[BOLOGNA] Intervista ad Amanda: No al Passante di Mezzo!  

Pubblichiamo l’intervista realizzata a Paul, esponente di “Amanda”, neonata organizzazione popolare attiva anche all’interno della “Assemblea No Passante”, di cui si terrà la prossima riunione il 3/4 al circolo Arci Guernelli. L’Assemblea No Passante è un’assemblea di coordinamento che raccoglie numerose sigle e associazioni e che è stata tra le principali promotrici della partecipata manifestazione del 22 Ottobre scorso.

Il Passante di Bologna, opera approvata da Comune, Regione e Ministero per le Infrastrutture, prevede un investimento stimato in circa 2 miliardi di euro e almeno 5 anni di lavori per allargare a dismisura la tangenziale/autostrada che attraversa questa città. Come ben spiega il compagno intervistato, si tratta di un’opera speculativa, che privilegia la quantità di merci alla la qualità della vita umana, che favorirà la nascita di quartieri dormitorio nelle periferie e lo svuotamento del centro città, in un processo già ampiamente in atto di gentrificazione, aumento del carovita e caro affitti. L’impatto ambientale sulla salute da biossido d’azoto (gas prodotto dal traffico veicolare) inciderebbe su un’area, la Pianura Padana, tra le più inquinate d’Europa. Nessuna Istituzione ad oggi ha accettato di fare una valutazione di impatto sanitario.

Mobilità, ambiente, lavoro, sanità, istruzione, il tema dell’abitare sono questioni fortemente interdipendenti, perché la mano che dà il via libera al Passante è la stessa che firma lo smantellamento della Sanità e che impedisce la valutazione di impatto sanitario: è la mano della speculazione, del profitto ad ogni costo che “nella città più progressista d’Europa” trova nel PD, il partito della guerra e del cemento, il suo principale sponsor.       

Le iniziative di Amanda dimostrano che il coordinamento nella lotta al Passante è già in atto e può rafforzarsi e radicarsi nel territorio e questo avverrà, come l’esempio della GKN dimostra chiaramente, quanto più ci si pone il duplice obiettivo di bloccare decisioni scellerate e al tempo stesso avere l’ambizione di ripensare un modo di vivere alternativo a quello che la classe dominante (non) ha in serbo per noi. Mobilitiamo la parte sana del paese (tra cui ricercatori, tecnici, ingegneri, …) nell’elaborazione di piani di sviluppo alternativi che sostituiscano l’attuale denominatore comune del “profitto di pochi” con “l’utilità per tutti e tutte”! Portiamo in ogni quartiere, scuola azienda e ospedale le parole d’ordine contro il Passante PER una città nuova, salubre a misura di chi la mattina si alza per andare a lavorare.  

10, 100, 1000 Amanda! 

Buona lettura. 

Chi siete e perché state protestando?

Siamo il gruppo di Amanda, un nome che in realtà abbiamo scelto un po’ casualmente, che in latino vuol dire “le cose da amare”. Ci piaceva l’idea di darci un nome proprio di persona che avesse anche un significato specifico.

Ci siamo formati perché ormai da diverso tempo è noto che a Bologna sono stati avviati dei progetti per l’allargamento della tangenziale nord di Bologna. Specifico la parola “nord” perché questa è la zona più povera della città e quindi è la zona in cui chi governa si può permettere di fare ciò che vuole con ampio spirito decisionista.

Il progetto prevede un allargamento della tangenziale nord fino ad un massimo di 19 corsie che per capirci è l’ampiezza delle famose autostrade californiane, e questo avviene in un momento in cui dovremmo semplicemente sbarazzarci delle auto o comunque diminuirne il numero in modo significativo. Invece in questo modo si continua ad aumentare il consumo di suolo e il parco macchine disponibile.

Inoltre qui a Bologna c’è l’Interporto (mega-struttura per la logistica, ndr) e molte delle motivazioni che giustificano la realizzazione di questa opera nascono dalla volontà di far circolare sempre più merci su gomma e permettere di far “esplodere” sempre più i profitti dell’industria della logistica. Questo porterà ad un inevitabile impoverimento del suolo bolognese e ad un aumento del suo consumo, come anche dichiarato dalla stessa Autostrade, anche se si cerca di celare un po’ questi dati; suolo tra l’altro che appartiene ai quartieri più densi e meno agiati della città.

