Il divieto imposto dalla questura di Modena alla manifestazone nazionale del Si Cobas, indetta per oggi pomeriggio a seguito delle misure repressive contro Aldo Milani, è la manifestazione del fatto che quando gli operai scendono sul terreno dell’organizzazione e della mobilitazione, quando un sindacato utilizza il proprio ruolo per favorire questo processo, la borghesia trema: è costretta a ricorrere a mille espedienti per impedire, isolare, depotenziare la forza della classe operaia. E’ segno evidente che le classi dominanti non riescono più a tenere a bada la mobilitazione popolare, costrette a ricorrere a misure sempre più dure per limitarne l’agibilità.
E’ chiaro che il corteo del Si Cobas è un “problema di sicurezza”: ma per i padroni, perché è da esempio per tutta la classe operaia e le masse popolari!
Tanto più il Si Cobas non rispetterà i divieti imposti, tanto più assolverà al suo compito e sarà punto di riferimento per gli operai più combattivi e generosi!
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La questura ha vietato il corteo del Si Cobas
Troppi rischi per la sicurezza ma non è escluso che i manifestanti scendano comunque in piazza
Modena, 4 febbraio 2017 – Il questore Paolo Fassari, sulla base dell’articolo 4 del Tulps (Testo unico delle leggi di pubblica sicurezza) e anche di quanto emerso dal comitato provinciale ordine e sicurezza ha emesso un provvedimento di divieto nei confronti della manifestazione del Si Cobas, indetta dopo l’arresto del coordinatore Aldo Milani, che nel pomeriggio si sarebbe dovuta tenere in centro storico.
Sono due i fattori che hanno portato la questura a prendere questa decisione: da un lato la sicurezza del centro storico (i promotori della manifestazione hanno preannunciato mille persone), dall’altro il fatto che i manifestanti vorrebbero concludere il corteo davanti alla questura, mettendo così a rischio l’attività della polizia che ovviamente deve circolare liberamente con i propri mezzi.
Il centro resta comunque monitorato speciale, perché non è escluso che i manifestanti scendano comunque in piazza, nonostante il divieto. La decisione ha tenuto anche conto del fatto che i picchetti davanti alla Alcar Uno di Castelnuovo stanno proseguendo anche in questi giorni.