[Napoli] Sul ruolo del Cantiere 167 e la nostra solidarietà, contro chi vuole sgomberarli

Con questo articolo vogliamo portare la nostra solidarietà al Cantiere 167 di Scampia, che il 29 marzo ha subito un tentativo di sgombero da parte di polizia municipale e carabinieri. L’attacco al Cantiere 167 è un attacco che ha le sue radici nelle dinamiche politiche della città di Napoli e dello scontro “dietro le quinte” che i poteri locali (quelli legati alle Larghe Intese) ancora più in lotta (tra loro, nell’amministrazione De Magistris e contro le masse popolari) dopo l’esisto elettorale delle amministrative del 2016 e in vista della mobilitazione del 14 aprile a Napoli, contro il debito e le misure di austerità imposte alle amministrazioni comunali. Uno scontro che fa leva anche su una delle contraddizioni interne alla stessa amministrazione De Magistris: applicare la legge (e quindi le regole e le prassi imposte dal governo centrale e regionale, dettate dai centri di potere delle Larghe Intese e del Vaticano, delle organizzazioni criminali) oppure fare gli interessi delle masse popolari anche se ciò va contro le leggi stesse. Al tempo stesso, è un tentativo di attacco ad una di quelle realtà che concretamente risponde alle esigenze delle masse popolari del territorio, dimostrandosi un punto di riferimento per gli abitanti di Scampia, dimostrando che le masse popolari possono costruire un’alternativa allo stato di cose presenti.

Quello del Cantiere 167 è un esempio importante di come un organismo che si forma in una lotta contro il degrado urbano, contro l’abbandono sociale e la disoccupazione e in favore del protagonismo delle masse popolari sui territori possa non solo lottare e ottenere vittorie altisonanti che trovano richiamo nazionale, ma lavorare per costruire partecipazione collettiva e nuovo potere. Il Cantiere 167 è un’istituzione per tanti abitanti del quartiere di Scampia ed è un’istituzione più riconosciuta di quanto non siano le autorità dello stato centrale, del Vaticano e dei padroni. A dimostrarlo è la loro pratica, e rilanciamo a tal proposito l’articolo di Resistenza di marzo 2018 La lotta per un lavoro utile e dignitoso, l’esempio dei comitati di Napoli”. Rilanciamo anche il comunicato del Cantiere 167 sul tentativo di sgombero subito.

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La lotta per un lavoro utile e dignitoso: l’esempio dei comitati di Napoli

Napoli. Il Cantiere 167 e il Comitato Vele hanno fatto irruzione nella campagna elettorale con uno sciopero al contrario l’8 febbraio, lanciato con un appello in cui si legge “a tutti i candidati alle elezioni politiche (da Potere al Popolo al Movimento 5 stelle): tutte le promesse e i progetti con cui stanno chiedendo di essere votati, sono chiacchiere vuote se non diventeranno qui ed ora sostegno concreto e prese di posizioni nei confronti di chi lotta e si organizza. La questione decisiva non è promettere di fare questa o quella cosa, ma è fare ora quello che promettono di fare dopo le elezioni. Basta chiacchiere! Invitiamo i candidati e tutte le forze che si dicono alternative ai governi delle larghe intese affinché invece di promettere lavoro, si preoccupino di sostenere concretamente chi si batte per avere un lavoro utile e dignitoso; invitiamo tutte e tutti a partecipare, dare visibilità e sostegno allo sciopero al contrario del Comitato Disoccupati di Scampia “Cantiere 167”. Allo sciopero hanno effettivamente partecipato un candidato di Potere al Popolo e uno del M5S, entrambi hanno contributo dandogli risonanza mediatica, ma soprattutto hanno partecipato  gli abitanti di Scampia e altri organismi di disoccupati come il comitato “7 Novembre” e il Movimento Meridionale per il Lavoro, oltre al comitato dell’ospedale S. Gennaro. Nello stesso giorno i comitati presenti hanno colto l’occasione per dare pubblicamente la loro solidarietà a Rosalba.

