Il paese è disseminato di focolai di lotta, di proteste contro questa o quella misura del governo Draghi, di indignazione e rabbia per il carovita, per i licenziamenti, perché si muore come mosche sui posti di lavoro, per l’inquinamento, la pandemia e un sistema sanitario distrutto. Migliaia e migliaia di rivolte e atti di insubordinazione anche piccoli, quotidiani, individuali o di piccoli gruppi sono fiammelle che ravvivano la brace, quella brace che le Larghe Intese e i poteri forti di questo paese cercano disperatamente di tenere sopita. Quelle fiammelle che a centinaia unendosi, coordinandosi e diventando qui ed ora forza di comando e di governo del paese possono incendiare la prateria.
GKN – “Tutto il movimento nato intorno al motto “Insorgiamo” non deve finire, anzi deve emanciparsi da GKN. GKN un domani potrebbe anche cadere, come tutte le vertenze, può avere una parziale vittoria o una parziale sconfitta, ma i concetti espressi in questi sei mesi di lotta, che sono stati importanti, generali, universali, devono trovare il modo di continuare a camminare.”
Whirlpool – “A Napoli il governo e i padroni stanno provando a farci sfiduciare e arrendere piano piano, di promessa mancata in promessa mancata. C’è il solito lassismo all’italiana. Sulla nostra pelle sono state fatte tante campagne elettorali ma la soluzione ancora non si vede. Siamo ora in NASPI, attendiamo il tavolo dove dovrebbe essere avviato il Consorzio e definito un piano industriale per formarci al nuovo impiego e definire i vari passaggi necessari. Per ora solo chiacchiere. Noi non arretreremo di un centimetro. La lotta va avanti”.
Caterpillar – “A Jesi dalla sera alla mattina ci hanno licenziato con un sms. Ci siamo subito mobilitati e collegati ad altri compagni operai in lotta, innanzitutto GKN. Grazie alle prime mobilitazioni l’azienda ha aperto alla possibilità di vendere. Facciamo turni per presidiare l’azienda e la produzione va avanti al 20%. Febbraio sarà un mese decisivo per la nostra lotta.”
Meridbulloni – “Un anno è passato da quando ci hanno spostato da Castellammare a lavorare per il nuovo padrone. Tutte le promesse e i cosiddetti “benefit” non sono stati rispettati. Per questo noi reduci di questa lotta siamo tornati a Castellammare e pretendiamo una soluzione. In queste settimane abbiamo riacceso i fuochi e rimontato le tende davanti alla nostra fabbrica. La lotta ricomincia.”
Coopbox – “A Ferrandina abbiamo occupato. La nuova proprietà ha deciso di chiudere lo stabilimento dopo 40 anni. È la dimostrazione di come cambino drammaticamente le situazioni a seconda delle logiche che sostengono le imprese. Quando la logica del profitto ha preso piede, sono peggiorate le condizioni lavorative ed economiche. Sin da subito gli amministratori locali si sono schierati dalla nostra parte e chiamato in causa l’azienda. Noi proveremo a percorrere tutte le strade possibili per scongiurare la chiusura. Sarà dura, forse addirittura impossibile. Ma dobbiamo provarci fino in fondo.”
AST – “CGIL e UIL hanno chiamato lo sciopero generale ma non è servito a nulla. Uno dei mali da combattere è la disione e il frazionismo nel mondo sindacale, sia quelli di base che confederali. Il governo Draghi va cacciato ma dobbiamo unire le forze, senza unità non c’è vittoria.”
Ognibene Power – “Lottiamo per gli altri, per i giovani, perché a livello sociale ci stanno massacrando. Scioperiamo anche per la libertà di tutti a lavorare, perché non è tollerabile che per entrare al lavoro si debba mostrare un “marchio”. La classe operaia non ce la fa più. Ora ci vuole continuità, ci vogliono altre mobilitazioni fino a quando non spostiamo gli equilibri, dobbiamo continuare a scioperare. I sindacati non devono mollare con il governo, devono rappresentare i bisogni dei lavoratori.”
