Editoriale
Il 19 settembre il Parlamento Europeo ha approvato a larga maggioranza una risoluzione che equipara il comunismo al nazismo in quanto regimi totalitari, che indica le masse popolari russe come principali vittime del comunismo, che invita i parlamenti nazionali ad approvare leggi che bandiscono i simboli della prima ondata della rivoluzione proletaria mondiale e che ne cancellano i riferimenti storici (nomi di strade, monumenti, celebrazioni di ricorrenze, ecc.).
La risoluzione รจ stata votata allโunanimitร da Lega, FdI, FI e PD a dimostrazione che nonostante in Italia essi facciano di tutto per distinguersi gli uni dagli altri, sono partiti che appartengono al medesimo โceppoโ politico: quello padronale, alle Larghe Intese. Il M5S si รจ astenuto a testimonianza del suo carattere ondivago e contraddittorio.
Lโapprovazione della mozione รจ, prima di tutto, la dimostrazione che il comunismo รจ ancora lโincubo peggiore per la borghesia e le sue autoritร e istituzioni di ogni ordine e grado, una minaccia concreta e incombente. Se il comunismo fosse โmorto e sepolto, condannato dalla storiaโ (come si affrettarono a concludere i borghesi dopo il massacro della Comune di Parigi nel 1871 e dopo il crollo del Muro di Berlino nel 1989), la classe dominante non avrebbe alcun bisogno di bandirne i simboli, di sradicarne il ricordo e, soprattutto, di negare lโenorme e ineguagliato balzo che esso ha rappresentato per lโumanitร intera.
Ben lontana dallโessere efficace strumento contro la rinascita del movimento comunista, lโiniziativa del Parlamento Europeo smaschera il vero volto dei parlamenti e delle istituzioni della borghesia, ma soprattutto รจ occasione per i comunisti di riflettere criticamente sul loro ruolo ai tempi odierni, i tempi della seconda crisi generale per sovrapproduzione assoluta di capitale e del punto piรน alto della crisi ambientale che da essa dipende.
La crisi generale modifica il regime di controrivoluzione preventiva che la classe dominante ha adottato in ogni paese imperialista, in particolare dalla fine della Seconda Guerra Mondiale, per impedire che le inconciliabili contraddizioni antagoniste fra il proletariato e la borghesia imperialista sfociassero in lotta per il comunismo. Man mano che la crisi generale avanza, man mano che le condizioni di vita, di lavoro e di esistenza di centinaia di milioni di persone peggiorano fino a diventare insostenibili, la societร intera procede
inesorabilmente verso un bivio e obbligatoriamente imboccherร una delle uniche due vie possibili: o continuare con la mobilitazione reazionaria delle masse popolari promossa dalla borghesia (la guerra fra poveri, settori di masse popolari contro altri settori di masse popolari, ognuno al servizio di uno o dellโaltro gruppo imperialista) che condurrร , comunque, alla rivoluzione socialista oppure la mobilitazione rivoluzionaria delle masse popolari promossa e diretta dal movimento comunista cosciente e organizzato che anticiperร e disinnescherร la mobilitazione reazionaria promossa dalla classe dominante. Queste sono le due vie attraverso cui avanza il comunismo in ogni paese.
Certo, che la classe dominante abbia il terrore della rinascita del movimento comunista cosciente e organizzato non รจ di per sรฉ sufficiente a ridimensionare i limiti e le inadeguatezze che lo caratterizzano. Quanto รจ vero che le condizioni oggettive per la rivoluzione socialista e per lโinstaurazione del socialismo sono piรน che mature, รจ vero anche che i comunisti non sono ancora adeguati ad assumere il ruolo di Stato Maggiore della classe operaia che dirige la guerra popolare rivoluzionaria. I problemi della rivoluzione socialista in Italia non attengono alla โdichiarazione di guerraโ fatta con la risoluzione approvata dal Parlamento Europeo, non attengono, cioรจ, nรฉ alla presente e futura repressione promossa dalla borghesia (lo dimostra bene, ad esempio, la storia della Resistenza che il PCI ha diretto vittoriosamente nonostante la feroce repressione del nazifascismo), nรฉ tanto meno alla โforzaโ della borghesia che non รจ mai stata cosรฌ debole e lacerata da contraddizioni interne, una โtigre di cartaโ; essi attengono alla conoscenza e allโassimilazione della concezione comunista del mondo e al suo uso nella lotta di classe in corso.
Non basta celebrare e difendere il passato glorioso che la borghesia vuole bandire: i comunisti devono trarre gli insegnamenti per il presente, usarli per comprendere il corso delle cose e trasformare il mondo. Sinteticamente, essi attengono a tre aspetti.
