Cari compagni,
sono un operaio precario di un’azienda metalmeccanica. Vi scrivo dopo che Metasalute, il fondo per la sanità integrativa istituito per i metalmeccanici è tornato a far parlare di sé.
Da metà 2021 a cento di noi interinali è stato fatto il contratto diretto con l’azienda. È subito iniziato il carosello dei sindacati che, girando per la fabbrica, promuovevano l’iscrizione a questo fondo per la sanità integrativa. A loro dire dava a noi e alle nostre famiglie l’opportunità di avere una sorta di assicurazione: se hai spese mediche particolari, Metasalute te le rimborsa… tu devi solo pagare la tessera di iscrizione al sindacato e pochi euro per l’iscrizione al fondo…. In un’assemblea il funzionario della FIOM ha addirittura millantato la possibilità che il fondo passasse i tamponi per ottenere il Green Pass!
Io mi sono rifiutato di iscrivermi. Questo ad agosto 2021. Metasalute aveva da poco ricevuto una multa di 6 milioni di euro dall’Antitrust, per aver respinto le richieste di rimborso in modo pretestuoso. Si parla di decine di migliaia di denunce dal 2016…
L’altro motivo per cui non mi sono iscritto, argomento che i sindacalisti hanno eluso, è che i lavoratori con contratto a tempo determinato possono sì usufruire del fondo, ma solo se hanno almeno 5 mesi di contratto successivi all’iscrizione. Io (e come me altri 100 ex interinali) non li avevo allora quei 5 mesi e non li avrò mai, dato che sono stato assunto direttamente dall’azienda, ma come lavoratore stagionale!
A dicembre 2021 siamo stati iscritti tutti per “silenzio assenso”. Nella mail ricevuta dall’azienda c’era scritto che l’iscrizione era obbligatoria per legge dal 2016.
Capito? La RSU sapeva perfettamente che saremo stati iscritti tutti senza dover firmare niente, ma ha giocato d’anticipo, “lavorandosi” soprattutto i più giovani per accaparrarsi un centinaio di tessere. Sia chiaro, non ci vedo niente di male nel fare le tessere sindacali, ma quello è stato l’unico momento in cui la RSU è stata veramente attiva durante tutto l’anno. Peccato che si sia attivata con tanta solerzia solo per spacciare Metasalute come una “imperdibile opportunità” e questo senza dirci che noi non avremmo comunque potuto usufruirne e senza un cenno sul fatto che il fondo era appena stato multato perché si rifiuta di cacciare i soldi!
Dimenticanze quelle della RSU? È difficile da credere dal momento che metà del Consiglio di Amministrazione di Metasalute è composto da delegati di FIM, FIOM e UILM e la vicepresidente, Michela Spera, è una dirigente nazionale della FIOM.
So che i sindacati non sono solo questo. Agli iscritti e ai funzionari sinceramente convinti di voler fare i nostri interessi voglio dire che è ora di smetterla con questi giochini. è ora di lasciar perdere il ruolo di passacarte dei padroni; dobbiamo darci da fare per bloccare questo paese e riprenderci, tra le altre cose, la sanità pubblica che hanno distrutto negli ultimi 40 anni.
Sperare che banche, fondi di investimento, fondi assicurativi e ogni altra struttura capitalista, facciano i nostri interessi è un’illusione o una truffa. Non a caso, dopo solo un mese dalla nostra iscrizione, è arrivata la notizia che Metasalute ha annunciato che “a causa della pandemia” non riesce a sostenere i costi del servizio e ha messo così tanti paletti da rendere praticamente inaccessibili i rimborsi.
Consiglio a tutti una visita sul sito di Metasalute per farsi un’idea più chiara di tutta la faccenda.
Ci troveranno gli introiti – 156 euro l’anno a operaio, con 1,2 milioni iscritti – e una bellissima definizione “Il Fondo ha natura giuridica di associazione e non persegue fini di lucro”.
Ma chi sono questi benefattori? Il proprietario del fondo è la più grande banca del paese, Intesa Sanpaolo, e il presidente del Consiglio di Amministrazione è Silvano Bettini, un importante esponente di Federmeccanica con un curriculum d’eccellenza da “ristrutturatore aziendale”. O Intesa Sanpaolo e Confindustria sono diventati istituti di beneficenza o è l’ennesima speculazione finanziaria sulla salute di milioni di operai giustificata prima dalla crisi economica e poi dalla pandemia.
ML