Per il prossimo 14 settembre la CUB Sanità ha lanciato mobilitazioni in tutto il paese davanti alle sedi dei Consigli Regionali. L’appuntamento è fissato alle 17.00 per “per impedire la sospensione dal lavoro e del reddito dei lavoratori della sanità ed i licenziamenti dopo il 31 ottobre”.
Rilanciamo l’appello alle mobilitazioni promosse dalla CUB e chiamiamo ogni lavoratore della sanità ad aderire e partecipare, al di là delle sigle sindacali a cui appartiene.
L’attacco che oggi viene fatto a quei lavoratori che non possono o che hanno paura di vaccinarsi per sfiducia verso quelle istituzioni che li hanno sacrificati, spremuti, uccisi e poi repressi nella prima ondata è quello stesso attacco che si riversa su chi osa denunciare carenze, su chi fa uscire dalle strutture sanitarie le condizioni di lavoro e di cura dei pazienti, quello stesso attacco che viene fatto con contratti precari e esternalizzando. La lotta contro licenziamenti e sospensioni è la lotta di tutti i lavoratori della sanità per una sanità veramente pubblica, libera da speculazioni e da ogni mercificazione fatta sulla pelle di utenti e lavoratori, la lotta per una sanità libera da logiche aziendali, dalla repressione, dai vincoli di fedeltà, da licenziamenti e sospensioni.
Aderire e promuovere la partecipazione alle mobilitazioni del 14 superando le divisioni sindacali è inoltre un’occasione per parlare con i colleghi nel proprio posto di lavoro, per promuovere con questi riunioni e assemblee, per confrontarsi sui problemi e le necessità in ogni struttura sanitaria e iniziare a darsi da fare per risolverle. È un’occasione per iniziare a costituire o rafforzare collettivi, assemblee e comitati dentro ogni struttura sanitaria, unica via concreta per iniziare a ricostruire il Servizio Sanitario Nazionale a partire da ogni ospedale e struttura sanitaria, a partire da chi ci lavora. Lo dimostra bene l’esperienza raccontata da un lavoratore della sanità che abbiamo raccolto nell’articolo Organizzarsi! Costruire ovunque organismi di base. Un esempio nella sanità. Invitiamo tutti i lavoratori della sanità a studiare e diffondere il contenuto dell’intervista proprio perché ricca di insegnamenti per chiunque voglia mettersi sulla loro strada e costituire un organismo che si occupa delle condizioni e della qualità del lavoro nelle strutture sanitarie.
La stessa lotta degli operai GKN, che oggi lanciano un appello a insorgere a tutti i lavoratori del paese, e la loro esperienza come collettivo di fabbrica dimostra che la via per rispondere agli attacchi, per contrattaccare e lottare per la conquista di posizioni dipende dalla presenza e dall’attività di un collettivo di lavoratori dentro un posto di lavoro.
Serriamo le fila, partecipiamo e estendiamo la partecipazione alle manifestazioni promosse il 14 settembre da CUB Sanità e il 18 settembre proprio dal Collettivo di fabbrica GKN e rendiamole occasioni per organizzarsi in ogni posto di lavoro.
Uniti e organizzati si vince! Insorgiamo!

Manifestazione della CUB Sanità: per impedire la sospensione dal lavoro e del reddito dei lavoratori della sanità ed i licenziamenti dopo il 31 ottobre
Il 14 settembre scendiamo in piazza in tutta Italia: 𝗮𝗽𝗽𝘂𝗻𝘁𝗮𝗺𝗲𝗻𝘁𝗼 𝗮𝗹𝗹𝗲 𝟭𝟳.𝟬𝟬 𝘀𝗼𝘁𝘁𝗼 𝗹𝗲 𝘀𝗲𝗱𝗶 𝗱𝗲𝗶 𝗖𝗼𝗻𝘀𝗶𝗴𝗹𝗶 𝗥𝗲𝗴𝗶𝗼𝗻𝗮𝗹𝗶.
L’emergenza covid-19 ci ha mostrato che la salute non può essere una merce, che la cura non può essere sottomessa alla logica del profitto.
Negli ultimi decenni i tagli agli investimenti in sanità pubblica e il trasferimento di risorse alle strutture private sono stati enormi. Le conseguenze del mettere il profitto prima della vita e della privatizzazione di parte della sanità pubblica nazionale le abbiamo viste nella mancanza di: DPI, tamponi per diagnosticare il coronavirus, personale medico, infermieri e altri operatori sanitari, qualsiasi tipo di prevenzione e tracciamento che potesse evitare la strage della prima ondata di covid-19.
Nelle RSA/RSD la morte di migliaia di ospiti non è stata un incidente. Per risparmiare, le strutture private non fornivano i DPI e continuano a far lavorare in fretta i lavoratori per raggiungere gli obiettivi fissati dalla direzione. Molte cooperative per evitare l’assenza dei dipendenti non effettuavano tamponi periodici. In questo modo molti ospiti morivano semplicemente perché le aziende volevano risparmiare.
In seguito, con la diminuzione del numero degli ospiti, hanno risparmiato ancora una volta mettendo i lavoratori in cassa integrazione. Così lo Stato garantisce, se non il mantenimento del profitto, almeno l’assenza di perdite economiche per queste aziende.
Ora alcuni di quegli operatori che rivendicano i DPI, che chiedono un lavoro più umano e attento, che vogliono lavorare con la massima attenzione per garantire la salute e il benessere dei pazienti/ospiti, sono sotto attacco da parte del governo che vuole sospenderli e non pagare il loro stipendio, perché per motivi di salute o timori, soprattutto sugli effetti a lungo termine del vaccino, non intendono vaccinarsi.
Ricordando che CUB sanità difende la fine dei brevetti privati sui vaccini e l’accesso per tutti alla vaccinazione, crediamo che non si possa penalizzare gli eroi di ieri, i lavoratori vittime di questo sistema che privilegia il profitto sulla vita, sulla base di un falso: usando i DPI, nessun operatore contagia i pazienti!
Per cui scendiamo in piazza il 14 settembre:
– Per iniziare a combattere l’illegalità con cui aziende private e cooperative mangiano soldi pubblici per fare profitto privato sulla pelle dei pazienti e degli operatori. Aboliamo i minutaggi e la fatica;
– Per iniziare a lottare per una sanità e una assistenza che tornino degne dell’Italia che ha combattuto per averle;
– Per impedire i licenziamenti degli eroi e delle eroine dopo il 31 ottobre;
– Per impedire la sospensione dal lavoro e del reddito dei lavoratori della sanità.