La rivoluzione si organizza, diceva Lenin: non scoppia, ma si costruisce
Fra i piรน gravi, persistenti e diffusi limiti ideologici che caratterizzano molti di coloro che riconoscono la necessitร della rinascita del movimento comunista rientra la convinzione che la rivoluzione โa un certo puntoโ scoppi e che i comunisti debbano attrezzarsi e prepararsi in attesa di quel momento. Questo attendismo consegna e delega lโiniziativa politica in mano alla classe dominante e limita lโazione dei comunisti alle lotte rivendicative e alla partecipazione alla lotta politica borghese (partecipazione alle elezioni). Queste sono state la concezione e la condotta che hanno caratterizzato il movimento comunista prima della Rivoluzione dโOttobre e verso cui Lenin promosse una lotta ideologica serrata; sono la concezione e la condotta che hanno continuato a caratterizzare i comunisti nei paesi imperialisti anche dopo la Rivoluzione dโOttobre (nonostante lโopera di โbolscevizzazioneโ promossa dallโInternazionale Comunista nata appositamente nel 1919, lโesito negativo di tale opera รจ motivo per cui la rivoluzione non ha trionfato in nessun paese imperialista) e che lo caratterizzano in larga misura ancora oggi.
Uno degli apporti del maoismo al pensiero comunista consiste proprio nella scoperta che la rivoluzione socialista รจ una guerra che va combattuta secondo la strategia della Guerra Popolare Rivoluzionaria di Lunga Durata (GPRLD). โUna guerra popolare: perchรฉ il suo cuore รจ la mobilitazione e organizzazione delle masse popolari attorno al partito comunista, รจ combattuta dalle masse popolari e in definitiva puรฒ essere vinta solo dalle masse popolari.
Una guerra rivoluzionaria: per il suo obiettivo (instaurare il potere della classe operaia e aprire la via alla costruzione di un nuovo ordinamento sociale), per la sua natura (non รจ lo scontro tra Stati e tra forze armate contrapposte, ma tra una classe oppressa che gradualmente assume la direzione delle masse popolari, conquista il loro cuore e la loro mente e gradualmente costruisce il suo nuovo potere di contro a una classe di oppressori che ha giร un suo Stato e le sue forze armate e ha ereditato dalla storia lโegemonia sulle masse popolari), per il suo metodo (la classe rivoluzionaria ha lโiniziativa e tramite la sua iniziativa costringe la classe dominante a scendere sul terreno di lotta che รจ piรน favorevole alla classe oppressa).
ร una guerra di lunga durata perchรฉ compiere lโintero processo sopra indicato richiede in ogni caso un tempo che non puรฒ essere stabilito a priori. Per vincere, bisogna essere disposti a combattere per tutto il tempo che sarร necessario, formare, organizzare e dirigere le proprie forze in conformitร a questo imperativo, manovrareโ dal Manifesto Programma del (nuovo)PCI, Ed Rapporti Sociali โ 2008.
La scoperta dellโuniversalitร della strategia della GPR ha permesso al movimento comunista di comprendere piรน a fondo anche lโesperienza della Rivoluzione dโOttobre: Lenin e i comunisti russi avevano adottato quella strategia pur non avendola ancora formulata, come per milioni di anni gli uomini hanno usato la legge di gravitร senza che essa fosse scoperta.
La resistenza che spontaneamente le masse popolari oppongono alla crisi รจ il movimento pratico su cui si innesta la rinascita del movimento comunista
Anche se il movimento comunista รจ debole e la sua rinascita avanza lentamente, le masse popolari resistono spontaneamente agli effetti della crisi generale del capitalismo: รจ un movimento oggettivo che la classe dominante non puรฒ eliminare in alcun modo (alla faccia delle teorie del โcontrollo globale โ totaleโ e della โirreversibile vittoria della borghesia!โ). Tale resistenza nasce dalla necessitร di difendere le conquiste di civiltร e benessere ottenute con le lotte politiche e sociali dei decenni passati e che la borghesia cerca invece di ridimensionare o eliminare. Prendere atto dellโesistenza della resistenza spontanea delle masse popolari, conoscere le sue caratteristiche, comprenderne il contenuto fase per fase รจ determinante per superare il soggettivismo che caratterizza molti dei comunisti attuali (la deformazione che li porta a pensare che esiste solo quello che loro sono capaci di suscitare e dirigere in prima persona, che la realtร esiste solo in quanto loro stessi sono in grado di vederla) e il pessimismo rispetto al fatto che โgli operai e le masse popolari sono passivi, remissivi, non si muovonoโ. In realtร , il movimento politico della societร รจ profondamente segnato dalla resistenza spontanea delle masse popolari: sia di quella che prende la forma di movimento organizzato per difendere le conquiste esistenti, ampliarle e ottenerne di nuove (la resistenza collettiva) sia di quella che individualmente milioni di persone oppongono con mille forme di non collaborazione con la classe dominante, boicottaggio e sabotaggio del sistema della classe dominante, di disobbedienza allโordine imposto dalla classe dominante. Nella combinazione dei due aspetti rientra il cambiamento delle abitudini elettorali per cui nel 2018 milioni di persone hanno sfidato le Larghe Intese sul loro terreno โ quello elettorale, appunto โ votando in massa partiti che promettevano la rottura con il sistema politico esistente (M5S e Lega) o astenendosi. La breccia aperta dalle masse popolari con le elezioni politiche del 4 marzo 2018, le cui premesse e avvisaglie sono stati lโesito del referendum del 2011, delle elezioni politiche del 2013, delle elezioni amministrative dal 2011 in qua e del referendum del 2016, non si richiude con lโinstallazione del governo M5S-PD (vedi articolo โImporre il governo di emergenza degli organismi operai e popolariโ): รจ una condizione di superiore e insanabile ingovernabilitร del paese ad opera delle ampie masse che aggrava la crisi politica con cui รจ alle prese la classe dominante in ogni paese imperialista (vedi lโarticolo โLa democrazia borghese รจ in frantumiโ).
