Come sezione torinese del P.CARC aderiamo e partecipiamo alla chiamata cittadina per il presidio solidale del 31 marzo, ore 10 di fronte al Tribunale, lanciato da Associazione a Resistere in occasione della conclusione del primo grado del processo “Sovrano” contro il C.S.O. Askatasuna, il Movimento No Tav e lo Spazio Popolare Neruda, le cui lotte (e ruolo) sono fumo negli occhi per il “Sistema Torino”.
Ad un primo sguardo, il processo “Sovrano” si configura – e lo è – come un attacco ai danni dei principali attori della rete promotrice delle lotte di difesa dei diritti nella nostra città per il ruolo che hanno saputo assumere nel conflitto sociale e di classe. A ben guardare però, è l’agibilità politica dell’intero movimento di resistenza spontanea delle masse popolari tutto e delle sue avanguardie ad essere sotto scacco.
Pertanto, serve una risposta politica forte, unita e capillare: difendere queste realtà significa difendere l’agibilità politica di tutte e di tutti e la solidarietà di classe e la mobilitazione popolare possono far sì che il macigno repressivo sollevato dal nemico gli ricada in testa! Che ogni processo che il nemico muove contro di noi diventi un processo che noi muoviamo al nemico, passando da accusati ad accusatori: la risposta ad ogni attacco, piccolo o grande che sia, deve essere la promozione di una vera e propria campagna di organizzazione e coordinamento dal basso in sinergia con quanto già si muove al fine di costruire una nuova e superiore gestione del territorio!
Infatti, per farla finita con guerra, devastazione, speculazione e repressione serve imporre non solo un nuovo governo della città, bensì un nuovo governo del paese, un governo di emergenza popolare che grazie alla forza delle masse popolari organizzate ne realizzi interessi e aspirazioni. Quindi, agli 88 anni di carcere e ai 7 milioni di euro di risarcimenti richiesti dalla Procura, ai 13 anni di indagini condotte e promosse dall’ex capo della Digos torinese Carlo Ambra, alle quasi 5mila pagine di requisitoria, alle oltre 40 udienze, alle migliaia e migliaia di euro di soldi pubblici dilapidati, alle centinaia di intercettazioni e pedinamenti, alle indagini patrimoniali agli imputati (con la ‘Ndrangheta che ringrazia) rispondiamo estendendo il fronte, compatto, della solidarietà impegnandoci ulteriormente non solo a resistere e a difenderci, ma a passare all’attacco nel creare una nuova governabilità dei territori, di cui la Val di Susa con il Movimento No Tav, da oltre 30 anni, rappresenta un esempio da cui imparare ma soprattutto da rilanciare (Imparare dall’esperienza del movimento NO TAV per una resistenza efficace agli effetti del programma comune della borghesia imperialista! – Comunicato n.3 del Comitato di Partito A. Gramsci del (nuovo)PCI).
Tra i vari insegnamenti, uno su tutti: è necessario fare bilancio dell’esperienza di lotta fin qui condotta (contro la repressione ma non solo) al fine di adeguare le forme della lotta, della militanza e dell’organizzazione di fronte alla natura e al livello della guerra che il nemico muove contro il nostro lato della barricata. L’agibilità politica non rimane immutata, si modifica e si aggrava man mano che il sistema borghese va in cancrena: si tratta di non farci dettare i tempi (e le modalità) della riscossa dal nemico. La rinascita del movimento comunista cosciente e organizzato è elemento discriminante per promuovere e vincere la nuova guerra di liberazione nazionale: tutto ciò, per noi del P.CARC, si sintetizza nella conferma della giustezza e necessità dell’esistenza di due Partiti comunisti – il (nuovo)PCI e il P.CARC – che, combinati, rispondono a queste esigenze (a maggior ragione in una fase in cui il movimento comunista è ancora debole).
Con buona pace dei pennivendoli di regime e dei servili politicanti di turno, due Partiti fratelli e distinti, con il (nuovo)PCI Stato maggiore della guerra popolare rivoluzionaria di lunga durata che stiamo conducendo. La sua clandestinità è un elemento essenziale che concorre a fornire il carattere offensivo alla nostra opera comune, costruire la rivoluzione socialista nel nostro paese. Come tale, è giusto, necessario e legittimo oltre a consentirgli la promozione di operazioni-verità di messa a nudo del vero volto del nemico (e gli interessi che celano) di cui il comunicato n.14 del Comitato di Partito A. Gramsci, Lucia Musti è la nuova affiliata della mafia del TAV, è un ottimo esempio. Alla canea mediatica che ne è seguita, quello che ci sentiamo di far notare è tanto semplice quanto importante: non solo il (nuovo)PCI ha, stante la reazione scomposta e stridula andata montando, colpito nel segno palesando la verità (che è sempre rivoluzionaria…) ma ha contribuito anche a mostrare che il campo nemico è in scompiglio, attraversato da profonde contraddizioni e guerre tra bande di cui dobbiamo necessariamente imparare ad avvalerci.
Non siamo solo quindi “complici e solidali” con i 28 compagni e compagne sott’attacco – tra cui anche il nostro compagno Alessandro Della Malva – di cui 16 accusati di associazione a delinquere, quanto impegnati a tessere la rete della nuova governabilità del territorio che passa dai capannoni di Mirafiori; dalla lotta contro il fare di Torino una nuova capitale dell’industria bellica al servizio degli imperialisti come con il progetto della Cittadella dell’aerospazio; dalla difesa dei nostri quartieri abbandonati a se stessi così da poter compiere operazioni speculative ed edilizie espellendo i proletari che vi vivono, marginalizzando e ghettizzando parti crescenti della prima periferia; dal contrasto al depauperamento della Sanità, dell’ambiente e dell’istruzione contro la “vocazione” turistica fatta solo di grandi eventi e opere inutili e dannose. Questo il compito che assumiamo e che dobbiamo portare avanti organizzandoci e coordinandoci.
Difendiamo Askatasuna, Movimento No Tav e Spazio Neruda: difendiamo l’agibilità politica delle lotte sociali!
Passiamo al contrattacco: la vera associazione a delinquere è il “Sistema Torino”!
Sezione P.CARC Torino