Contro la finanziaria di guerra e contro il governo Meloni
Diamoci i mezzi per realizzare i nostri obiettivi
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La finanziaria che serve alle masse popolari?
Lavoro stabile, sicuro e ben retribuito, aumento delle pensioni da fame e pensionamento dopo 35 anni di lavoro (anche meno per chi fa lavori usuranti), bonifica e manutenzione del territorio e delle infrastrutture, assunzioni e stabilizzazione dei precari, sistema sanitario pubblico, solidale e universale, istruzione pubblica e di qualità, promozione della giustizia sociale, un ambiente sano e sicuro, una politica di pace.
Sono le misure che occorrono per rimettere in sesto il paese. Non è vero che non ci sono i soldi: basta prenderli a chi si è arricchito sulla pelle e a spese dei lavoratori o sulle speculazioni finanziarie (le banche hanno aumentato i profitti nell’ultimo anno di 20 miliardi), basta smettere di pagare interessi su Bot e altri titoli del debito pubblico a ricchi, banche e finanziarie, basta farla finita con spese per armamenti, missioni di guerra (80 milioni di euro al giorno!), con i miliardi per grandi opere inutili e dannose.
Sono i diritti sanciti dalla Costituzione del 1948 e mai attuati, se non in modo limitato e con le lotte tenaci degli anni ‘60 e ’70 del secolo scorso.
Darsi i mezzi per realizzare i nostri obiettivi
Organizzarsi in ogni posto di lavoro. Costruire nuclei di lavoratori decisi a portare fino in fondo la lotta e allargare quanto più possibile la mobilitazione degli altri lavoratori attorno a questi nuclei: l’organizzazione è la nostra arma principale.
Fare rete. Coordinarsi a livello locale e nazionale con altre aziende in lotta, con altri nuclei di lavoratori, con studenti e organismi popolari, con movimenti ambientalisti e contro la guerra, con tecnici, esponenti della società civile e amministratori locali progressisti.
Una campagna di mobilitazioni decise e prolungate. Ogni metodo di lotta va bene, basta che sia efficace: non facciamoci legare le mani dalle leggi e dalle regole di gente che usa le masse come carne da macello nelle sue aziende e nelle sue guerre!
Usare lo sciopero generale in cinque giornate per preparare uno sciopero unico che fermi il paese, riempia la capitale e assedi il palazzo. Formare comitati autoconvocati, unitari e intersindacali, per promuoverlo.
Cacciare il governo Meloni e sostituirlo con un governo di emergenza popolare
L’alternativa a Meloni e compari non è un nuovo governo del Pd a guida Schlein magari con dentro anche il M5s di Conte: già visto, sarebbe la zuppa al posto del pan bagnato! Occorre un governo che sottopone i capitalisti a una legislazione d’emergenza, vieta la vendita di aziende a multinazionali straniere, nazionalizza le aziende lasciate andare in malora dai capitalisti, crea nuove aziende pubbliche o riconverte e amplia l’attività di quelle esistenti per fare il lavoro necessario a rimettere in sesto il paese e a riorganizzarne le attività in maniera ecocompatibile. Che fissa un salario minimo e lo introduce da subito nelle aziende statali o partecipate, che non manda qualche controllore ogni tanto, ma incarica le Rsu o altre organizzazioni di lavoratori di segnalare i capitalisti che fanno i furbi, che traduce in leggi le misure che caso per caso esse indicano per tutelare la sicurezza sul lavoro. Che ritira i soldati dalle missioni di guerra degli Usa/Nato con o senza copertura dell’Onu, che chiude le basi Usa e Nato ed esce dall’Alleanza Atlantica. In breve: un governo deciso ad attuare la Costituzione del 1948.
Non può essere un governo dei “soliti noti”. Dev’essere un governo d’emergenza, composto da persone di fiducia degli organismi operai e popolari, cioè di chi la Costituzione ha interesse ad applicarla contro quelli che per decenni l’hanno aggirata e apertamente violata. Per tirarci fuori dal disastro, per realizzare i nostri obiettivi, per attuare la Costituzione del 1948 bisogna che noi lavoratori, giovani, donne e pensionati impariamo a governare il paese!