Nellโattuale movimento comunista convivono due linee opposte sullโazione dei comunisti rispetto alla inevitabile mobilitazione spontanea delle masse popolari:
– coloro che attendono che la rivoluzione scoppi sostengono che questa resistenza non abbia particolare valore (o persino ne negano lโesistenza) e che il compito dei comunisti consista nellโaggregare il maggior numero possibile di operai ed elementi delle masse popolari nelle file del partito comunista in attesa โdellโora xโ (e , intanto , partecipare alle elezioni per fare propaganda e alle lotte rivendicative per fare proselitismo);
– coloro che organizzano e costruiscono la rivoluzione operano per unirsi strettamente e senza riserve alla resistenza che le masse popolari oppongono e opporranno al procedere della crisi generale del capitalismo, per comprendere e applicare le leggi secondo cui questa resistenza si sviluppa, per appoggiarla, promuoverla, organizzarla e far prevalere in essa la direzione della classe operaia fino a trasformarla in lotta per il socialismo.
La Carovana del (nuovo)PCI a cui il P.CARC appartiene รจ la promotrice di questa seconda linea.
Il partito comunista รจ lo Stato Maggiore della lotta di classe
In molte discussioni fra compagni, in molti dibattiti e in molti articoli viene trattato lโargomento della โframmentazione della classe operaiaโ e il problema della โricomposizione di classeโ: sono entrambi termini che insinuano la tesi per cui il problema della rinascita del movimento comunista sia lโinadeguatezza della classe operaia e delle masse popolari (individualiste, disorganizzate, poco combattive, ecc.) e che per farvi fronte sia necessario โelevare la loro coscienza di classeโ. La veritร รจ esattamente opposta: la coscienza della classe operaia e delle masse popolari, la combattivitร e lโorganizzazione sono caratteristiche che dipendono dalla capacitร dei comunisti di essere punto di riferimento (organizzatori, educatori e formatori, in una parola, dirigenti) della resistenza spontanea che giร esiste come effetto della crisi generale. Chi non vuole affrontare il problema della responsabilitร dei comunisti rispetto alle masse popolari si nasconde dietro a frasi del tipo โvolete fare i generali senza lโesercito che li seguaโ: รจ una tipica dimostrazione delle difficoltร a comprendere che lโesercito esiste giร (sono i milioni di proletari che si mobilitano con gli strumenti, con le idee e con le capacitร che hanno per resistere agli effetti della crisi): ciรฒ che manca sono proprio i generali, i dirigenti, soggetti devoti alla causa del socialismo, formati alla concezione comunista del mondo, riconosciuti dalle masse popolari non per le loro qualitร individuali, ma in quanto rappresentanti e promotori della linea del partito comunista. Abbiamo bisogno di costruire un partito che sia allโaltezza di formare dirigenti simili, capaci di raccogliere le forze e gli individui migliori che la resistenza spontanea fa emergere e formarli a loro volta affinchรฉ siano dirigenti persino superiori. Solo in questo modo, quali che siano gli accidenti della guerra popolare, la scienza della rivoluzione socialista avanza con e per il proletariato, fino alla vittoria.
Celebriamo e celebreremo le grandi conquiste della prima ondata del movimento comunista che ha diretto gloriosamente la prima ondata della rivoluzione proletaria mondiale e trasformato milioni di sfruttati analfabeti nei protagonisti della costruzione del futuro. Di quel patrimonio rivendichiamo tutto, anche quegli errori che consentono a noi comunisti del terzo millennio di avanzare su una base solida di esperienze e insegnamenti. Alle celebrazioni giuste e necessarie aggiungiamo un pezzo: imparare dagli insegnamenti e usarli, sperimentare, lottare per organizzare e costruire la rivoluzione socialista in un paese imperialista come il nostro. Essa รจ per i capitalisti un incubo che cercano di esorcizzare con divieti e messe al bando, mentre per i proletari รจ un sogno che dobbiamo e possiamo realizzare.
Osare sognare, osare lottare, osare vincere!
Per approfondire gli argomenti trattati nellโarticolo consigliamo lo studio
Manifesto Programma del (nuovo)PCI โ ERS, 2008 โ 20 euro
La resistenza delle masse popolari al procedere della crisi del sistema Capitalista e lโazione delle forze Soggettive della rivoluzione socialista โ A cura dei C.D. Filorosso di Milano e Viareggio โ ERS, 1993 โ 5 euro
Estremismo, malattia infantile del comunismo โ Lenin โ ERS, 2019 โ 6 euro