La nazionalizzazione dei cantieri navali francesi STX da parte del governo di Macron (esponente della Borghesia Imperialista francese e non certo un bolscevico della prima ora!) è una vicenda istruttiva per le organizzazioni operaie e popolari del nostro paese e per noi comunisti.
Dimostra che la soluzione della nazionalizzazione delle aziende in crisi rivendicata a gran voce nei mesi scorsi dai lavoratori Alitalia e della Telecom, dagli operai dell’Ilva di Taranto e della ex Lucchini di Piombino per dare esito positivo alle rispettive vertenze, è assolutamente praticabile: non ci sono veti della UE che tengano, se il governo che impone la misura è deciso a farla rispettare. Quindi è una questione politica e di interesse nazionale, come sostiene lo stesso Macron!
La soluzione francese però emerge nell’ambito della (crescente) guerra economica e politica fra gruppi imperialisti, e non ha certo la prospettiva di migliorare le condizioni dei lavoratori dei cantieri navali e di stabilità dei posti di lavoro perché le aziende restano in mano a padroni, speculatori e affaristi.
Per questo le organizzazioni operaie italiane di alcune delle più grandi aziende del paese, per ottenerne la nazionalizzazione, devono coordinarsi per imporre un Governo di Emergenza che faccia i loro interessi e non quelli di padroni e speculatori di turno: con la nazionalizzazione cambia poco o niente se questa non avviene sotto il controllo delle organizzazioni operaie e di un governo loro espressione, che poggia sulla loro mobilitazione!
La vicenda Fincantieri – STX dimostra che la nazionalizzazione per Ilva, Alitalia, Telecom, Ex Lucchini e tutte le altre grandi aziende in crisi del paese è possibile già adesso, ma è una questione politica e non una “semplice” vertenza sindacale: conferma inoltre che emerge sempre più la necessità di un governo che pianifichi cosa serve ai lavoratori e alle masse popolari del proprio paese, quanto produrre nel modo più ecocompatibile possibile all’attuale stato delle conoscenze tecnologiche, e come distribuire il prodotto. Non ci serve un governo occupante che (s)vende al miglior offerente gli assetti produttivi strategici come fanno Gentiloni – Renzi e soci e il resto del teatrino delle larghe intese, che non vogliono e non possono dare una soluzione positiva al futuro delle aziende e dei lavoratori.
Ancora, la vicenda Fincantieri – STX è una lezione per tutti coloro che credono che bisogna aspettare l’uscita dall’euro o dall’UE per mettere in campo misure d’emergenza (come quella della nazionalizzazione per difendere le aziende e i posti di lavoro) per risollevare il paese. E’ una lezione per tutti quelli che parlano di nazionalizzazione senza spiegare concretamente chi deve farla e cosa bisogna fare per arrivarci, e cosa è possibile fare subito.
Si deve rilanciare con forza la parola d’ordine della nazionalizzazione anche da noi, e farla ingoiare al governo Gentiloni – Renzi e ai vertici della Repubblica Pontificia, e lavorare per cacciarli dal governo del paese, altrimenti marasma e disoccupazione potranno solo aumentare. Il compito che attiene a noi comunisti e ai lavoratori più generosi e combattivi, ai comitati di lotta, ai gruppi di operai, alle RSU, ai coordinamenti sindacali ed intersindacali: favorire lo sviluppo delle condizioni per l’imposizione di un Governo d’Emergenza Popolare. Quello che dobbiamo e possiamo fare fin da subito è favorire lo sviluppo e la moltiplicazione delle organizzazioni operaie e popolari che si occupano della salvaguardia delle aziende, e si coordinano con le altre per diventare le Nuove Autorità Pubbliche che prendono in mano le sorti delle aziende e dettano i tempi della lotta di classe.
