La scorsa settimana il DdL Zan è stato bocciato in Parlamento e abbiamo assistito all’ennesima sceneggiata del teatrino della politica borghese, sempre più vuoto e farsesco.
Il testo di legge, già rimaneggiato e edulcorato a seguito del veto netto del Vaticano, non era né risolutivo né vicino a risolvere le problematiche che vivono operaie e operai, lavoratrici e lavoratori, studentesse e studenti che oltre alla loro condizione di classe hanno il peso dell’oppressione per il genere, per l’orientamento sessuale, per la loro provenienza o condizione fisica.
La bagarre legata al Ddl Zan ha mostrato ancora più chiaramente:
- Che questo governo non fa e non può fare in nessun modo gli interessi delle masse popolari. È anzi il governo che inasprisce l’oppressione e gli attacchi a tutti i lavoratori e le masse popolari (sblocco dei licenziamenti, degli sfratti, aumento del carovita, repressione) e in particolare a donne, immigrati, giovani, a tutte quelle parti delle masse popolari che sono doppiamente oppresse. È il governo legato a doppio filo e che esegue pedissequamente quello che il Vaticano comanda (sul ruolo del Vaticano rispetto al Ddl Zan e al governo del paese abbiamo scritto nell’articolo Ddl Zan e Vaticano: chi comanda in Italia?) o quello che Confindustria comanda.
- Che nessuno meglio di chi ha bisogno di una legge può farla. Servono leggi scritte con le teste delle masse popolari e non sulle loro teste. La legge anti delocalizzazioni scritta dal collettivo di fabbrica GKN dimostra proprio questo. Dimostra che non è possibile delegare e attendere che le leggi siano fatte, ma che per stenderle ci si deve organizzare e trovare tecnici di sostegno, che per imporle ci si deve mobilitare e che si deve incalzare tutti quegli esponenti politici disponibili a sostenerle. Per farlo ogni battaglia particolare va condotta sul piano politico, portandola nello stesso campo che riguarda tutte le altre lotte in corso, facendole convergere e legandole ad un obiettivo comune.
Convergere su cosa?
Quello che la lotta per la creazione di una legge che tuteli donne, comunità LGBTQ+, immigrati ecc. ha in comune con le altre lotte in corso nel paese (da quella contro lo smantellamento dell’apparato produttivo fino a quelle contro il green pass) è proprio chi legifera e dirige questo paese. Con queste altre lotte, a partire da quella degli operai contro lo smantellamento dell’apparato produttivo, è necessario convergere, coordinarsi sull’obiettivo comune di cacciare il governo Draghi! È necessario partecipare l’uno alle iniziative e lotte degli altri, confrontarsi, scambiarsi esperienze e insegnamenti, far convergere iniziative e coordinare collettivi, comitati e associazioni. Convergere e coordinarsi a partire dalle mobilitazioni degli operai GKN, di Alitalia, dei sindacati di base; dalla lotta per uno sciopero generale; dalle prossime mobilitazioni, da quelle per il Ddl Zan a quelle per la giornata del 25 novembre. L’obiettivo deve essere l’ingovernabilità del paese e la necessaria destituzione di Draghi.
Dopo Draghi serve un governo d’emergenza ma popolare
Stavolta però il governo non deve essere sostituito dall’ennesimo governo tecnico in cui il voto viene eluso, ma non può essere sostituito nemmeno dall’ennesimo governo eletto da una minoranza della popolazione (il partito che vince è l’astensionismo). Stavolta partiamo già dalle esperienze che ci hanno portato fino a questo governo, partiamo dalle esperienze della “sponda in parlamento” o di chi voleva aprire il parlamento come una scatoletta. Stavolta la certezza è che chi deve governare e prendere in mano lavoro, diritti, sanità ecc. è chi già lo fa e dimostra di volerlo davvero fare secondo quello che è necessario fare. Chi lo fa seguendo le indicazioni di collettivi, associazioni e comitati che sanno cosa è necessario fare per migliorare le vite delle masse popolari.
Che le associazioni, i comitati e le reti popolari in cui è organizzata la comunità LGBTQ+ scendano in lotta al fianco della classe operaia e del resto delle masse popolari per imporre le misure necessarie alla causa per cui si battono e per cacciare il governo Draghi imponendo un governo che si espressione delle masse popolari organizzate, un governo che la faccia finita con le farse e gli imbrogli del teatrino della politica borghese. Con la bocciatura del DdL non è stata soffiata via una speranza è stata aperta una fase nuova e di riscossa per questa lotta. No ai governi sottomessi al potere oscurantista del Vaticano e agli interessi di parassiti e speculatori, sì al governo delle masse popolari organizzate. Uniti si vince!