Dalmine – “Com’è possibile che in questi ultimi vent’anni si sia passati da una situazione in cui eravamo noi che lasciavamo i posti di lavoro per trovare quello che ci piaceva, senza cadere per questo nel precariato, a oggi in cui i giovani devono accettare qualunque lavoro senza potersi realizzare? Non credo che questo sia un progresso. Oggi chi ha un contratto a termine non può scioperare. Ci sto male io per primo, perché penso che non sono riuscito a garantire a questi lavoratori un diritto che io ho ancora. Il grande limite che vedo nell’azione sindacale degli ultimi anni è che su una questione si fa lo sciopero e dopo, bene o male che sia andata, ci si ferma lì. Invece va creato un percorso che continua nel tempo, anche per far ritrovare la fiducia a questi giovani, per fargli capire che facciamo sul serio. “
Leonardo Elicotteri – “Bisogna continuare con le lotte, fare tutto quello che è nelle nostre facoltà per cambiare la situazione. Vediamo l’esempio della GKN di Firenze. La situazione lì è positiva perché stanno facendo rete con le altre situazioni di crisi che ci sono nel paese, mentre fino a qualche tempo fa, una volta risolta la crisi di un’azienda si perdeva tutto il movimento che si era creato intorno a una vertenza e si disperdevano le masse mobilitate nella lotta. La presenza del Collettivo di Fabbrica penso sia una cosa molto importante e positiva, che permette di portare avanti un discorso anche una volta che si saranno risolti i problemi del momento. In questo modo si costruisce una continuità anche nel futuro, quando non ci sarà più necessità di mobilitazione in quella azienda, ma magari in altre realtà sì.”
Che fare allora?
Organizzarsi, organizzarsi e organizzarsi! In ogni azienda, in ogni scuola, in ogni quartiere: non importa essere in tanti, l’importante è iniziare. Passare dalla lamentela che le cose vanno male alla discussione sul perché vanno male e al ragionamento su cosa è possibile fare per invertire il corso disastroso delle cose. Nessuno è da solo, nessuno si salva da solo!
Dai comitati per la sanità pubblica delle periferie delle grandi città ai comitati di cittadini contro la devastazione ambientale dei paesi: appartengono allo stesso campo, quello delle masse popolari; hanno lo stesso nemico, la borghesia imperialista, possono coordinarsi e il loro coordinamento deve essere favorito in ogni modo. Nessuno è da solo, ogni gruppo che resiste, anche da solo, anche se apparentemente isolato, incarna la spinta al cambiamento del paese. Affinché oltre ad avere la spinta abbia anche la forza di cambiare il paese, deve legarsi ad altri.
Navigator – “Noi siamo stati assunti a seguito di un concorso pubblico nel 2019. Abbiamo avuto una serie di proroghe dei nostri contatti precari. Il testo approvato dal governo ha sancito che possiamo essere stabilizzati solo dai centri per l’impiego che non hanno terminato l’iter assunzionale. Oltre a questo si è messo in piedi un teatrino in tutte le regioni d’Italia per il quale siamo stati assunti, usati e buttati in mezzo a una strada. La cosa avviene proprio oggi che col PNRR sono previste forme di inserimento al lavoro per precari, percettori di reddito e altri ammortizzatori sociali per cui verranno sperperati fondi per nuove assunzioni e formazione di nuovo personale. Per questo siamo scesi in lotta e non intendiamo arrenderci”.
Lavoratori BNL – “Siamo arrivati a fare due scioperi in un mese e per un banca è un evento più unico che raro. La BNL non ha alcun problema reale ma ha deciso comunque di tagliare il personale per profitto. La battaglia è in corso a Firenze, Roma, Napoli e Milano. Rigettiamo con decisione il piano di ristrutturazione aziendale secondo cui 900 lavoratori finiranno in mezzo a una strada, compensati da digitalizzazione del servizio (per cui chi non sa usare o non ha internet avrà difficoltà ad accedere alla propria banca) e nuove leve precarie.
Lavoratori cultura – “Non ho visto una politica seria nei confronti del lavoro, per combattere il precariato, i contratti a intermittenza, il lavoro a tempo determinato. Il nostro sovraintendente che è diventato Presidente della RAI, Carlo Fortis, ha precarizzato 100 posti di lavoro e assunto i propri amici, però ce l’ha messo Draghi alla RAI. Molti teatri a Roma e nelle altre città d’Italia sono chiusi e non hanno avuto un vero sostegno, le fondazioni hanno avuto i contributi dello Stato ma sono una rarità rispetto alle migliaia di lavoratori dello spettacolo. Vogliamo una riapertura della trattativa con il governo. Rifiutare il confronto con i sindacati è un gesto autoritario e fascista. In ogni caso organizzeremo altre mobilitazioni. Ancora in pochi si rendono conto di quello che sta facendo Draghi, altro che governo salvifico! Draghi è un uomo del potere, un banchiere che difende interessi di parte e non della maggioranza degli italiani.”
