La libertà di un popolo e quella dei carcerati non possono essere disgiunte!
La Segreteria Federale Campania del Partito dei CARC esprime massima solidarietà a Pietro Ioia, garante dei diritti dei detenuti del Comune di Napoli, che nella giornata di ieri 18 ottobre 2022 è stato sottoposto ad arresto “preventivo”, con l’accusa di aver favorito l’accesso in carcere di telefonini e droga.
L’arresto è un chiaro attacco politico e un segnale del clima che si respira nel Paese. Ioia, insieme ai detenuti napoletani e ai loro parenti, è stato protagonista, in questi anni, di tante battaglie per imporre migliori condizioni di vita e dignità durante lo stato detentivo. Pietro è uno che in carcere c’è stato per ventidue anni. Ha vissuto in prima persona il volto repressivo delle autorità borghesi e i due pesi e due misure utilizzati per detenuti “facoltosi” e “rispettabili” rispetto ai detenuti “comuni”, individui delle masse popolari, per i quali la detenzione è tortura, psicofarmaci e sottomissione. Con buona pace della retorica sulla rieducazione e reinserimento nella società. Del resto, nessun reinserimento è possibile in una società, quella borghese, fondata sulla discriminazione di classe e sull’esclusione sociale.
Ioia per primo ha denunciato l’esistenza della cosiddetta “cella zero” a Poggioreale, la cella delle torture. Ha sostenuto le rivolte dei detenuti durante l’emergenza da Coronavirus e ha imposto un’ispezione dei candidati alle ultime elezioni politiche all’interno del carcere. In definitiva, ha mostrato che anche il carcere è un ambito della lotta di classe e della mobilitazione delle masse popolari.
Per questa sua attività viene oggi arrestato da quelle stesse autorità di cui è stato per anni spina nel fianco. Si fa passare Ioia per “Al Capone” e lo si sbatte come un mostro in prima pagina solo per delegittimare la battaglia dei detenuti e dei loro parenti. Lo si accusa facendo finta che il telefonino, la droga e qualsiasi oggetto non consentito non sia un business condotto innanzitutto da quelle stesse autorità che denunciano Ioia. Oggetti che all’interno di quelle celle sono lussi e vizi che possono permettersi solo in pochi insieme a pranzi da ristorante, celle spaziose, incontri con partner sessuali e altri “privilegi” simili di cui le autorità carcerarie sono a conoscenza e, quindi, complici quando non proprio responsabili.
Non è un caso che anche il garantismo e l’innocenza fino a prova contraria siano lussi per pochi e non diritto per tutti. A poche ore dall’arresto di Ioia, decine di presunte intercettazioni sono di dominio pubblico. Ora, se era prevedibile che il sindaco di Napoli Manfredi, del PD, garante degli interessi dominanti, di padroni e padrini della città, si esprimesse per togliere a Ioia ogni incarico e riconoscimento, inaccettabile è che persino De Magistris, il sindaco che l’aveva nominato, dichiari oggi di “essersi fidato” e, pertanto, di aver commesso un errore. L’ennesima “caduta” del sindaco “ribelle” e “fuori dal sistema” che, per tutta la campagna elettorale appena conclusa, da portavoce e candidato di punta di Unione Popolare, ha girato in lungo e in largo il Paese dicendo di voler governare “dalla parte degli sfruttati”, “degli ultimi”, “di chi lotta”, ecc. Che De Magistris si rimangi in fretta queste dichiarazioni! Che si metta alla testa della solidarietà con i detenuti napoletani e del loro garante! Lo sommergano di critiche e pretendano questo innanzitutto gli attivisti e le attiviste di Unione Popolare!
Rispetto a questi attacchi non bisogna cedere di un metro. A partire dalla gestione criminale della pandemia del 2020 ad oggi si è verificato un salto di qualità nel ricorso alla repressione da parte delle autorità borghesi. Questo salto non ha riguardato solamente i comunisti e le avanguardie di lotta o la sola popolazione carceraria, ma milioni di elementi delle masse popolari che, a vario titolo, sono stati oggetto di repressione da parte delle autorità borghesi durante i lockdown, manganellati ai picchetti davanti alle aziende o nelle manifestazioni di piazza mentre rivendicavano sicurezza, lavoro e agibilità politica e sindacale, colpiti, nei casi più gravi, da misure carcerarie anch’essi e, costantemente, da tutte quelle forme di intimidazione e repressione, sottile o esplicita (dal ricatto sui luoghi di lavoro e di studio alle multe) messe in campo da enti e apparati della Repubblica Pontificia.
Per questo non solo è fondamentale esprimere, senza se e senza ma, la solidarietà verso ognuno che questi attacchi ha subito, ma bisogna studiare e formarsi per imparare a fronteggiare, in maniera cosciente e organizzata, ogni tentativo del nemico di arrestare l’indignazione, la lotta e la mobilitazione dei comunisti, delle masse popolari e delle loro avanguardie.
A tal fine, consigliamo lo studio e la circolazione più ampia possibile del Manuale di Autodifesa Legale (liberamente scaricabile a questo link), in particolare dei capitoli L’arresto e il fermo, Qualche informazione sul carcere e Quando un compagno finisce in carcere. La conoscenza delle armi del nemico, la formazione e la preparazione cosciente a resistervi contrattaccando sono armi formidabili quando si finisce, per l’appunto, “nelle mani del nemico”.
Piccolo Manuale di Autodifesa Legale
Sai quali precauzioni prendere per ridurre al minimo il rischio di essere fermato in caso di cortei militanti? Sai quali sono i tuoi diritti? Sai come comportarti durante un interrogatorio o una perquisizione? Conoscere i tuoi diritti previene gli abusi polizieschi.
Consulta questo link!
La Federazione Campania del Partito dei CARC esprime la piena solidarietà ai detenuti napoletani e al loro garante, perché, il diritto anche a una carcerazione che non sia in danno alla dignità della persona è un diritto inalienabile e una misura di civiltà. Ma soprattutto perché il carcere sia sempre più ambito della lotta per imporre un Governo di Emergenza delle masse popolari organizzate e non il mostro di terrore che la borghesia continuamente agita per minacciare i comunisti, le avanguardie di lotta e tutti quelli che resistono agli effetti più gravi della crisi del sistema capitalista.
Chiamiamo tutte le forze politiche e sindacali, tutti i sinceri democratici e le organizzazioni operaie e popolari a fare lo stesso. Che l’arresto di Ioia susciti indignazione e proteste fuori e dentro le carceri. Che la richiesta della sua scarcerazione immediata viva nelle prossime scadenze e mobilitazioni operaie e popolari, locali e nazionali, dalla manifestazione nazionale di Bologna del 22 ottobre prossimo a quella del 5 novembre, a Napoli.
La solidarietà è un’arma, usiamola!
Segreteria Federale Campania del P.CARC