Contrattaccare alla Ginori di Sesto Fiorentino
Firenze. Il 18 marzo la Sezione di Firenze del P.CARC ha tenuto un dibattito sulla vertenza della Richard Ginori di Sesto Fiorentino a cui hanno partecipato 2 operai della fabbrica (uno è RSU), militanti sindacali e politici e i membri della sezione. Lo spunto della discussione è stato l’Avviso ai Naviganti n. 69 del (n)PCI “Contrattaccare alla Ginori”.
Si è trattato di un’iniziativa che dimostra praticamente la collaborazione fra i due partiti della Carovana, la sviluppa oltre la diffusione del materiale e la inquadra nel principio “P.CARC e (nuovo)PCI si rafforzano reciprocamente nella lotta comune”.
Nel particolare, l’Avviso ai Naviganti n. 69 è un contributo all’analisi e al bilancio della lotta contro la chiusura della Ginori nel 2013, ne individua gli insegnamenti e sintetizza i limiti degli sviluppi successivi, quelli per cui quegli stessi operai che hanno ottenuto una vittoria molto importante, all’epoca, oggi devono fronteggiare nuovamente la minaccia della chiusura. Pertanto il documento rilancia la lotta per invertire il corso della “morte lenta” a cui Gucci (il padrone, per conto della francese Kering) sta portando l’azienda, di cui gli 87 licenziamenti previsti dal nuovo “piano industriale” sono parte.
Il bilancio dell’esperienza riguarda anche l’intervento che il P.CARC ha fatto, sia nel momento di picco della mobilitazione sia nella fase successiva, dopo la vittoria, pertanto la Segreteria Federale Toscana ha attinto dal contributo per ragionare sui limiti e per correggerli, usando l’organizzazione dell’incontro proprio come strumento per riprendere con continuità l’intervento alla Ginori.
Del resto, il principale limite che l’Avviso ai Naviganti evidenzia riguarda proprio noi comunisti, che non siamo andati al di la della propaganda generica e senza continuità nel sostenere la strutturazione e lo sviluppo di un’organizzazione operaia interna all’azienda dopo la vittoria. Non abbiamo saputo individuare le tendenze che stavano prevalendo fra gli operai più avanzati, prima fra tutte quella a dare la battaglia per conclusa e, in un certo senso, a mettere i remi in barca, nella nostra analisi della situazione non ci siamo spinti oltre a ciò che gli operai dichiaravano (non abbiamo fatto analisi concreta della situazione concreta) e non siamo stati abbastanza risoluti nell’alimentare il gruppo operaio che si era costituito, nel coinvolgere nuovi operai per rafforzarlo in vista dei nuovi attacchi che sarebbero arrivati dal padrone.
Si tratta di imparare dagli errori e la discussione, molto vivace, ci ha fornito elementi per ragionare sul che fare per sostenere la nuova battaglia.
Che fare? A Sesto Fiorentino esiste un tessuto operaio combattivo, negli anni ha preso forza il Comitato Mamme NO Inceneritore, esistono aggregati popolari attivi sul territorio su svariati temi, alle scorse elezioni amministrative ha vinto un candidato in rottura con il PD: gli operai della Ginori hanno molti alleati e il loro ruolo nella costruzione di una Amministrazione locale di emergenza, legandola alla salvaguardia dei posti di lavoro, è di primo piano, a partire dal ripristino del museo di Doccia, contenente 8 mila pezzi che rappresentano trecento anni di storia della fabbrica e della ceramica italiana, lasciato all’abbandono. Questo è uno spunto e un esempio. Molti altri ce ne sono e molti altri saranno individuati e perseguiti quanto più gli operai si legano alle organizzazioni popolari e alle altre organizzazioni operaie del territorio. E questo è l’orientamento del nostro intervento: favorire e sostenere il processo di costituzione di una organizzazione operaia che si occupa dell’azienda ed esce dall’azienda. In questo, una superiore collaborazione con il (nuovo)PCI è un punto di forza e una linea di sviluppo.