Lavoratori Scuola – “Noi ci riprendiamo la piazza dopo un periodo in cui le manifestazioni non erano possibili. Qualcuno dice che siamo irresponsabili, invece siamo stati molto responsabili, forse pure troppo rispetto a come sono stati trattati certi temi in questi anni. Dobbiamo tornare come insegnanti tra i lavoratori, nelle piazze e dire quello che c’è e non c’è, portare avanti ulteriori momenti di mobilitazione. Veniamo da oltre vent’anni di politiche neoliberiste che ci hanno portato in questa situazione, è il caso di invertire la rotta e per farlo la mobilitazione va costruita dal basso, dai lavoratori, dagli studenti, dalla base.”
Educatori comunali – “Vogliamo una frattura con questi otto anni di immobilismo assoluto, in cui il sindacato non ha rotto con tutte le politiche che vanno contro i lavoratori. Serve un vero sciopero generale per la GKN, per la Whirlpool, per la mia categoria, per tutti i precari, per tutti i giovani che vedono un futuro assolutamente nero e che non vengono considerati, per tutti i lavoratori delle cooperative. Nel nostro campo i lavoratori delle cooperative sono veramente trattati malissimo, pur facendo il nostro stesso lavoro non hanno i diritti rispettati, hanno stipendi più bassi e addirittura alcune categorie non hanno il diritto di scioperare. Ora dovremmo usare un nuovo modo di lottare, prendere esempio dalla GKN”
Pensionati – “In piazza ci sono operai e lavoratori di tante categorie: metalmeccanici, edili, logistica, settore pubblico, gli operai della Whirlpool di Varese, i lavoratori dell’università, il Centro Sociale Cantiere e tanti altri. Il procedere della crisi si fa sentire in mille modi sulla pelle e la vita dei lavoratori e la crisi pandemica ha accelerato tutto. Come sempre, i discorsi dei vertici sindacali sono da prendere con le pinze, anche se fa piacere che Landini abbia dovuto invocare la possibilità di un prossimo sciopero, se il governo non darà retta ai lavoratori. Nel prossimo futuro bisogna ricordarsi di queste parole e far sì che i lavoratori si organizzino per continuare il percorso lanciato dagli operai GKN di Firenze con la parola d’ordine “Insorgiamo”.
Disoccupati 7 novembre – “Andiamo avanti da anni con le battaglie e le mobilitazioni per strappare il nostro diritto al lavoro e al reddito. Siamo consapevoli che dalla nostra forza dipende anche il successo della lotta, non solo nostra ma anche di tutte le altre realtà con cui cooperiamo e condividiamo le piazze di Napoli e del resto d’Italia. Pochi giorni fa siamo scesi in piazza con gli studenti per protestare contro l’alternanza scuola-lavoro che sta addirittura portando la morte nelle nostre famiglie. Le forze dell’ordine di tutta risposta ci hanno caricati. Ma noi non abbasseremo la testa, gli rivolteremo contro questi attacchi. Uniti si vince”.
Organizzarsi e coordinarsi per andare dove?
Le possibilità sono solo due: un governo delle Larghe Intese che “tira a campare” aggravando la crisi politica e lasciando il paese nelle mani della Comunità Internazionale, oppure un governo che affronta gli effetti più gravi della crisi in modo da salvaguardare gli interessi e i diritti delle masse popolari.
Un simile governo non può limitare la sua azione al rispetto delle leggi e delle prassi (“vorremmo fare, ma ce lo impediscono” era il ritornello del M5S al governo), deve prendere misure di emergenza attraverso procedure straordinarie; deve avvalersi della mobilitazione delle masse popolari organizzate.
Ieri mattina, davanti al tribunale di Firenze di viale...
Gestisci Consenso Cookie
Usiamo cookie per ottimizzare il nostro sito web ed i nostri servizi.
Funzionale
Sempre attivo
L'archiviazione tecnica o l'accesso sono strettamente necessari al fine legittimo di consentire l'uso di un servizio specifico esplicitamente richiesto dall'abbonato o dall'utente, o al solo scopo di effettuare la trasmissione di una comunicazione su una rete di comunicazione elettronica.
Preferenze
L'archiviazione tecnica o l'accesso sono necessari per lo scopo legittimo di memorizzare le preferenze che non sono richieste dall'abbonato o dall'utente.
Statistiche
L'archiviazione tecnica o l'accesso che viene utilizzato esclusivamente per scopi statistici.L'archiviazione tecnica o l'accesso che viene utilizzato esclusivamente per scopi statistici anonimi. Senza un mandato di comparizione, una conformità volontaria da parte del vostro Fornitore di Servizi Internet, o ulteriori registrazioni da parte di terzi, le informazioni memorizzate o recuperate per questo scopo da sole non possono di solito essere utilizzate per l'identificazione.
Marketing
L'archiviazione tecnica o l'accesso sono necessari per creare profili di utenti per inviare pubblicità, o per tracciare l'utente su un sito web o su diversi siti web per scopi di marketing simili.