Il filo rosso dell’autunno caldo

18 e 19 ottobre di lotta e di riscossa operaia

La giornata di vittoria e di riscossa di sabato 5 ottobre ha dato il via a un autunno che può essere rovente e decisivo per le sorti del governo Meloni. Già i prossimi 18 e 19 ottobre saranno occasione per rilanciare le mobilitazioni e fare un passo ulteriore di conquista per le masse popolari.

Per il 18 ottobre la Cgil, insieme a Uil e Cisl, ha proclamato sciopero generale di 8 ore per l’intero settore dei lavoratori metalmeccanici dell’automotive. Nella giornata sciopereranno anche i lavoratori delle aziende dell’indotto automotive che applicano il CCNL sottoscritto dalle categorie del commercio, Filcams Fisascat Uiltucs, e i lavoratori in somministrazione rappresentati da Nidil Felsa Uiltemp. Per lo stesso giorno la Cgil e gli altri sindacati confederali hanno indetto una manifestazione a Roma che si concluderà in Piazza del popolo.

È quindi un’iniziativa che per la prima volta unisce i lavoratori di una filiera rappresentati da diversi contratti e diverse categorie. Un’iniziativa che pur coinvolgendo i lavoratori di un settore specifico, parla dello smantellamento dell’apparato produttivo dell’intero paese e delle responsabilità che il governo Meloni ha nel processo in corso.

Sempre la Cgil ha indetto per il 19 ottobre manifestazione nazionale dei lavoratori del pubblico impiego a Piazza del popolo con le parole d’ordine “Salario, salute, diritti, occupazione”. Oltre ai rinnovi del settore pubblico dei CCNL oggetto della manifestazione sarà la lotta alle misure lacrime e sangue previste nella prossima finanziaria, la sicurezza sui luoghi di lavoro e l’autonomia differenziata.

Sempre per il 18 ottobre il Si Cobas ha proclamato 24 ore di sciopero generale per i settori privati e pubblici su tutto il territorio nazionale. Il sindacato per il giorno successivo, sabato 19 ottobre, ha inoltre indetto una manifestazione nazionale a Roma “contro il governo Meloni, governo della guerra e della repressione dei lavoratori”.

Le due giornate di sciopero e manifestazione indette dal Si Cobas mirano al miglioramento delle condizioni lavorative e a un aumento di salari di 300 euro per tutte le categorie lavorative, il ritiro del pacchetto repressivo del Ddl 1660, il blocco delle spese militari e dell’invio di armi in Ucraina e la fine dell’occupazione della Palestina. A seguito dell’adesione alla giornata del 5 ottobre il sindacato rilancia quindi la lotta contro il Ddl sicurezza con scioperi, picchetti operai e manifestazione nazionale.

https://sicobas.org/2024/10/02/proclamazione-sciopero-generale-del-19-ottobre-2024/

Al di là di chiacchiere da bar e di tentativi di annacquare, nascondere e soffocare le mobilitazioni in programma da parte di media di regime e scagnozzi del governo il 18 e 19 ottobre si mobiliteranno 320.000 lavoratori del settore metalmeccanico in Italia, 86.000 lavoratori del gruppo Stellantis del paese e tutto il corpo degli operai e lavoratori di settori privati e pubblici chiamati allo sciopero e alla mobilitazione. Questi sono fatti e numeri.

Sono soprattutto un dato politico perché sono una forza che può nuovamente rendere il paese ingovernabile alla Meloni e ai suoi accoliti, a una settimana di distanza dalla cocente sconfitta che hanno subito il 5 ottobre. Una forza che è al momento divisa solo perché i vertici delle organizzazioni le rendono tali, ma che nei fatti è intrecciata e unita da interessi e necessità.

Operai e lavoratori iscritti alla Cgil o iscritti al Si Cobas, dell’automotive o del SSN sono legati dalla classe e dall’esigenza di combattere con urgenza un nemico comune che li affama, li reprime e li coinvolge sempre più nella terza guerra mondiale in corso.

Per questo è necessario che ogni lavoratore o disoccupato aderisca agli scioperi del 18 ottobre e partecipi alle piazze del 18 e del 19 ottobre, portando con sé e facendo partecipare tutti i colleghi che è capace di mobilitare. Perché il 18 e il 19 siano un’ulteriore vittoria e segno inequivocabile di riscossa. Perché nella due giornate scorra il filo rosso della piazza del 5 ottobre e continui a tessere dal basso una rete di organizzazioni e singoli che unisce fabbriche, aziende e piazze per liberarsi da chi li opprime e reprime.

18 e 19 non sono solo occasioni di convergenza, sono possibili passi per alimentare quel disordine che è preludio di un nuovo ordine sociale. Per mettere in campo diffuse, unitarie e continuative iniziative che portino alla caduta del governo Meloni per mano delle masse popolari, che impediscano che si formi un qualunque altro governo delle Larghe intese che attua lo stesso programma e che portino a imporre invece un governo formato da chi ha la fiducia delle masse popolari.

Che si organizzino picchetti, blocchi stradali e mille altre forme di disobbedienza al ddl1660! Con forza, onore e coraggio la classe operaia e i lavoratori del nostro paese possono dare una spallata decisiva per cacciare il governo dei nostalgici del ventennio e invertire il corso disastroso delle cose in cui la borghesia vuole costringerci. Alla lotta!

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