Con questa breve nota rilanciamo e invitiamo tutti a partecipare all’assemblea del gruppo di supporto GKN del prossimo venerdì 9 giugno alle 20:30 presso la GKN!
Dopo l’assemblea nazionale dello scorso 15 maggio organizzata dal Collettivo di Fabbrica insieme al gruppo dei solidali Insorgiamo, l’incontro del 9 giugno servirà a fare un punto sulla vertenza e su come proseguire nel percorso di convergenza a Firenze e non solo.
L’assemblea del 15, infatti, ha avviato un confronto ampio su cosa fare per opporsi alla guerra, allo smantellamento dell’apparato produttivo, alle politiche di lacrime e sangue del governo, all’emergenza climatica. Ha dimostrato che esiste da più parti la volontà di mettere mano direttamente e dal basso ai mille problemi grandi e piccoli che affliggono le masse popolari del paese.
Il 2 giugno, la manifestazione a Coltano (PI) contro il progetto dell’ennesima base militare è stata un passaggio importante nella convergenza dei lavoratori (inclusa GKN), le organizzazioni ambientaliste, gli studenti, le organizzazioni politiche e associazionistiche contro la guerra e le politiche del governo Draghi.
Il 9 giugno sarà un’occasione importante di confronto e rilancio, per organizzare i lavoratori e il resto delle masse popolari a partire da Firenze, per costruire dal basso “la nuova classe dirigente” che prende in mano, pezzo dopo pezzo, la gestione del paese. Ma servirà anche a riprendere il filo della vertenza con il territorio che da quasi un anno si è stretto attorno alla fabbrica per impedirne lo smantellamento. Le sporche manovre di Borgomeo, che nelle ultime settimane sono diventate più plateali (vedi comunicato sotto), devono essere rispedite al mittente e il Collettivo di Fabbrica insieme ai solidali ha la forza di farlo. Il miglior modo di infondere fiducia e aprire una strada per tutte le masse popolari che guardano alla GKN è vincere la lotta per la riapertura della fabbrica!
Leggi anche l’articolo sul numero di giugno di Resistenza: 15 maggio, Assemblea nazionale promossa dagli operai GKN – Ecco come è andata
Il 9 giugno tutti alla GKN in assemblea! #Insorgiamo
***
Qua sotto il comunicato del Collettivo di Fabbrica del 1^ giugno.
Un punto della situazione lungo ma necessario. Invitiamo tutte e tutti i solidali all’assemblea generale di supporto che si terrà il 9 giugno alle h 20.30 al presidio Gkn.
Tutto previsto, niente di nuovo, fuori dalla mobilitazione di lavoratori e solidali non c’è garanzia, non c’è salvezza. Se il pubblico deve fare da “garante”, allora ci nazionalizzino
➜ 1. “con la presente siete invitati ad un incontro con i nuovi investitori in QF”: questa era la convocazione per l’incontro di martedì 31 in Regione.
Del resto la presenza dei nuovi investitori è stata dichiarata necessaria a più riprese dallo stesso comitato di proposta e di verifica, composto anche dalle istituzioni locali.
Come avevamo previsto, i “nuovi investitori” non c’erano. E fino a un’ora prima dell’incontro le stesse istituzioni locali ci avevano assicurato che sarebbe stato presente al tavolo almeno il rappresentante legale di tali investitori.
Era invece presente nuovamente un membro del consorzio Iris in rappresentanza, sue parole, “del progetto” e non degli investitori. Continuiamo quindi a ignorare i nomi dei nuovi investitori. Ma soprattutto ignoriamo l’esistenza del vincolo legale degli investitori al progetto industriale.
In pratica in qualsiasi momento, ci possono venire a raccontare che gli investitori si sono tirati indietro per qualsiasi ragione plausibile.
➜ 2. Così il tavolo convocato ieri non poteva avere altro scopo che trascinarci a discutere della cassa integrazione e dello svuotamento dello stabilimento. Ogni giorno che passa rafforza il nostro dubbio di trovarci dentro un processo di delocalizzazione dolce fatta per procura.
➜ 3. Ricordiamo che in data 24 maggio, ci siamo trovati in stabilimento un rappresentante della Gkn a valutare il processo di “trasloco”. Contemporaneamente stazionava di fronte ai cancelli una pattuglia delle forze dell’ordine. Abbiamo immediatamente chiesto alle istituzioni di venire al presidio per discutere l’accaduto, senza ricevere alcuna risposta. Quanto è lontano il tempo delle passerelle in Gkn. Nessun problema: lunedì 30 siamo andati noi a “fare la passerella” in Regione.
➜ 4. Al tavolo l’azienda ha tentato di forzare l’apertura di una cassa di transizione di 24 mesi. Una cassa integrazione così lunga, senza alcun vincolo a un piano di investimenti chiaro e con l’impegno vincolante di soggetti ben identificati, rappresenta un tentativo implicito di trasformare i lavoratori ex Gkn in una comunità di mantenuti alle spese della collettività.
