Come Commissione Lavoro Operaio e sindacale della Federazione Toscana del Partito dei CARC siamo a fianco dei cittadini alluvionati di Campi Bisenzio e denunciamo le provocazioni e gli atti di repressione portati contro gli operai del Collettivo di Fabbrica della ex GKN nei giorni scorsi e riportate nel loro comunicato . Come se non bastasse la spada di Damocle dei licenziamenti, gli operai vengono minacciati di sgombero e sono tenuti sotto stretta sorveglianza da parte delle forze dell’ordine in questi giorni di emergenza a causa dell’alluvione, per non meglio precisate ragioni di sicurezza.
A Campi Bisenzio come tutti sanno la situazione è catastrofica; fango dappertutto, case andate in rovina, strade occupate dalle macerie, macchine distrutte; centinaia di milioni di euro di danni su cui i vari sciacalli della speculazione hanno già iniziato a puntare gli occhi (i prezzi di pale e tira acqua salgono dalla mattina al pomeriggio nei supermercati di zona…). In tutto questo disastro, al netto delle chiacchiere del presidente della Regione Toscana Giani, la gran parte degli sforzi a sostegno delle masse popolari è arrivato dalle forze di migliaia di volontari del territorio e da quelli accorsi da tutta Italia, mentre nelle strade non si vedevano nè militari nè mezzi adeguati ad una situazione dove andrebbe proclamata l’emergenza nazionale. Sono stati gli operai di altre aziende come la Piaggio e la Ginori, gli studenti dei licei Da Vinci, Calamandrei e svariati altri, le Brigate di Solidarietà Attiva i primi, e spesso gli unici, a portare soccorso.
I cittadini di Campi Bisenzio sanno che questi danni sono stati causati dalla cementificazione forzata di intere aree, dalla mancanza di manutenzione del sistema idrico e fognario, dall’incuria del territorio; sanno che le responsabilità provengono tutte dall’alto (da chi governa il territorio da 30 e passa anni), da parte di chi dovrebbe garantire la salvaguardia del territorio e la sicurezza delle masse popolari prevenendo questi disastri annunciati (come questo che ha causato 8 morti) investendo per i lavori utili che servono e mettendo a lavorare i tanti disoccupati: alla faccia del lavoro che manca, serve un piano di assunzioni straordinario! In tutto questo marasma, invece di mandare carabinieri, poliziotti e militari a sporcarsi le mani e gli stivali nelle zone alluvionate, si preferisce tenerli a sorvegliare la ex GKN e a minacciare sgomberi, perché giustamente gli operai hanno messo a disposizione lo stabilimento per smistare viveri, materiali da lavoro, come punto logistico dove fare confluire e organizzare i tanti volontari anche di altre associazioni e realtà solidali del territorio.
Questa è la ennesima dimostrazione di come la classe operaia sia in grado di legare tutto il territorio anche in situazioni di emergenza e di organizzarne la vita collettiva, oltre che essere centro di produzione al momento inattiva a causa delle manovre del suo attuale padrone. Questa è l’ennesima dimostrazione che quella fabbrica è degli operai e del territorio, e le cosiddette istituzioni – Regione, Governi ma anche Comune e Area Metropolitana – devono requisirla con decreto d’urgenza (come fece il “loro” La Pira con le case vuote per far fronte al disastro dell’alluvione del 1966) per affidarla alla gestione di chi, in questi due anni e mezzo, ha dimostrato di saperla mantenere, ha dimostrato che una fabbrica oltre a essere un centro di produzione (momentaneamente bloccato a causa delle mire speculative del padrone) può “produrre” cultura, solidarietà, socialità, aggregazione.
Gli operai GKN dimostrano a tutti noi che possiamo non solo farne a meno, ma possiamo fare tutto di più e meglio senza bisogno di padroni alla Borgomeo, di fondi speculativi alla Melrose e di governi alla Meloni; è evidente come GKN sia una minaccia per questo sistema, un pessimo esempio per tanti altri operai che fronteggiano chiusure e delocalizzazioni. Per questo investono fior di quattrini per cercare di controllare chi “gira” dentro la fabbrica, in un momento dove c’è una città distrutta (comprese le case di diversi operai) e dove le risorse andrebbero investite per levare il fango dalle strade e rifornire dei beni di prima necessità chi ha perso tutto (e sono tanti).
La classe operaia e le masse popolari si salveranno soltanto e tanto prima cacceranno il PD e il resto delle Larghe Intese, imponendo il loro governo di emergenza. Un governo sorretto da organismi autorevoli come il Collettivo di Fabbrica GKN, composto da personaggi di provata fiducia che agiscono sul loro mandato e su indicazione delle masse popolari organizzate, a Campi e via via nel resto del paese. Questo è il solo governo capace di fare i lavori che servono, di fermare le delocalizzazioni, di garantire il diritto alla salute a tutte e tutti, e solo le masse popolari organizzate possono imporlo. Quanto accaduto in questi giorni conferma che questa strada non solo è necessaria ma anche possibile, che GKN deve rimanere sul territorio e gli unici che non devono starci sono gli sciacalli alla Borgomeo e chi agisce per conto suo.
Al fianco degli operai GKN, lo stabilimento non si tocca!
No ai licenziamenti, sì alla requisizione senza indennizzo per fini e utilità sociali!
Commissione Lavoro Operaio e Sindacale del Partito dei CARC