L’1°febbraio, ad Abbadia San Salvatore, si è svolta una assemblea pubblica organizzata dalla Rete Nazionale NO-GESI, il coordinamento SOS geotermia e i comitati Ambiente Amiata dal titolo “Quale futuro per l’Amiata e il sud della Toscana?” L’iniziativa ha accolto una sala stracolma di persone provenienti dall’Amiata grossetana e senese, dalla Val D’Orcia e varie associazioni provenienti da altre realtà toscane. L’assemblea era stata preceduta da una serie di iniziative di informazione, di lettera e raccolta firme da inviare al governatore della Regione Toscana Giani alla quale hanno aderito anche le sezioni senesi, grossetane e nazionale di Italia Nostra. Dopo gli interventi della Rete, di un geologo e di un esponente di medici per l’Ambiente (ISDE), si è svolto il dibattito al quale hanno portato il contributo il consigliere del PCI di San Quirico D’Orcia, cittadini e la compagna della sezione del Partito dei Carc di Abbadia S.S.; assenti i consiglieri regionali e i sindaci dell’Amiata.
Abbiamo approfondito l’aspetto della speculazione che sta dietro le scelte scellerate della Regione con Giani che, come sappiamo, cerca di stringere l’accordo con Enel green power per il rinnovo per altri 20 anni delle concessioni geotermiche, con la costruzione di ben otto centrali ad alta entalpia, in tempi brevi che si aggiungeranno alle altre esistenti con un impatto sulla salute delle persone devastante, un terzo della popolazione ha il tallio nelle urine, oltre a mercurio e arsenico nel sangue, dati illustrati bene nell’iniziativa. Gli interessi e le pressioni sono forti; regalare il Monte Amiata a società speculative in cambio di salute avvelenata, gli incentivi ad Enel sono enormi e sono estorti dalle bollette dell’energia elettrica di tutti i cittadini italiani.
Abbiamo parlato della guerra che i comitati e cittadini amiatini si trovano a combattere, una guerra di sterminio non dichiarata che vede morti per tumori con percentuali elevatissime, devastazione dell’ambiente, inquinamento dell’acqua e dell’aria. L’Enel, un tempo di proprietà dello Stato, è oggi una multinazionale, l’Italia è presente al 26% all’interno del CDA ed è partecipata da società come BlackRock, una società di investimento americana tra le più grandi al mondo; il governo Meloni ha aumentato le quote di BlackRock in molti settori del nostro paese, è presente in Enel, ENI, nelle multiutility, Stellantis, Ferrari, Intesa San Paolo, Leonardo ecc. Tutto questo per dire che tale società avrà un ruolo determinante nel campo delle infrastrutture energetiche italiane e nel trasporto dell’energia.
La speculazione distrugge la produzione, le infrastrutture e l’ambiente. Non c’è interesse alla salvaguardia dei ponti, delle strade che colleghino agevolmente la popolazione dell’Amiata per toglierla dall’isolamento, perché sia favorevole ai turisti, alle attività produttive. E’ stato detto che: “siamo un territorio disabitato”, questo giustificherebbe la “colonizzazione” della montagna!”. Il governatore Giani è venuto in Amiata molte volteper far digerire a sindaci e cittadini tali opere, altro che affascinato dalle tradizioni amiatine come va dicendo!
La posta in gioco è alta, un piano che vale miliardi di euro per il territorio toscano.
La determinazione con la quale il presidente Giani vuole portare a compimento la trattativa con Enel esclude totalmente la partecipazione dei cittadini alle scelte per il futuro del proprio territorio, alla faccia della democrazia! L’azione dei comitati è importante, infastidisce, non demorde e va avanti nel fare rete con tutti gli organismi e cittadini che si battono contro le grandi opere speculative e inquinanti, ma dobbiamo aumentare il coordinamento e lo slancio nel contrastare le politiche scellerate che vanno contro gli interessi della stragrande maggioranza della popolazione. I sindaci locali non stanno agendo nell’interesse dei cittadini, devono rendere conto a loro del perché non lo fanno. Perché alcuni comuni come Abbadia che erano anti-geotermici e agli atti lo sono ancora, sono diventati favorevoli alla costruzione di altre 8 centrali in Amiata? Quanta energia serve al nostro territorio? Perché non esiste un piano locale? Perché non esiste un piano regionale? Davvero la Toscana dovrà produrre energia a livello globale? Per venderla ad altri paesi e come la trasportiamo, con quali spese e con quale dispersione? Forse i sindaci dovrebbero cominciare con l’esortare Enel ad interrare tutti i cavi dell’alta tensione a livello locale e nazionale, cominciare a bonificare il territorio dalle centrali esistenti altro che farne di nuove!
Dobbiamo essere più audaci, scrollarci di dosso la paura di sbagliare, di essere nel torto. Noi siamo nel giusto a dispetto di chi governa i territori che non agisce nella trasparenza, non fa gli interessi dei cittadini e quindi dev’essere cacciato! Alle porte ci sono pure le elezioni regionali!
Ci stanno colonizzando e solo nelle mani di un governo realmente popolare, che adotti misure di buon senso, non dettate dalle lobby e dal profitto capitalista, che anche la produzione di energia da fonti rinnovabili, eolico, solare può avere senso. Per ora con simili diktat e arroganza, disprezzo per i territori e la salute dei cittadini che li abitano, dei lavoratori che muoiono nei cantieri, bene fanno nei territori ad opporsi anche ai mega impianti delle fonti ritenute alternative.
Dobbiamo fare rete con tutti loro e rendere impossibile a personaggi della politica regionale e ai servetti locali compiacenti di governare i territori.
P.CARC, sezione di Abbadia San Salvatore