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Fincantieri, la Francia decide di nazionalizzare i cantieri navali Stx. Ira dell’Italia: “Inaccettabile”
Il ministro dell’Economia francese Le Maire: difendiamo nostri interessi
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I cantieri di Stx © ANSA
Padoan, inaccettabile sfiducia verso Italia – “L’inversione” del governo francese nella trattativa tra Fincantieri e Stx “si spiega attraverso una mancanza di fiducia nei confronti dei partner italiani”. Lo ha affermato il ministro dell’economia, Pier Carlo Padoan, in un’intervista al quotidiano Les Echos, definendo “inaccettabile” l’atteggiamento di Parigi. “Prendo atto con rammarico che gli accordi passati con il precedente governo francese sono stati ripudiati dal nuovo” e “francamente non capiamo il perché” ha poi aggiunto Padoan.
Muro contro Muro, poi Macron frena con Gentiloni – Il muro contro muro è concreto. La Francia ha di fatto nazionalizzato i cantieri francesi di Saint Nazaire bloccando l’acquisizione di Fincantieri di Ftx. Ma, contemporaneamente, il presidente francese, Emanuel Macron ha chiamato il presidente del Consiglio Paolo Gentiloni per cercare di ricucire e minimizzando la scelta con ragioni tecniche. Un modo, si ragiona in ambienti politici italiani, per riavviare la partita complessiva con Roma. L’irritazione Italiana rimane, come dimostra la dura nota diffusa dai ministri dell’Economia Pier Carlo Padoan e dello Sviluppo Carlo Calenda, a mercati chiusi, il cui tono era stato concordato con Palazzo Chigi. La scelta di Parigi viene considerata incomprensibile visto che prima la società era per il 66% coreana e visto che mette in pericolo un progetto industriale concreto ed europeo, una parola ‘chiave’ anche in Francia. Ma la partita non appare chiusa. Come negli scacchi l’Italia è ora in un orgoglioso arrocco e alla Francia spetta la prossima mossa. La decisione francese azzera le scelte e gli impegni presi negli ultimi mesi. E la scelta è stata fatta sicuramente per ragioni interne: qualcuno ipotizza che serva ad ammorbidire i rigidi e fortissimi sindacati dei cantieri in vista del varo di un jobs act alla francese. Parigi forse non si attendeva una risposta italiana così dura, ma certo erano chiare le possibili conseguenze nella dialettica tra Italia e Francia. Confronto che riguarda anche altri dossier, come quello degli hot spot in Libia. Macron, del resto, ha preso il telefono e chiamato Gentiloni affrontando per primo proprio il tema libico, per ribadire la necessità di una massima collaborazione con l’Italia. Gentiloni ha annuito su questo tema. Su Fincantieri nella telefonata si sono registrate le due diverse posizioni. L’Italia ha parlato con il comunicato di Padoan e Calenda. Una nota durissima che parla di ”decisione grave” e nella quale viene messo in risalto che ”nazionalismo e protezionismo non sono basi accettabili su cui regolare i rapporti tra due grandi paesi europei”. Ma da parte dei francesi c’è il tentativo di voler riannodare il filo del dialogo, spiegando la scelta con ragioni tecniche per avere un momento di pausa e riavviare la discussione su una nuova trattativa in vista dell’incontro di martedì. Si vuole, insomma, continuare a negoziare con Fincantieri. Una posizione ritenuta responsabile dal premier italiano che – si apprende – ha rimarcato con fairplay il punto di vista italiano. Il confronto con la Francia, che ha animato anche il dibattito politico, certo potrebbe creare anche qualche fibrillazione interna in Italia: non ha caso il segretario del Pd Matteo Renzi ha cancellato una intervista programmata con Radio Anch’Io – ha fatto sapere – per evitare proprio di polemizzare con il governo considerato troppo morbido con i francesi. Ora l’attesa è per l’incontro di martedì, richiesto dal ministro dell’Economia francese, Bruno Le Maire, a Padoan e Calenda. La posizione italiana è nota. Non si comprende come sia possibile che senza alcun problema la società Stx fosse prima controllata al 66% dalla Corea e ora invece non possa avere una maggioranza italiana. Una maggioranza che serve per avere una gestione chiara. ”Attendiamo la proposta che ora ci faranno i francesi”, dicono nei due ministeri. Ma certo, spiegano, l’impegno di quasi 80 milioni messo da Fincantieri, che è una società pubblica, si spiega solo se si crea un gruppo a guida italiana in grado di confrontarsi nel difficile scenario internazionale della cantieristica.