Il 23 marzo 2022 è stato pubblicato in Gazzetta Ufficiale un DPCM che decretava la costruzione di una nuova base militare a Coltano. Dopo che il consigliere comunale Ciccio Auletta (Una città in Comune) ha reso noto il progetto che fino ad allora era stato tenuto nascosto alla cittadinanza con il beneplacito delle istituzioni (se ne parlava infatti dal 2019), la mobilitazione del territorio non è tardata ad arrivare.
Dopo il partecipatissimo corteo del 2 giugno nel parco di Migliarino-San Rossore-Massaciuccoli (sito scelto per la costruzione dei 73 ettari della nuova base…) che ha visto la partecipazione di comitati, collettivi, lavoratori e studenti da tutta Italia, il Movimento No Base – Né a Coltano né altrove e il Comitato per la Difesa di Coltano, nati a seguito della scoperta del progetto, hanno continuato la loro mobilitazione sul territorio (oltre al Comitato NO Camp Darby che da anni opera nella zona).
Hanno stilato un calendario di mobilitazioni e incontri con la cittadinanza non solo per mostrare i motivi per cui la base militare non va costruita a Coltano, ma anche perché affermare con forza che non deve essere costruita da nessun’altra parte! In queste settimane si stanno susseguendo incontri pubblici sui temi della guerra e dell’economia di guerra, sulla militarizzazione del territorio pisano (che vede già infrastrutture come la base statunitense di Camp Darby e l’aeroporto militare), sulla speculazione delle grandi opere.
Ma soprattutto stanno discutendo di progetti alternativi su come poter impiegare a favore delle masse popolari gli oltre 190 milioni di euro di soldi pubblici stanziati per la costruzione della base militare.
È questo uno dei tanti esempi e una dimostrazione che le masse popolari organizzate sanno fare progetti di utilizzo dei fondi pubblici decisamente migliori di quelli della classe dominante che non ha interesse nel migliorare le condizioni di vita della collettività, ma solo di speculare e favorire gli affari dei capitalisti italiani e stranieri, della NATO e della Comunità Internazionale!
Il 7 luglio si è tenuta a Roma la seconda riunione del tavolo interistituzionale con l’Arma dei Carabinieri da cui però, stando alle notizie contrastanti delle varie testate giornalistiche, non si comprende bene cosa ne sia venuto fuori. Sembra che sia passata la linea dello “spacchettamento” della base in più punti del territorio della provincia di Pisa, oltre alla “garanzia” per i reparti speciali dei Carabinieri di avere comunque la loro sede vicino all’aeroporto militare. Ma nessuno ha fatto il minimo riferimento al ritiro del DPCM per la costruzione dell’opera. Anzi, il sindaco di Pisa Michele Conti rivendica la linea dello spacchettamento come una soluzione di buon senso!
Una vera e propria presa in giro, l’ennesima. Il punto non è dove e come costruire la base, il punto è proprio che non va fatta! Contro la logica della militarizzazione e contro un governo che sta letteralmente trascinando il nostro paese in guerra, i comitati pisani e il resto delle masse popolari possono e devono contrapporre l’unica ma formidabile arma che hanno in mano, quella dell’organizzazione dal basso.
Il ciclo di incontri di queste settimane che proseguirà per tutta l’estate e nei prossimi mesi, mette al centro la costruzione dell’alternativa dal basso ai progetti guerrafondai del governo. Come gli operai GKN con il loro progetto del Polo della Mobilità Sostenibile, anche a Coltano cittadini e solidali stanno nella pratica diventando la “nuova classe dirigente” dal basso che serve al paese, che studia collettivamente, pianifica e comincia ad attuare dal basso le misure che servono.
Per fermare la militarizzazione selvaggia del territorio, le delocalizzazioni e chiusure di aziende (tra l’altro oggi, 9 luglio, ricorre il primo anniversario della lotta GKN), il disastro ambientale dobbiamo cacciare il governo Draghi! I comitati contro la base di Coltano e in difesa del parco si stanno già coordinando con le altre mobilitazioni del territorio: con la lotta GKN, con le lotte degli studenti e anche con la lotta dei comitati contro il rigassificatore di Piombino.
Come P.CARC sosteniamo senza se e senza ma la lotta dei comitati pisani e di tutte le masse popolari che si organizzano per mettere mano agli effetti più gravi della crisi. Far confluire tutte le mobilitazioni con l’obiettivo di cacciare il governo Draghi è il lavoro che quotidianamente mettiamo in campo, portando la prospettiva di passare dal “contro” al “per”.
Oggi più che mai è evidente che gli interessi di chi ci governa sono opposti e inconciliabili con quelli delle masse popolari da un capo all’altro del paese. Per questo quello che serve è partire dalle centinaia di esperienze di organizzazione dal basso delle masse popolari che si occupano già oggi di mettere mano ai problemi grandi e piccoli che le affliggono. Il coordinamento è il passo successivo, fino a ribaltare i rapporti di forza e imporre un governo di emergenza emanazione delle masse popolari e che faccia veramente i loro interessi!
Né con la normalità della classe dominante, né con la loro emergenza! Lo stato di emergenza lo dichiariamo noi!
Federazione Toscana del P.CARC