Raddoppia la diffusione de La Voce!
Su Resistenza n. 1/2017, nell’articolo “La rivoluzione non scoppia, è già in corso” avevamo parlato della “rettifica necessaria e salutare” che dovevamo compiere rispetto alla collaborazione fra P.CARC e (nuovo)PCI in particolare sull’utilizzo e sulla diffusione de La Voce e della letteratura del (nuovo)PCI, sia all’interno (come formazione) che nel lavoro esterno. La necessità della rettifica è emersa dalle riflessioni sul rapporto tra i due partiti “fratelli” (vedi “Due partiti diversi…” a pag. 3”) scaturita dalle discussioni delle due intervista al Segretario Generale del (nuovo)PCI, il compagno Ulisse, che abbiamo pubblicato sul numero 11-12/2016 e sul numero 2/2017 di Resistenza. E la rettifica sta dando alcuni frutti: le Sezioni del P.CARC hanno organizzato 9 presentazioni del numero 54 de La Voce, il numero delle copie diffuse è raddoppiato, 17 sono state le discussioni della prima intervista a Ulisse e 27 sono state quelle della seconda (ma ne sono in programma altre, di entrambe) a cui hanno partecipato decine e decine di compagni e compagne da nord a sud. Discussioni vive, che fanno emergere dubbi, domande, anche divergenze che vengono approfondite, trattate, sono discussioni che consentono di elevare complessivamente la coesione ideologica dei membri della Carovana del (nuovo)PCI e di portare una ventata di aria fresca che spazza via i rituali impotenti della sinistra borghese (come ha avuto modo di dire una compagna che si sta avvicinando da poco tempo).
Fra i molti temi che emergono in ogni discussione delle interviste, uno è ricorrente e merita di essere approfondito ancora: cosa vuol dire collaborare con il (nuovo)PCI? Aderire al P.CARC esaurisce la collaborazione che un compagno o una compagna possono offrire al (nuovo)PCI? Il (nuovo)PCI è un partito a tutti gli effetti, distinto dal P.CARC, ha sue strutture centrali e periferiche. Militare nel P.CARC non significa automaticamente collaborare con il (nuovo)PCI, anche se la relazione fra due fratelli è necessariamente stretta. Collaborare con il (nuovo)PCI, significa considerare che “molti sono i modi con cui un compagno può contribuire alla nostra azione pur non candidandosi al Partito (né, più in generale, entrando a far parte di organismi della Carovana del (n)PCI). Ne indichiamo alcuni, per rendere l’idea:
– farci avere il suo indirizzario mail per potenziare la nostra lista di distribuzione,
– aggiornarci sull’andamento della lotta di classe in aziende capitaliste e pubbliche nella sua zona,
– aggiornarci su quanto avviene nella sua zona (smantellamento di industrie, lotte operaie, lotte ambientaliste, ecc.),
– segnalarci iniziative interessanti che si tengono nella sua zona e singoli e/o organismi su cui reputa che è opportuno che noi interveniamo,
– farci avere comunicati, volantini e prese di posizione prodotti da organismi della zona che ritiene utile farci conoscere,
– inviarci resoconti di iniziative e manifestazioni a cui partecipa, segnalandoci le persone interessanti su cui intervenire e i loro recapiti,
– diffondere su Facebook i comunicati del Partito,
– proporre temi da trattare su La Voce e inviarci le sue considerazioni (riflessioni, critiche, proposte) sulla rivista,
– riprodurre e diffondere La Voce nella sua cerchia,
– raccogliere e trasmetterci valutazioni e considerazioni sulla nostra propaganda,
– farci sottoscrizioni,
– metterci in collegamento con persone o organismi,
– dare un sostegno logistico per lo sviluppo dell’attività del Partito (ad es. metterci a disposizione seconde case o affittare a suo nome locali per tenere riunioni clandestine, ecc.)” – da “La nostra opera è grande, il contributo di ognuno prezioso” – La Voce n. 49.