Riceviamo e pubblichiamo una nota stesa dalla sezione di Pisa del P.CARC in vista del Campeggio Fermare l’escalation organizzato dal Movimento no base – né a Coltano né altrove dal 13 al 16 luglio.
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La classe operaia deve diventare la protagonista della lotta contro la guerra USA-NATO
Verso il campeggio “Fermare l’escalation”!
Dal 13 al 16 luglio si terrà a San Piero a Grado (PI) il campeggio “Fermare l’escalation”, organizzato dal Movimento No Base – né a Coltano né altrove.
Il movimento è nato circa un anno fa, quando è stato scoperto da parte del consigliere comunale Francesco Auletta un DPCM firmato da Draghi contenente il progetto di costruzione di una nuova base militare nel territorio di Coltano. Contro l’istallazione della nuova base il Movimento No Base-né a Coltano né Altrove ha dato vita a un percorso di resistenza dal basso e a varie forme di mobilitazione riuscendo a far confluire gran parte degli organismi già attivi sul territorio e arrivando anche altrove, convergendo su tematiche che non riguardano soltanto il problema della crescente militarizzazione dei territori ma anche quelle della devastazione ambientale, della crisi energetica, del caro vita, della salute pubblica, della formazione contro la cultura della guerra, dell’utilizzo dei soldi pubblici e molto altro.
In questa fase in cui il coinvolgimento del nostro paese nella guerra USA-NATO in Ucraina è sempre più esplicito è necessario organizzarci e coordinarci per costruire un fronte unico contro la guerra e le sue conseguenze più devastanti (comprese quelle che derivano dalle sanzioni alla Federazione Russa: crisi energetica, caro-vita) che ricadono sulla pelle dei lavoratori e del resto delle masse popolari.
I lavoratori devono diventare i protagonisti del campeggio “Fermare l’escalation”! I lavoratori devono diventare i protagonisti della lotta contro la guerra USA-NATO, contro la costruzione di nuove basi militari, contro il traffico di armi! I lavoratori, la classe operaia se si organizza e mobilita può davvero bloccare il coinvolgimento dell’Italia nella guerra USA-NATO! Per questo ci vogliono “10-100-1000 CALP di Genova” che denunciano il traffico di armi nei porti, che valorizzano l’azione di altri lavoratori che fanno la stessa cosa (vedi qui). Ci vogliono 10-100-1000 lavoratori come quelli aeroportuali di Pisa che denunciano il traffico di armi negli aeroporti civili.
Il governo della guerra sta utilizzando molteplici mezzi e risorse di cui dispone per provare ad intruppare le masse popolari (attraverso i media, la formazione nelle scuole, la minaccia di chiusura delle aziende ecc.) ma ciò che è certo è che le masse popolari non vogliono la guerra USA-NATO: non vogliono andare a lavorare per produrre beni o servizi per la guerra, non vogliono mandare i propri figli nelle scuole ad imparare come si fa la guerra o come si esercita la repressione, non vogliono vedersi cementificare i propri territori in funzione della guerra e non vogliono fare sacrifici per interessi economici e politici dei poteri forti che ci governano (dalle banche, a Confindustria, al Vaticano) e dei gruppi imperialisti USA, europei e sionisti.
Le masse popolari, organizzandosi, possono boicottare ed impedire la guerra e le sue conseguenze più disastrose: sono i lavoratori che producono armi, che le fanno circolare, che fisicamente sono impiegati nelle operazioni di guerra. I lavoratori sono in grado di disinnescare i processi che alimentano la guerra, anche coloro che non hanno un ruolo diretto con questa.
Chiamiamo dunque a partecipare e a portare il proprio contributo tutti i lavoratori e, in particolare, gli operai del territorio: dagli operai della Piaggio di Pontedera, l’azienda ad oggi più numerosa che eredita una storia pluridecennale di lotte per i diritti dei lavoratori; gli operai della Vitesco di Pisa, una delle aziende più strategiche, al centro del processo di transizione ecologica (quella, però, voluta dai padroni!); i lavoratori della logistica del centro industriale di Ospedaletto, in particolare i lavoratori Fedex, da cui recentemente è stato segnalato il transito di materiale bellico all’interno del magazzino civile. Chiamiamo a confluire, infine, i docenti delle scuole medie-superiori, i docenti e ricercatori universitari ed i lavoratori della sanità.
Facciamo del campeggio non solo un ambito in cui far dialogare esperienze, ad esempio, come quelle dei lavoratori portuali di Genova con quelle dei lavoratori aeroportuali di Pisa, entrambi protagonisti nella lotta per il blocco dell’invio di armi, ma anche un punto di partenza per la costruzione di percorsi comuni, su cui far convogliare organizzazioni di lavoratori e singoli, contro la guerra e il governo della guerra. Un’occasione per apprendere pratiche da declinare nei propri contesti, un momento da cui attingere per far valere la forza degli operai e il resto dei lavoratori per prendere in mano le redini del nostro paese e del nostro futuro sviluppando i rapporti di forza per cacciare questo governo imporre le misure d’emergenza che davvero servono alle masse popolari.
Mobilitiamoci e coordiniamoci per costruire il fronte unito contro la guerra con al centro il protagonismo dei lavoratori che si organizzano per invertire il corso delle cose.
Convergere al campeggio “Fermare l’escalation”! Non un uomo, non un soldo né un pezzo di terra per la guerra!
Info e programma: https://fb.me/e/4Hy14zcbP
P.CARC sez. Pisa