Le armi all’Ucraina e le bombe su Caivano

La Meloni e il suo governo sono deboli con i forti e forti con i deboli. Servi di Usa, Ue e sionisti nelle loro guerre ma speculatori e affaristi per il traffico di armi. Innocui, se non complici, con le organizzazioni criminali ma feroci con le masse popolari. Alcune inchieste giornalistiche delle ultime settimane hanno contributo a smascherare ulteriormente questa natura.

Abbiamo già avuto modo di trattare dell’inchiesta di Altreconomia che ha smascherato l’esportazione di armi verso Israele, proseguita anche e soprattutto dopo il 7 ottobre, al contrario di quanto avevano affermato Crosetto e Tajani. A questa si è aggiunta negli ultimi giorni la notizia della vendita di armi all’Ucraina per 417 milioni nel solo 2023. Vendita per cui Crosetto ha dovuto rispondere in parlamento, visto che è avvenuta al di fuori delle decisioni prese dal parlamento e definite nella deroga nel 2022 (decreto legge n. 14 del 2022, all’articolo 2-bis). Le esportazioni di armi a paesi in guerra o sottoposti a embargo non finiscono qui. Secondo questo articolo de Il Fatto quotidiano è il caso dell’Arabia saudita (sotto embargo per la guerra in Yemen) e l’Egitto.

È solerte la patriota Meloni a mettersi sotto i piedi gli interessi patrii, la Costituzione italiana e le masse popolari del suo paese quando arrivano ordini Usa, Ue e sionisti. Non si può dire lo stesso per le politiche riservate alle masse popolari del nostro paese e ai problemi che queste vivono sui luoghi di lavoro e sui territori. Un esempio è il reportage che riteniamo utile rilanciare de Il Fatto quotidiano su Caivano, comune reso prima simbolo di criminalità e illegalità e poi di legalità “ripristinata” dal governo Meloni.

Quello che avviene a Caivano rappresenta bene le operazioni di guerra che il governo porta avanti contro le masse popolari del paese. Lo sintetizzano molto bene le voci delle masse popolari del comune (che il Fatto riporta nel video interno all’articolo e che invitiamo a guardare). La presenza dello Stato invece che aiutare le masse popolari, le colpisce ulteriormente mettendo in campo sgomberi delle occupazioni abitative. Interviene con 30 milioni per dare una “pittata di vernice” al parchetto e al centro sportivo, ma lascia senza lavoro e senza reddito di cittadinanza la popolazione, che ora si trova anche cacciata dalla propria casa. Alimenta quindi il terreno fertile per la criminalità organizzata.

Mentre quindi con una mano il governo Meloni fa affari e specula sulle guerre in cui Nato e sionisti ci trascinano, con l’altra prosegue a “sganciare bombe” contro le masse popolari del paese. Questa è la principale guerra su cui il governo sta concentrando energie e risorse. Una guerra che miete vittime giornalmente: 4 morti al giorno sul lavoro e 5 morti all’ora di malasanità sono solo alcune cifre di questa guerra. Per dirle con le parole della Meloni, è il campo in cui lei di sicuro è più “muscolare nei fatti che negli atteggiamenti”, atteggiamenti con cui tenta di mascherare la lotta contro l’organizzazione delle masse popolari sotto il paravento della lotta all’illegalità.

Dall’inchiesta del Fatto emerge bene come le vere soluzioni nei quartieri e nelle città italiane siano prima di tutto lavoro, casa e salute. Emerge altrettanto bene che questo non è un governo a cui chiedere risposte o azioni che fanno gli interessi delle masse popolari (come non lo sono mai stati quelli del Pd del resto!). Lavoro, casa e salute devono essere difesi e ricostruiti dal basso, organizzandosi sempre di più e sempre meglio. Sempre più in ogni quartiere e caseggiato, sempre meglio perché animati e legati dall’obiettivo comune di togliere quartieri e città dalla cortina di fuoco del governo e prenderli in mano direttamente, con soluzioni adeguate caso per caso.

Già nelle prossime settimane sono previste varie iniziative, scioperi e proteste: dagli scioperi dell’11 e del 20 aprile proclamati da Cgil-Uil passando per il 25 aprile e il 1 maggio, fino alle manifestazioni contro Nato e sionisti per fermare la guerra in corso in Palestina. Partecipare, costruire iniziative su ogni territorio, renderle un fiume ininterrotto fatto di iniziative concatenate che servano a rendere sempre più il paese ingovernabile alla Meloni è quello che serve alle masse popolari del paese.

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