[Italia] Introduzione allo studio del Manifesto Programma del (nuovo)Pci… in video!

Guardati dall’inquietudine traboccante che spezza il cuore, getta uno sguardo lungimirante sulle cose del  mondo.1

Il Manifesto Programma del (nuovo)PCI è la sintesi della concezione comunista del mondo elaborata e sperimentata dalla carovana del (nuovo)Partito comunista italiano ((n)PCI) nel corso degli ultimi decenni. Espone, tra le altre cose, un elemento che è ossatura di questa concezione, e cioè l’individuazione della natura e delle vie d’uscita della crisi, che è crisi economica, politica, culturale e a cui si associa la crisi ambientale. La crisi dura fino dai tempi in cui la carovana del (n)PCI ha mosso i suoi primi passi, più di quaranta anni fa. Questi quattro decenni sono il tempo in cui si accumulano le condizioni che portano alla crisi presente, che si presenta nell’immediato come crisi sanitaria ma che da qui in avanti investe l’economia, la politica, l’intera società e lo stesso modo di pensare: siamo infatti entro un mutamento epocale che per quanto sarà condotto dalla classe operaia e diretto dal suo partito comunista tanto sarà rapido, radicale e decisivo. Il Manifesto Programma del (nuovo)PCI è quindi il migliore libro per fare ciò che nessun altro fa, e cioè capire le ragioni per cui siamo in una situazione imprevista e inedita così lacerante e distruttiva, e per capire quali vie d’uscite si aprono davanti a noi a partire da qui e ora. Capire passato e futuro a fronte di chi non sa come siamo arrivati a questo punto e non sa cosa succederà tra due settimane. Gettare “uno sguardo lungimirante sulle cose del mondo”.

Una via maestra per uscire dalla situazione presente è che le masse popolari diventino protagoniste della loro vita e della vita della società e tra esse prima è la classe operaia. Gli elementi più avanzati della classe operaia e delle masse popolari possono e devono diventare dirigenti e fare diventare dirigenti le loro classi. Devono capire che possono farlo e devono volerlo fare. Devono quindi imparare a farlo. Tutto questo significa che devono diventare comunisti e per farlo il manuale è il Manifesto Programma del (nuovo)PCI. “Studiare il Manifesto Programma del Partito è la prima attività di chi si organizza per diventare comunista”.2

In particolare, è utile che studino questo libro i giovani delle masse popolari. La scuola che hanno frequentato fino a oggi era già in dissesto prima dell’inizio della crisi e non si salverà certo con le lezioni per via telematica. È l’occasione perché i giovani delle masse popolari accedano finalmente a un insegnamento di livello superiore e alla portata delle loro esigenze materiali e spirituali sulle scienze economica, politica, filosofica, storica. Alla vigilia di questa crisi, lo scorso 21 gennaio, il (n)PCI ha scritto ai giovani:

Invece di perdere tempo nelle scuole e nelle università a imparare un mestiere che per lo più neanche potrete esercitare, formate gruppi di studio per assimilare la concezione comunista del mondo esposta nel Manifesto Programma del Partito e applicarla fondando nella clandestinità Comitati di Partito, promuovendo la costituzione di OO e OP e partecipando alla loro attività. Questa è l’impresa che vi attende, l’impresa alla quale dedicare fieramente la vostra vita. La disoccupazione non tocca chi si dedica a quest’impresa! Dedicarsi consapevolmente, con scienza e coscienza a cambiare la vita di milioni di uomini e donne, a dare ai giovani e al resto delle masse popolari un futuro fondato su lavoro utile e dignitoso, salute e ambiente sani, indipendenza e pace è opera avvincente, dà senso alla vita di ogni individuo che vi si applica. 3

Il Partito dei Carc ha dedicato attenzione crescente alla formazione e all’educazione, iniziando dallo studio di questo libro. Allo scopo dieci anni fa circa ha iniziato a condurre corsi in più parti d’Italia, nei grandi centri urbani e nei paesi, fino a dove è riuscito ad arrivare. Più di 70 sono i corsi che ha condotto e centinaia sono quelli che li hanno frequentati. Sono corsi che spiegano il contenuto del libro che non è difficile da capire4 ma lo è perché è nuovo, perché parla di nuove scoperte e di materie che la classe dominante ha bandito dall’insegnamento per il loro contenuto rivoluzionario. Richiedono quindi un determinato arco di tempo e cioè sessioni in numero di 13 o 14, ciascuna di una durata di quattro ore, in cui gli studenti leggono il libro ad alta voce e l’insegnante spiega i passi difficili e, soprattutto, spiega il legame tra ciò che lo studente legge e le questioni che lo riguardano, lo interessano, lo appassionano o lo assillano, questioni generali, riguardo a tutta la società, particolari, riguardo all’ambiente in cui vive, individuale, riguardanti lui stesso.

