Per un primo maggio di lotta e organizzazione!

Dall’inizio del 2023 nel nostro paese si contano giĆ  quasi 300 morti sul lavoro.

Per quanto si voglia pensare ad eventi fortuiti, gli incidenti sul lavoro portano con sĆ© le responsabilitĆ  di padroni che non applicano le norme previste in materia di sicurezza sul lavoro che in Italia giĆ  esistono, accorgimenti che se attuati ridurrebbero gli infortuni e le morti sul lavoro quasi allo zero. Ai padroni del nostro paese, come degli altri paesi capitalisti conviene di più giocare d’azzardo con la vita dei lavoratori eludendo i costi di messa in sicurezza degli impianti per aumentare i loro profitti. Ma la questione non può essere ridotta solo alla normativa: lavorare 8/9 ore a ritmi sempre più serrati può portare anche i lavoratori più esperti a commettere errori o leggerezze, ĆØ la produttivitĆ  a dettare i tempi di lavoro! ƈ questa la foglia di fico dietro cui i padroni spesso si nascondono per autoassolversi e far ricadere tutte le responsabilitĆ  sugli operai.

Non possiamo più limitarci alla denuncia del cattivo presente, ma dobbiamo ā€œvendicareā€ le altre 3 morti quotidiane sui posti di lavoro lavorando ancora di più alla formazione di organizzazioni operaie e organizzazioni popolari nelle aziende capitaliste e pubbliche, che impongano i loro protocolli di sicurezza e la relativa applicazione, senza aspettare ispettori ASL e altri enti ridotti al lumicino. Bisogna cacciare il governo Meloni e lavorare di più e meglio alla costruzione di un governo di emergenza popolare che cancelli leggi antioperaie e antipopolari come il Jobs Act e la Legge Biagi. Un governo capace di imporre ai padroni che arrecano un danno ai lavoratori mentre sono nella loro proprietĆ  (e per cui sono responsabili) pene severe e immediate: il sequestro di ogni bene personale a scopo cautelativo per i risarcimenti, il divieto di tornare a ā€œfare impresaā€ una volta pagato quanto dovuto. Un governo che prenda in consegna la direzione delle aziende per evitare che i lavoratori si trovino senza lavoro per colpe non loro e continui a mandarle avanti.

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