Una volta che si entra in un tunnel di quasi tre anni di cassa integrazione, in caso di mancata reindustrializzazione, si è creata una platea di persone assuefatte all’ammortizzatore sociale e con grosse difficoltà ad essere ricollocate sul mercato del lavoro.
Ancora più grave che questo meccanismo avvenga senza la chiara resistenza delle istituzioni e per mano di chi oggi promuove la crociata contro il reddito di cittadinanza.
➜ 5. Siamo entrati in una discussione che doveva essere con gli investitori, sugli investimenti, e ci siamo trovati a un tavolo dove si facevano dipendere velatamente 82 milioni di investimenti dal via libera da parte nostra a 24 mesi di cassa di transizione. Alla fine, di fronte a un nostro netto rifiuto, l’azienda ha proceduto unilateralmente a rinnovare la cassa integrazione ordinaria di altre 13 settimane. Di tavolo in tavolo, siamo già a 33 settimane di cassa integrazione ordinaria.
➜ 6. Il progetto industriale, così come ci è stato presentato, si compone di investitori diversi, in discussione potenzialmente concorrenziale tra loro. E’ facile capire come potrebbe saltare per una miriade di variabili e varianti. E ripetiamo il punto: allo stato attuale l’azienda potrebbe addurre qualsiasi scusa per giustificare il venir meno del progetto, senza alcun reale meccanismo di verifica.
➜ 7 Il Mise del resto è sparito dai radar. Il 20 aprile l’incontro al Mise andò completamente a vuoto per un non ben chiaro “processo di accreditamento degli investitori presso il Mise”. Non chiedeteci cosa, come e perchè, perché non sappiamo cosa e come. Fatto sta che sul Mise si sono scatenate le peggiori voci: Giorgetti litiga con la Todde, Giorgetti litiga con Orlando, i renziani vogliono il progetto a Firenze, gli altri in Veneto.
O forse no: forse semplicemente il Mise ha valutato che il progetto industriale di Borgomeo non merita la “fiducia nel futuro”. Sia come sia, se vogliono, lo dicano i diretti interessanti.
L’unico dato certo è che il Mise intanto è sparito. Ce ne faremo una ragione. Non abbiamo bisogno di tavoli fini a sé stessi e di incontri dove la politica ci spiega la propria impotenza. Abbiamo già dato. L’impotenza alla lunga è complicità.
➜8. Nell’in contro di ieri la Regione, la città metropolitana e il Comune di Campi si sono resi garanti del processo. “Incassiamo” tale volontà politica. A noi comuni mortali, però, capita quando offriamo garanzie per un mutuo o un prestito, di dover sostanziare in che cosa consistano tali garanzie.
Ogni rapporto di garanzia si esercita nella misura in cui il garante è in grado di portare strumenti oggettivi attraverso cui la garanzia viene esercitata. Abbiamo chiesto quali siano gli strumenti a disposizione delle istituzioni.
Prendiamo atto che Giani e Nardella abbiano deciso di metterci la faccia, ma non è a questo che siamo interessati. Tanto più che oggettivamente di reindustrializzazioni su cui la politica ha “messo la faccia” ce ne sono state tante, di cui troppe andate male.
Torna quindi prepotentemente la richiesta che abbiamo avanzato sin da dicembre: l’ex Gkn venga resa pubblica, attraverso l’intervento diretto del capitale pubblico in Qf. Il pubblico entri immediatamente come socio diretto del progetto di reindustrializzazione, esercitando quindi sia un ruolo di controllo sia di proposta e propulsione. La Regione Toscana si appropri dell’iniziativa diretta nel sollecitare e mettere in funzione le reti di ricerca pubbliche sul territorio. Si ponga fine a questo evidente tentativo di logorarci e di ridurre il caso Gkn a un elemento di show mediatico.
➜ 9. La formazione di cui parla l’azienda sui giornali è finalizzata ad oggi solo a rimpiazzare le competenze perse finora o semplici rinnovi di attestanti patentini. Un livello di formazione quindi di routine, in alcuni casi obbligatorio per legge, e soprattutto finalizzato ad avere una platea di manutentori in grado di slacciare e smantellare le linee produttive attuali. Il resto della formazione che ci è stata proposta per l’autunno è invece a nostro parare general generica e non collegata in maniera concreta ad alcun piano industriale. Siamo quindi ancora lontani dalla “ripartenza” e presentare le cose diversamente sulla stampa serve solo a trasmettere all’opinione pubblica un fuorviante senso di ripartenza.
➜ 10. Tutta la nostra esperienza fin qua dimostra che l’unica vera garanzia è la mobilitazione in campo. Ragione per cui dal 9 luglio non abbiamo smobilitato un solo giorno, vanno avanti il presidio della fabbrica e l’assemblea permanente.
Non attendiamo passivamente la reindustrializzazione che forse sarà. Ma la reindustrializzazione sarà perché noi non la attendiamo passivamente. Discuteremo a breve con tutti i lavoratori l’ulteriore rafforzamento delle misure di mobilitazione.