[Toscana] Uniti e coordinati per abolire il Green Pass e contro il governo Draghi!

Seppure un po’ in ritardo rispetto ad altre parti del paese, anche qui in Toscana ci sono state, negli ultimi mesi, diverse mobilitazioni contro il GP da parte di gruppi di lavoratori organizzati.

Il 15 febbraio a Firenze il comitato Io non ci sto, composto in maggior parte da lavoratori (vaccinati e non) del settore sociosanitario, ha promosso un presidio sotto la Prefettura, e un successivo passaggio davanti alla Agenzia delle Entrate, per protestare contro l’entrata in vigore dell’obbligo vaccinale (e quindi del super GP) per i lavoratori che hanno oltre 50 anni e contro le sanzioni economiche verso chi non ottemperava all’obbligo. Si tratta anche di una palese violazione della privacy e dei dati sanitari, che il Ministero della Salute (sic) ha messo in mano al fisco, di cui non fatichiamo a ricordare le gesta repressive con la mai abbastanza odiata Equitalia.

Il 20 febbraio c’è stata un’assemblea con microfono aperto ai cancelli della Vitesco (ex Continental) di Fauglia (PI), promossa da un gruppo di lavoratori della fabbrica contro il GP e che ha visto intervenire e portare sostegno oltre cento persone. Da questa iniziativa ne sono state sviluppate altre, come l’avvio di una cassa di resistenza a sostegno di coloro che si sono ritrovati senza lavoro (alcuni fin da metà ottobre); è stata svolta una prima riunione di promozione del coordinamento fra lavoratori di diverse aziende (Vitesco, Magna di Livorno, Solvay di Rosignano per citarne alcune), che porterà la solidarietà di classe ai colleghi costretti fuori dalle aziende per le loro legittime posizioni nei confronti del vaccino e delle politiche sanitarie governative.

Il 4 marzo alcuni dei promotori dei due presidi parteciperanno, in modalità online, a una iniziativa promossa dalla Federazione Lombardia del P.CARC a Gratosoglio per confrontarsi con altri comitati e gruppi di lavoratori per condividere esperienze, problemi, prospettive delle rispettive lotte.

Questa sana mobilitazione è alimentata dal fatto che l’obbligo vaccinale è una vessazione, non solo nei confronti di pochi lavoratori non vaccinati e non contagiati dalla variante Omicron del Covid 19 (a cui il governo Draghi ha dato nella pratica il via libero definitivo, sposando la linea di Renzi della “convivenza” con il virus: una linea che ad oggi ha portato a oltre 153mila morti), ma anche verso i moltissimi che si sono visti costretti a vaccinarsi per non rimanere senza stipendio.

Il governo Draghi ha alimentato in ogni modo la diffidenza nei suoi confronti e verso le sue misure cosiddette sanitarie (e il GP non lo è), i cui risultati sono sotto gli occhi di tutti; è evidente che il problema principale consiste nello smantellamento della Sanità pubblica, che il Covid ha smascherato e su cui non hanno fatto nulla. Anzi, i cosiddetti “angeli” che ci lavoravano sono stati repressi come untori o disfattisti quando hanno osato lamentarsi di un trattamento fatto di ferie sospese, turni massacranti, zero assunzioni stabili e zero aumenti in busta paga (qualcuno anzi ci ha rimesso passando dalla sanità privata a quella pubblica!) dopo essere stati mandati a fronteggiare il Covid praticamente a mani nude, senza DPI e senza direttive adeguate, chi ha denunciato tali mancanza è stato colpito da provvedimenti disciplinare in virtù degli odiosi vincoli di fedeltà aziendale (ricordiamo la vicenda e la lotta dell’infermiere della ASL Nord-Ovest, Marco Lenzoni). Un modo di affrontare la pandemia diametralmente opposto a quello usato da paesi che discendono dal campo socialista, come Cuba e la Cina, dove nonostante la vaccinazione non fosse obbligatoria i risultati sono stati diametralmente opposti: in termini di contagi, morti e vaccinazioni “volontarie”.

Il governo Draghi, con la sua spinta a coinvolgere il paese nella guerra in Ucraina e imponendo l’ennesimo rinnovo dello stato di emergenza, che gli permette di bypassare quasi ogni vincolo parlamentare e costituzionale, conferma la legittimità di dubbi, incertezze e resistenza che questi lavoratori oppongono al suo operato, conferma la sua natura di classe e di come sia il “comitato di affari” della borghesia imperialista: il distacco che lavoratori e masse popolari provano sempre di più, la diffidenza verso le sue misure, sono sacrosanti!

Un altro elemento molto importante su cui questi comitati, associazioni e gruppi cominciano a ragionare è il “dopo” GP (sempre che venga tolto). Alcuni cominciano a legare la questione particolare al resto delle misure repressive che la classe dominante impone sempre più nel resto della società, ai tanti altri problemi che riguardano le aziende in una fase di crisi così profonda. Il GP è stato utile per togliere sanificazioni, controlli sanitari e DPI, per scaricare sul lavoratore la responsabilità di salute e sicurezza; con la scusa della pandemia sono aumentate a dismisura limiti, divieti e restrizioni per cortei, assemblee e ogni occasione di ritrovo, discussione e confronto dei lavoratori e delle masse popolari. Le assemblee sindacali sono state vietate, mentre alla catena gli operai possono tranquillamente continuare a stare ammassati. E poi ci sono i Contratti Collettivi Nazionali da rinnovare da anni con salari da fame, il clima in azienda che assomiglia sempre più a quello di una caserma, carichi di lavoro sempre più pesanti per chi è in produzione a fronte di milioni di disoccupati (vaccinati e non) lasciati per strada… sono diversi i temi a cui si comincia ad arrivare partendo dal GP, che rimane un elemento particolare di un contesto economico, politico, sociale e ambientale generale sempre più degradato.

I lavoratori e le masse popolari sono i protagonisti principali del necessario “cambio dei rapporti di forza” e per l’abolizione del GP, come dicono gli operai del Collettivo di Fabbrica della GKN di Firenze, che per il 26 marzo hanno lanciato una manifestazione nazionale dalla piattaforma “aperta”. Con questo intendono dire che può partecipare chiunque si rende conto che non è più possibile proseguire in questo modo e si vuole attivare per cambiare il catastrofico corso delle cose, su cui il governo Draghi e la classe dominante ci trascinano, e lo fanno con la guerra tra poveri e le divisioni che hanno alimentato forsennatamente anche con la questione del GP, essenziale per deviare la crescente rabbia, insofferenza e resistenza operaia e popolare da loro stessi.

Alcuni gruppi come quello dei lavoratori Vitesco e il comitato Io non ci sto hanno già aderito a questa manifestazione dove porteranno i propri contenuti, per Convergere e Insorgere insieme e porre le basi di un governo che faccia i loro interessi e non quelli di multinazionali, fondi di investimento e case farmaceutiche che sulla crisi si ingrassano, per una Sanità pubblica, efficiente e gratuita che tuteli realmente salute e sicurezza pubbliche, per scuole e università nuovamente accessibili, per prevenire una guerra che avrebbe esiti catastrofici e di cui stiamo vivendo degli “assaggi” con i rincari astronomici di bollette e generi di prima necessità.

Vaccinati e non vaccinati, uniti nella lotta contro il GP e contro il governo Draghi!

Organizzarsi, confrontarsi e coordinarsi fra lavoratori, studenti, ambientalisti e masse popolari per imporre il NOSTRO governo di emergenza e cacciare quello della borghesia, per imporre il Governo di Blocco Popolare!

Federazione Toscana del P.CARC

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