[Pisa] verso la giornata di mobilitazione del 22 febbraio contro Governo e repressione!

La sezione di Pisa del Partito dei CARC partecipa e chiama a partecipare al corteo del 22 febbraio (Piazza Guerrazzi, ore 09:00), ad un anno dall’attacco repressivo a danno degli studenti che si sono mobilitati contro la guerra e in solidarietà al popolo palestinese.

Il 23 febbraio 2024, gli studenti medi ed universitari, organizzati in corteo, si sono trovati all’altezza di Piazza dei Cavalieri davanti a un nutrito cordone di polizia che vietava l’accesso alla piazza e la Questura non ha esitato nemmeno un secondo a sguinzagliare i suoi “manganellatori di professione” e a caricare gli studenti (la maggior parte dei quali minorenni) che non hanno accettato passivamente la chiusura dell’accesso alla città per poter manifestare liberamente contro la complicità del governo Meloni nei confronti del genocidio del popolo palestinese.

La mobilitazione che è esplosa il giorno stesso, in solidarietà agli studenti colpiti da repressione, ha portato ad una manifestazione spontanea che ha visto la partecipazione di migliaia di persone, tra cui studenti, genitori, insegnanti, operai, comitati, organizzazioni sindacali e politiche. La manifestazione, che si è svolta senza alcun intervento delle forze dell’ordine, dimostra che non c’è legge o restrizione che tengano laddove le masse popolari si uniscono e perseguono con convinzione i propri obiettivi. Si sono susseguiti ulteriori momenti di organizzazione e coordinamento in cui veniva rivendicato il numero identificativo delle forze dell’ordine, in cui ha proseguito l’opera di estensione della solidarietà e si richiedeva le dimissioni del questore e della rappresentanza del consiglio comunale di coloro che puntarono subito a criminalizzare gli studenti. Ciò ha portato alla sostituzione del questore e all’apertura di indagini verso 13 poliziotti. L’esperienza conferma che la solidarietà, senza “sé” e senza “ma”, è la più grande arma nelle mani degli studenti proletari, degli operai, del resto dei lavoratori e delle masse popolari per rispedire al mittente ogni attacco repressivo, allargando ulteriormente l’organizzazione e la mobilitazione e rafforzando, quindi, la propria classe. Come per dare l’idea che le due parti siano allo stesso livello, 13 poliziotti son sotto indagine e a 13 studenti sono arrivati avvisi di garanzia, ma sappiamo che il problema non riguarda i 13 poliziotti e sappiamo anche che l’attacco ai 13 studenti non è individuale ma coinvolge tutti coloro che vogliono contrastare il corso disastroso delle cose.

L’attacco sferrato dalle forze dell’ordine non è riconducibile a nessuna motivazione di ordine pubblico, come avrebbero voluto farci credere. Ad essere colpito è stato il contenuto politico di quella manifestazione, un segnale che, dopo aver provato a farlo capire con le “buone”, hanno tentato di far comprendere con le “cattive” perché la mobilitazione che divampava in solidarietà al popolo palestinese, contro la partecipazione alla guerra in corso, contro la militarizzazione dei territori in una città altamente militarizzata, contro l’economia di guerra, doveva essere soffocata. La vicenda insegna che altrettanto politicamente siamo chiamati a rispondere a partire da rendere ingovernabile il paese ai suoi vertici, fare di ogni mobilitazione una questione di ordine pubblico, organizzarci e mobilitarci per cacciare questo Governo che ci trascina in guerra, ammazza gli operai e manganella gli studenti.

A distanza di un anno gli effetti della crisi del sistema capitalista in cui siamo immersi sono ancora più evidenti (smantellamento dell’apparato produttivo, tagli ai servizi essenziali, devastazione ambientale) e la classe dominante è costretta ad inasprire le proprie misure repressive, come dimostra in maniera lampante il ddl 1660 in cui tra i tanti articoli, vengono, di fatto, messi a duro repentaglio il diritto a manifestare, di parola, di sciopero e molto altro tra cui, all’art. n°31 la collaborazione delle università con i servizi segreti nel dover segnalare eventuali “soggetti pericolosi”. La stessa università che a Pisa collabora in progetti di ricerca bellica, a fianco ad aziende come Leonardo, sostenendo università e progetti israeliani e che è recentemente stata costretta a modificare il proprio statuto specificando l’orientamento alla pace dei propri studi e collaborazioni.
Per questi motivi la mobilitazione del 22 febbraio proseguirà nel pomeriggio (piazza XX settembre, ore 14:30) contro il Governo Meloni e lo stato di polizia.

La mobilitazione contro il ddl 1660, iniziata mesi fa e che si sviluppa di settimana in settimana, non è solo la manifestazione di chi protesta contro la politica del governo dei nostalgici del ventennio e dei nipoti dei fucilatori di partigiani; è un fronte della più ampia lotta contro il governo Meloni e il programma di guerra, lacrime e sangue di cui è promotore. Quanto più il governo Meloni procede nell’attuazione di tale programma, tanto più suscita la resistenza delle masse popolari. Si tratta di alimentare più coscientemente la costruzione di un ampio fronte che raccoglie tutte le forze, gli organismi e i singoli che hanno motivo di e interesse a contrastare tutti i tentativi di restringimento degli spazi di iniziativa politica, che coincidono con i tentativi di smantellare un passo alla volta tutti diritti democratici conquistati nel nostro paese grazie alla vittoria della Resistenza sul nazifascismo.

La mobilitazione del 22 febbraio è un passo che deve confluire nella lotta più generale per contrastare la spirale di guerra, l’economia di guerra, la devastazione del paese, il degrado materiale e morale che dilagano a opera della classe dominante e dei suoi governi, che, non solo spazzi via questo governo ma impedisca anche che si istallino governi delle Large Intese che attuano la stessa agenda dei governi precedenti e per imporre un governo d’emergenza che attui le proprie misure su mandato delle organizzazioni operaie popolari.

Invitiamo dunque studenti, operai, lavoratori, associazioni, comitati, organizzazioni sindacali, ad estendere e praticare la solidarietà verso gli studenti sotto attacco e a partecipare all’intera giornata di lotta, contro il governo della guerra e della repressione.
P.CARC sez. Pisa

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