Il vento seminato da questo governo e la tempesta che raccoglierà

Verità e giustizia per Ramy

La notte tra sabato 23 e domenica 24 novembre, a Milano, Ramy Elgaml, giovane di 19 anni, per un mancato stop a un posto di blocco è stato inseguito, speronato e ucciso da una pattuglia dei Carabinieri.

Da subito il quartiere Corvetto, dove Ramy viveva, è diventato teatro di mobilitazione spontanea. Gli amici più stretti sono scesi in strada con uno striscione per chiedere verità e giustizia. Nei giorni successivi oltre 400 persone hanno partecipato a una fiaccolata per denunciare i tentativi di strumentalizzazione dell’accaduto da parte di governo e istituzioni e della loro retorica dei “quartieri difficili” e della “periferia violenta”. A Milano anche i Giovani palestinesi hanno promosso manifestazioni di solidarietà.

Nel giro di poche settimane scritte di indignazione e ribellione sono comparse sui muri di tutta la città. Le azioni di lotta e insubordinazione nei giorni si sono moltiplicate. Le masse popolari della periferia milanese hanno trasformato, con la mobilitazione e l’organizzazione, la ricerca di verità e giustizia per Ramy in una questione di ordine pubblico, tanto da aver aperto una crepa nella versione ufficiale dei Carabinieri, inchiodati ora anche dal video dell’inseguimento reso pubblico da diversi giornali.

I Carabineri non solo hanno ucciso Ramy ma hanno provato a insabbiare le loro responsabilità. Questa verità ha fatto esondare la rabbia e la fame di giustizia anche oltre Milano. In varie città si sono tenute diverse manifestazioni contro le Forze dell’ordine, contro il governo Meloni e le sue politiche securitarie e antipopolari.

Sabato 11 gennaio a Roma, a Bologna e Torino ci sono state cariche della polizia verso i manifestanti, che hanno assaltato commissariati, caserme e simboli delle politiche guerrafondaie del governo. Domenica 12 gennaio a Busto Arsizio durante un corteo un gruppo di giovani ha accerchiato i poliziotti. Nella stessa giornata un corteo è stato organizzato anche a Firenze.

In sempre più città esplode la rabbia contro il clima repressivo e persecutorio che dal suo insediamento questo governo promuove contro le masse popolari. Per farvi fronte il ministro Piantedosi ha minacciato nuove restrizioni per manifestazioni e cortei a tutela dell’ordine pubblico e delle Forze dell’ordine.

Come se fosse possibile seppellire sotto il ddl1660, il Decreto Caivano, le zone rosse e i manganelli di piazza la povertà, la disoccupazione, il degrado materiale e morale che la gestione della società portata avanti dalla borghesia genera. Come se fosse possibile insabbiare la morte di Ramy dopo tutta la mobilitazione e l’indignazione che ha suscitato. Tutti i macigni che i reazionari sollevano contro le masse popolari sono destinati a cadergli in testa.

Leggi anche Trasformare la guerra tra poveri in ribellione contro il sistema

A fronte degli ulteriori attacchi che verranno le masse popolari devono rispondere organizzandosi e coordinandosi di più e meglio per violarli, renderli inattuabili e rendere la vita impossibile al governo. Se mettono le zone rosse bisogna violarle. Se vietano i cortei bisogna manifestare lo stesso come fatto lo scorso 5 ottobre a Roma. Se censurano l’informazione bisogna portare ovunque e con ogni mezzo la verità. Che tutto il vento della repressione seminato da questo governo si trasformi nella tempesta che lo travolgerà.

Avere giustizia per Ramy significa cacciare il governo dei mandanti del suo assassinio e impedire che qualsiasi governo delle larghe intese possa succedergli. Per fare questo serve che tutti gli organismi e singoli che stanno combattendo la stessa lotta diano uno sbocco unitario alle proprie mobilitazioni. Serve organizzare la resistenza e prendere in mano il governo del paese. Per avere verità e giustizia per Ramy bisogna seguire il testamento di lotta lasciato dal capo della resistenza palestinese Yahya Sinwar: non aspettatevi giustizia, siate giustizia.

Rispondi

Iscriviti alla newsletter

Abilita JavaScript nel browser per completare questo modulo.

I più letti

Articoli simili
Correlati

Revisionismo storico e valori europei

La borghesia imperialista prova a riscrivere la storia perché...

Solidarietà a Firenze per la Palestina. Antisionismo non è antisemitismo

La repressione contro il movimento italiano in solidarietà al...

Sull’opportunismo di Bonelli a Bruxelles

La Rete no ddl sicurezza – A pieno regime,...

Verso le Quattro giornate di Napoli – La storia di Gennarino Capuozzo

Il 27 Settembre 1943 iniziavano le “Quattro giornate di...