La spiegazione non serve a imporre un credo: lo studente è nel corso per capire. Solo capendo, potrà decidere se condividere, se fare proprio ciò che sta ascoltando. Solo una volta deciso questo potrà provare a usare la sua nuova conoscenza come strumento per trasformare il mondo e come arma nella guerra in corso, che non è “guerra contro il virus”, ma guerra tra le classi dove la classe operaia e le masse popolari si organizzano e costruiscono la rivoluzione socialista.

La modalità della lezione diretta, con insegnante e docenti uniti attorno a un tavolo, è relativamente preclusa in questa fase di emergenza (sono vietati anche gli spostamenti a 200 metri da casa). Per questo, in attesa di riprenderla, il Centro di Formazione del Partito dei Carc mette a disposizione un insegnante che spiega in video il contenuto del libro tredici volte, una per ciascuna sessione. In questo modo ciascuno avrà l’occasione per conoscere questa opera e la scienza che espone, e di seguito portare richieste di ulteriori spiegazioni, cosa per la quale ci organizzeremo. In questo modo la quarantena imposta alle masse popolari diventa occasione per una diffusione della concezione comunista del mondo anche oltre i limiti entro cui ci siamo tenuti fino a oggi, limiti della scarsità di risorse disponibili per un’opera di formazione così fondamentale e decisiva.

Invitiamo quindi a seguirci in questa direzione che abbiamo intrapreso verso la “luce in fondo al tunnel”, verso il futuro luminoso che ci aspetta.

https://www.youtube.com/watch?v=t5x_mwJCsmE&t=179s

Chiudiamo con una poesia di Bertolt Brecht, la più adatta alla materia in questi tempi. Sopra abbiamo parlato ai giovani e ora ci affianchiamo a Brecht nel parlare tra gli altri anche agli anziani, quelli che lo stato della borghesia imperialista manda alla morte con lacrime da coccodrillo, dopo averli sfruttati per tutta la vita e rubato anni di pensione con riforme come l’ultima della Fornero. I soldi risparmiati sulla nostra pelle non sono serviti ad arricchire e nemmeno a mantenere un sistema sanitario capace di fare fronte a un’emergenza. Gli anziani per la borghesia imperialista sono un peso. Per il movimento comunista sono un patrimonio prezioso e tra di loro ci sono quelli che lottano tutta la vita, gli indispensabili.

LODE DELL’IMPARARE5

Impara quel che è più semplice! Per quelli

il cui tempo è venuto

non è mai troppo tardi!

Impara l’abc; non basta, ma

imparalo! E non ti venga a noia!

Comincia! devi sapere tutto, tu!

Tu devi prendere il potere.

Impara, uomo all’ospizio!

Impara, uomo in prigione!

Impara, donna in cucina!

Impara, sessantenne!

Tu devi prendere il potere.

Frequenta la scuola, senzatetto!

Acquista il sapere, tu che hai freddo!

Affamato, afferra il libro: è un’arma.

Tu devi prendere il potere.

Non avere paura di chiedere, compagno!

Non lasciarti influenzare,

verifica tu stesso!

Quel che non sai tu stesso,

non lo saprai.

Controlla il conto,

sei tu che lo devi pagare.

Punta il dito su ogni voce,

chiedi: e questo, perché?

Tu devi prendere il potere.

Bertolt Brecht

1 Mao Tse-tung, Opere, Ed. Rapporti Sociali, Milano, 1992, vol 11, pag. 116

2 La Voce del (nuovo)PCI, n. 51, novembre 2015.

3 Comunicato CC 2/2020 – 21 gennaio 2020. Il (n)PCI ai giovani delle masse popolari, a tutti i giovani capaci di assumere le responsabilità della fase attuale.

4 Vedi in fondo la poesia di B. Brecht.

5 Lo scritto è del 1933, anno in cui Hitler (a gennaio) diventa cancelliere e (a marzo) assume pieni poteri.

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