20 maggio: sciopero generale contro la guerra

Il P.CARC sostiene lo sciopero generale contro la guerra indetto da una larga parte del sindacalismo di base e conflittuale (CUB, SGC, SI COBAS, USI, ADL COBAS e altri) con l’adesione di vari organismi politici e associativi. Sosteniamo la spinta unitaria che caratterizza la costruzione di questo appuntamento e la volontà di porre al centro gli interessi delle masse popolari, contro le speculazioni, i tagli alla spesa sociale e l’aumento delle spese militari.

In questa fase ogni mobilitazione popolare e operaia va fatta convergere in un percorso che deve diventare sempre più unitario. Partendo dalla lotta dei lavoratori GKN contro la chiusura della loro fabbrica, le delocalizzazioni e per la costruzione di un futuro diverso per tutti i lavoratori, passando per lo sciopero di USB del 22 aprile, arrivando al 25 aprile, al 1 maggio e allo sciopero generale del 20 maggio: ogni data, ogni lotta, tutto ci parla della necessità di organizzarsi e coordinarsi sempre più strettamente verso un comune obiettivo: cacciare Draghi e imporre un governo d’emergenza popolare.

Per questo ogni appuntamento di lotta va preparato nell’ottica di promuovere la formazione di organizzazioni operaie e popolari, e il loro coordinamento, alimentando in esse la necessità di prendere in mano il governo del paese. In questo modo poniamo concretamente e realizziamo la parola d’ordine: “No alla partecipazione dell’Italia alla guerra della NATO”.

“Mettere fine alla partecipazione dell’Italia alla guerra in corso è l’azione più efficace che le masse popolari italiane possono fare a tutela dei propri interessi particolari e per porre fine o almeno ostacolare la continuazione della guerra e quindi venire in aiuto alle popolazioni colpite.

Formare organismi operai e popolari in ogni azienda, scuola e territorio, rafforzarli e coordinarli tra loro.

Moltiplicare lotte, denunce e proteste fino a rendere il paese ingestibile al governo Draghi e a qualsiasi governo delle Larghe Intese.

Nessun sacrificio per mandare armi al governo di Kiev, che usa la popolazione ucraina come carne da macello pur di assecondare le manovre di guerra degli imperialisti USA contro la Federazione Russa.

Non un uomo, non un soldo, non un lembo di terra per le guerre degli imperialisti USA e della NATO!

Nessun sacrificio per arricchire chi specula sui prezzi del petrolio, del gas e dei minerali.

Nessuna tolleranza né contributi pubblici a chi usa la crisi ucraina per espandere il nucleare, le trivellazioni, l’uso del carbone.

Fare di ogni azienda che i capitalisti vogliono chiudere, delocalizzare o ridurre un centro di mobilitazione contro lo smantellamento dell’apparato produttivo” (dal volantino del P.CARC diffuso in occasione della Festa della Liberazione, 25 Aprile 2022).

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