[Bologna] L’Amministrazione locale che serve e come costruirla – Campagna di tesseramento 2025 

Negli ultimi mesi nella città di Bologna, anche limitandoci alle sole mobilitazioni sul tema dell’ambiente, ci sono stati importanti avanzamenti: dall’assemblea regionale del 25 gennaio organizzata da Reca, il Comitato Besta, alcuni sindacati di base e altri e che ha visto la partecipazione di decine di comitati, alla tappa bolognese del Tour sugli Stati Generali della giustizia climatica e sociale degli operai della GKN, fino alla vicenda della Consulta del Verde, che ha visto l’elezione di Daniela Rocca, esponente del Comitato Besta, a Presidente. 

Nel frattempo l’Amministrazione comunale e regionale del PD, a tutta risposta, chiede sia fatto “a ogni costo” il Passante di mezzo e porta i biglietti del trasporto pubblico a livelli senza pari nel resto del Paese per fare cassa e tranquillizzare gli amici che hanno concesso le obbligazioni (cioè i prestiti per centinaia di milioni di euro che TPER racimola sulla borsa di Dublino) con cui si è “finanziato” (cioè dato in pasto agli sciacalli) il trasporto pubblico.

Interrompere la speculazione edilizia e la turistificazione della citta (che producono l’espulsione dei lavoratori dal centro città – che poi devono spostarsi in macchina – disoccupazione, degrado, chiusure di botteghe storiche, diffondersi dell’economia criminale eccetera), interrompere il consumo di suolo, fare una pianificazione sensata del patrimonio arboreo e, aggiungiamo noi, un piano di rilancio del trasporto pubblico che preveda di tenere aperte aziende come la IIA, ultima produttrice di autobus a livello nazionale, promuovere a ogni livello la partecipazione attiva dei tanti comitati, associazioni e tecnici che hanno in ogni modo dimostrato di saper elaborare dal basso le misure che servono alla città, sono tutte questioni che riguardano il governo del territorio

Ora, presupponiamo lettori che hanno compreso che l’attuale Amministrazione come, in pari grado, una qualsiasi altra amministrazione composta e diretta dai partiti che al momento siedono in parlamento, non è composta da incompetenti, ma da persone che perseguono precisi interessi con scienza e coscienza. Il corollario è che tali soggetti non possono dare corso a misure anche di buon senso, se tal misure cozzano con quegli interessi, a meno che non si venga a creare una mobilitazione popolare tale da obbligarli a fare il “passo di lato”, onde evitare che la situazione “scappi di mano”, come è accaduto al Don Bosco. 

Come possiamo allora, dal basso, costruire un’Amministrazione locale che dà corso alle misure indicate dai comitati e dalle altre organizzazioni operaie e popolari, un’Amministrazione composta da persone che godono della fiducia di queste organizzazioni e che non si fanno cooptare dall’attuale sistema di potere una volta che hanno conquistato la responsabilità di governo (ogni riferimento agli eletti di Coalizione Civica e soci è voluto)? 

Di recente Giuliano Marrucci ha pubblicato su Ottolina TV l’appello A casa chi ha perso la guerra e subito un comitato di liberazione nazionale. Lo spunto è interessante e utile al ragionamento che stiamo facendo. “Dopo la Liberazione di Bologna il Comitato di Liberazione Emilia Romagna svolgeva attività di assistenza alla popolazione e di riorganizzazione della vita economica e sociale, particolarmente in area bolognese, nonché di gestione delle pratiche di epurazione in enti pubblici e privati” (qui). Fu il CLN a designare Dozza sindaco della città. Il CLN fu un articolato sistema di organizzazioni popolari che facevano capo a un unico centro collettivo che definiva le misure necessarie al territorio, mobilitava le masse popolari a far fronte ai problemi concreti, epurava l’Amministrazione locale dai funzionari compromessi col fascismo e designava i suoi delegati in quelle istituzioni, a partire dal Sindaco. 