Abbiamo quindi deciso di radunarci e negli ultimi due mesi abbiamo iniziato ad incontrarci in maniera sistematica per provare semplicemente a fare almeno una iniziativa di protesta alla settimana per dire no all’allargamento della tangenziale nord di Bologna.

Abbiamo iniziato dalle piccole cose, come ad esempio alcuni volantinaggi in uno dei quartieri dove sono previsti dei cantieri piuttosto impattanti. Mi riferisco al quartiere di Scandellara dove l’allargamento previsto porterà l’autostrada immediatamente a ridosso di alcune scuole, ad una biblioteca comunale e ad alcuni campi sportivi oltre che all’abitato.

L’area del cantiere è già stata recintata con cartelli recanti sigle poco intellegibili ed hanno anche cominciato a tagliare gli alberi in modo assolutamente ingiustificato, visto che progetti attuativi al momento non ce ne sono. 

Dunque questo è il terzo venerdì di fila che cerchiamo di parlare con la gente del quartiere per sensibilizzarli sulla questione. Oggi siamo un po’ stupiti perché, da quattro che eravamo a volantinare il primo giorno, siamo riusciti ad organizzare una passeggiata di quartiere con 20-30 persone distribuendo un volantino che, tramite la scansione di un QR-code, permette di comporre automaticamente un’email di protesta da inviare al Comune.

Ma la cosa più importante è che siamo riusciti ad intercettare molta gente: effettivamente abbiamo visto una risposta da parte loro e questo ci da soddisfazione e fiducia. Molti ci chiedono cosa si può fare ormai, come se fosse troppo tardi, anche perché vedono chiaramente che il PD contrasta ogni possibilità di dissenso a progetti di questo tipo.

Noi rispondiamo loro che intanto facciamo qualcosa e che non è troppo tardi: gli alberi vengono abbattuti con i lavori rinviati di un anno. Vediamo adesso cosa succede.

Siete in contatto con altre realtà del territorio impattate dall’opera o con associazioni ambientaliste per coordinare le iniziative?

Siamo ancora abbastanza “novelli”, quindi un livello superiore di coordinamento con le altre realtà è un passaggio da fare; ma ci conosciamo e siamo stati alle iniziative gli uni degli altri: venerdì scorso c’erano molte persone da altre realtà ambientaliste di Bologna come Extinction Rebellion, Fridays for Future, Bologna for Climate Justice e altri.

In questo momento la mobilitazione contro l’allargamento alla tangenziale è in una fase di cambiamento ed evoluzione. Di questo eravamo consapevoli e anche per questo ci siamo detti: “facciamo il piccolo nostro e andiamo fisicamente nei luoghi ogni settimana per sensibilizzare”.

Verosimilmente, quello che sta avvenendo ora è che l’arrivo dei cantieri sta facendo aprire un po’ gli occhi a molta gente, inoltre ci arrivano molti segnali di piccole azioni fatte in corrispondenza dei cantieri e questo potrebbe aiutarci in qualche modo a guardarci negli occhi per trovare la via per unire le forze.

Con la manifestazione del 22 ottobre qui a Bologna sono scese in piazza migliaia di persone contro il passante. Ora sembra essere arrivato il momento di dare seguito a quella mobilitazione in altre forme, come ad esempio sta facendo la GKN nella sua città che ha di recente promosso una consultazione popolare e ha riscosso molto successo. Voi cosa ne pensate?

Alcuni di noi domani (sabato 25 Marzo, ndr) saranno al corteo chiamato dalla GKN, questa è una lotta che qui a Bologna è molto sentita e siamo già andati diverse volte a dare il nostro sostegno. Quell’energia ha fatto bene anche a noi e sicuramente è stata un grande fattore nella riuscita della manifestazione del 22 ottobre.

Qui da noi c’è un po’ da “inventare”, nel senso che la vertenza della GKN è un caso specifico, che fa storia, e che però è diverso dal nostro contesto dove bisogna bloccare un progetto che vuole allargare enormemente un’autostrada.  Quindi è un contesto diverso e bisogna valutare questa diversità “rubando” le idee che possono essere più congeniali e di farle nostre; questi sono passaggi complicati che richiedono un po’ di tempo, sicuramente anche belli da fare, però c’è bisogno di molta inventiva per riportarli nella nostra realtà.

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