A margine dello sciopero i comitati presenti hanno anche programmato una serie di iniziative comuni (ad esempio conferenze sulla storia dei disoccupati organizzati e sul loro coordinamento). Si tratta di un importante passo avanti nella costruzione di un coordinamento cittadino, che manca da molti anni, attorno alla parola d’ordine “un lavoro utile e dignitoso per tutti”.

Faccia a faccia tra i disoccupati di Scampia e Luigi di Maio. Il 12 Febbraio i disoccupati di Scampia hanno avuto un faccia a faccia con Luigi Di Maio, impegnato in uno dei suoi giri elettorali. Nel breve incontro i comitati hanno chiesto a Di Maio di non limitarsi a fare passerelle, ma iniziare a prendere posizioni concrete su questioni fondamentali come il lavoro e la casa e di iniziare a praticare da subito ciò che promette di fare dopo il 4 marzo. Dice il Cantiere 167 in un comunicato emesso subito dopo l’incontro: “Abbiamo chiesto misure strutturali sul tema del lavoro, in un quartiere che affonda nella disoccupazione, dove il tasso dei disoccupati raggiunge livelli indegni per un paese civile. (…) Non ci interessano forme di sostegno assistenzialistiche, elemosine sociali, basta con forme di lavoro che precarizzano ulteriormente, basta con il Jobs Act e con le cooperative ASOCIALI, noi disoccupati vogliamo un lavoro che ci dia certezza dei giorni venturi. Abbiamo parlato di bonifica ambientale, di amianto e di roghi. Questo quartiere non ha bisogno delle passerelle elettorali, non abbiamo più bisogno di chi in cambio di voti vuole vendere speranze, noi che di speranze ne abbiamo le pance e le tasche piene, chiediamo certezze per noi, per le nostre famiglie”.

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Comunicato del Cantiere167 Scampia

“*******Attacco al Cantiere 167 Scampia*********

Questa mattina ci siamo risvegliati con le luci delle sirene spiegate, la trama non è la solita però, non era il solito blitz contro la criminalità organizzata, ma il tentativo spietato di un plotone di esecuzioni  dei vigili urbani e  dei carabinieri venuti da tutte le parti della città per sgomberare un luogo prima salvato dal degrado e poi messo completamente a disposizione dei cittadini del quartiere e della città.
Lo sappiamo l’esplosione di Scampia a livello sociale fa paura a tutti, vogliono tenerci rinchiusi  nei ghetti costruiti con meticolosa sagacia.
Pensiamo che questo atto vile e di poca coerenza nella linea politica dell’amministrazione comunale, non possa rimanere nel dimenticatoio di una giornata qualunque.
Bisogna assolutamente ribaltare il tavolo, capire se i beni comuni, gli spazi di emancipazione, i luoghi di concertazione popolare rivestano ancora il ruolo fondamentale che l’amministrazione ha dato in campagna elettorale e che ancora  nelle dichiarazioni lascia trasparire.
Bisogna capire se gli assessori di competenza sono ancora in linea con le dichiarazioni del Sindaco  e degli altri componenti di giunta o se lo sono mai stati, pena un enorme vulnus politico che va assolutamente ed immediatamente chiarito a chi ha creduto in quei valori e a chi ancora ogni giorno si prodiga per risollevare le sorti della città.
Bene siamo all’epilogo di una storia vista e rivista nella quale gli attori  si ricordano per bene le loro storie i loro trascorsi  e svestono i panni dei finti compagni, per indossare quelli da borghesi autoritari.
Quello che è successo oggi è di una gravità fuori dal comune e non ammissibile, chiediamo che venga presa una posizione nei confronti di chi ha autorizzato lo scempio di questa mattina.
Ricordando a tutti che il Cantiere è divenuto il centro culturale, sociale e politico non solo di Scampia ma dell’intera città.
Bisogna uscire dalla contraddizione che affligge questa amministrazione,  legalità
e  giustizia sociale  non camminano di pari passo, prima bisogna riportare i cittadini in condizioni di equità sociale, contrastare l’indigenza culturale.
Quello che cerchiamo di fare nella nostra Scampia ormai da anni, senza mezzi con la sola forza della volontà e della resistenza, e tanto ci basta.
Il Cantiere 167 non si tocca lo difenderemo oltre ogni limite, con ogni mezzo.

Cantiere 167 Scampia.”

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