Non è questo l’ambito di fare un bilancio di quell’esperienza, ci interessa però sottolineare, intanto, ciò che il CLN non fu: 

– una coalizione elettorale, al contrario quando si smobilitarono i CLN e si ridusse il Fronte a un mero cartello elettorale (1948) vinse la Democrazia Cristiana; 

– un mero organismo di “unione delle lotte”, perché una lotta rivendicativa (chiedere che le istituzioni vigenti prendano misure in accordo con gli interessi delle masse popolari), a prescindere dalla sua estensione e dalla radicalità o dal realismo delle misure rivendicate, contiene pur sempre un riconoscimento implicito della legittimità delle istituzioni vigenti; 

– un organismo dove una organizzazione ideologicamente connotata rivendicava la direzione a scapito delle altre, ma al contrario, il CLN teneva insieme tutte le organizzazioni che oggettivamente si davano da fare per liberare il Paese e, successivamente, per cominciare a ricostruirlo. 

In sintesi il CLN agì, da subito, come un organismo di potere popolare. Tale agire non si può assumere dopo che abbiamo vinto le elezioni o dopo che siamo “diventati tanti” ma è, eventualmente, la premessa per vincere le elezioni e diventare tanti. Questo è il modo per costruire l’Amministrazione comunale che serve, quella che il Partito dei CARC chiama un’Amministrazione locale di emergenza che ha la forza di attuare misure che sono in contrasto con gli interessi del comitato d’affari che ad oggi governa la città. 

Se il paragone fra il CLN che operò nella Resistenza e subito dopo appare forzato, è utile prendere atto il prima possibile che l’attuale “democratica” classe dirigente della città e della regione (ma il discorso si allarga alla classe dirigente dell’intero Paese), come, ultimo di una serie, si è visto nel caso di Villa Paradiso, si comporta come una forza occupante: devastazione, saccheggio, speculazioni. Dalla Picierno che, mentre in Regione esplode la cassa integrazione e le aziende chiudono a causa del vassallaggio degli svendipatria verso gli imperialisti USA, si preoccupa di elargire minacce per la presenza di giornalisti “nemici”, fino al Comune di Bologna che, a fronte dell’emergenza abitativa e di anni repressione contro il movimento di lotta per la casa, mette nero su bianco che le case popolari in città sono riservate agli amici e agli amici degli amici: gli esempi si sprecano.   

Che significa in concreto, dunque, quanto andiamo affermando? Significa, per esempio, che la Presidente della Consulta del Verde e le associazioni che sono state “dissidenti” devono uscire pubblicamente affermando che l’aumento delle tariffe del trasporto pubblico a favore di sciacalli è illegittima e, quindi, chiamare tutti alla mobilitazione indetta per il 1 marzo e sostenere l’azione di gruppi organizzati che prendono i mezzi pubblici gratuitamente, come peraltro facevano anche i Consigli di fabbrica negli anni ’70, conquistando così il trasporto pubblico gratuito, almeno in determinate fasce orarie. Significa mettere assieme quanto già esiste di inchieste popolari sulla situazione abitativa, sulle fondazioni dietro i “progetti” immobiliari, sulle leggi di iniziativa popolare e farne non un mero programma elettorale e nemmeno una lista di potenziali ambiti di mobilitazione ma un programma di governo. Questa è, ancora oggi, l’unica via possibile

Il Partito dei CARC sta lavorando a ogni livello per costruire questa prospettiva. In occasione dell’avvio della Campagna tesseramento 2025, organizziamo domenica 2 marzo a Bologna presso la Casa di quartiere Villa Paradiso, in Via Emilia Levante 138 dalle 17:00 un incontro con tutti coloro che sono interessati ad approfondire questi temi o vogliono investire con noi testa e cuore nella costruzione di questa alternativa. Segue buffet di autofinanziamento. Per gli interessati è gradito prenotarsi a 3200878006.  

image_pdfimage_print
0 0 voti
Article Rating
Subscribe
Notificami
guest
0 Commenti
Feedback in linea
Visualizza tutti i commenti

Commenti recenti

Iscriviti alla newsletter

Abilita JavaScript nel browser per completare questo modulo.

I più letti

Articoli simili
Correlati

Volantino per l’iniziativa “Mandiamoli tutti a casa” del 29 marzo a Roma

Scarica il Pdf Far valere il peso del 99%, oltre...

[Pozzuoli] I cittadini di Monteruscello dichiarano lo stato di agitazione: il 28 marzo tutti davanti al Comune!

I residenti di Monteruscello, quartiere di Pozzuoli, organizzati nel...

29 marzo a Roma. Due iniziative nello stesso giorno e nello stesso posto

Pubblichiamo l’Avviso ai Naviganti n. 154 del (n)Pci che...
0
Cosa ne pensi? Lascia un commentox