la lotta contro le manovre del governo Meloni, dimostra che comuni sono invece i problemi e le aspirazioni di tutti i lavoratori.

Intervento su salari e pensioni, investimenti nella sanità, nell’istruzione e negli altri servizi pubblici essenziali, difesa delle libertà democratiche e degli spazi di agibilità politica e sindacale. Il contrasto alla partecipazione del nostro paese alle guerre Usa-Nato, dell’Ue e dei sionisti che il governo Meloni vuole far ingoiare alla classe operaia attraverso misure antipopolari, come la manovra finanziaria e repressive, come il Ddl 1660.

Tutti temi per i quali nei mesi scorsi la classe operaia si è già mobilitata e continua a farlo per l’esigenza oggettiva di migliorare le proprie condizioni di vita e di lavoro.

Perchè allora non proclamare una giornata di sciopero generale unitario che blocchi tutte le aziende di cui i padroni hanno bisogno per aumentare i loro profitti e di cui il governo Meloni si serve per portare avanti i suoi interessi e quelli della classe dominante? Una giornata che sia di slancio per la costruzione di un ampio fronte di forze che renda la giornata e le iniziative successive ulteriori batoste per il governo, rendendogli ancora più difficile far rispettare le sue regole e leggi.

A chi dice che è difficile riportiamo un esempio. Lo sciopero nazionale per l’aggiornamento del contratto collettivo nazionale (CCNL) del Trasporto pubblico locale (TPL) dell’8 novembre indetto dai confederali FILT CGIL, FIT CISL e UILTrasporti, FAISA  e UGL e dai sindacati di base con una propria e differente piattaforma ADL Cobas, CUB Trasporti, SgB che da mesi stanno portando avanti un percorso unitario. Uno sciopero unitario di 24 ore senza fasce di garanzia, nel quale i lavoratori bloccheranno metro e bus per conquistare un Ccnl che garantisca condizioni di vita e di lavoro sicure e dignitose.

Da Milano alcuni esempi importanti. Per quella giornata non ci sarà solo lo sciopero, saranno infatti organizzati pullman dei confederali per la manifestazione nazionale convocata a Roma, mentre i sindacati di base faranno presidi davanti ai depositi. Gli Autoferrotramvieri uniti, di cui fanno parte la Cub Trasporti, il Sol Cobas e Cobas, invece hanno comunicato l’indicazione ai lavoratori di aderire e di scioperare.

Estendere l’esempio dello sciopero nazionale del TPL a tutto il paese vuol dire unire e dare forza ai singoli e ai gruppi di lavoratori, a tutti i rivoli che compongono la classe operaia e che oggi non riescono ad esprimere tutta la loro forza perché divisi e frammentati.

Per le organizzazioni sindacali e per i funzionari farlo significa cominciare ad abbattere gli steccati, le divisioni e costruire una mobilitazione unitaria che metta al centro gli interessi della classe operaia. Per le RSU e le RSA e per tutti i lavoratori farlo significa invece promuovere l’organizzazione all’interno di ogni posto di lavoro al di là delle tessere sindacali; attraverso assemblee e momenti di confronto aperti a tutti sui problemi dell’azienda e su come questi siano alimentati dalle manovre del governo Meloni, che lascia mano libera ai capitalisti di smantellare l’apparato produttivo del paese.

In definitiva significa spingere su funzionari e vertici dei sindacati perchè gli scioperi confluiscano su un’unica data, quella del 29 novembre. Esattamente come hanno già fatto Cub, Cobas, Sgb e Si Cobas. Si tratta di un passo importante verso la costruzione di un vero sciopero generale che blocchi il paese e metta in seria difficoltà il governo Meloni. Ai lavoratori di Usb e degli altri sindacati autonomi e di base che non hanno ancora aderito, o hanno già indetto gli scioperi per altre date, il compito di spingere le proprie sigle a convergere sul 29 novembre e in caso di diniego scioperare ugualmente insieme a tutti gli altri lavoratori del paese!

Tra i lavoratori che oggi si impegnano già per costruire nei fatti l’unità sindacale una linea di condotta è quella di partecipare a tutti gli scioperi proclamati, al di là delle sigle. Questa linea però si scontra contro le possibilità economiche dei singoli lavoratori e alla lunga genera sfiducia. Organizzarsi dal basso per far convergere le mobilitazioni in un’unica giornata di sciopero generale è il modo migliore per alimentare l’unità e far deflagrare le potenzialità del movimento dei lavoratori, che altrimenti rimangono monche e inespresse.

Costruire uno sciopero generale unitario, proclamato dalla maggior parte delle sigle sindacali, è quello che ci vuole per rinfocolare e alimentare nei lavoratori la fiducia che uniti vincere è possibile. Per bloccare il paese, colpire i capitalisti e rendere il paese ingovernabile al governo Meloni fino a imporre un loro governo di emergenza.

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