Volantino per l’8 Marzo

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8 Marzo. Quote rosse

La prospettiva che rivoluziona il movimento delle donne, rivoluzionando il paese e la società

Due anni mezzo di governo Meloni hanno avuto il “pregio” di sgomberare il campo dal femminismo padronale: il fatto che, prima volta nella storia della Repubblica, una donna sia a capo del governo non ha in nessun modo aiutato la lotta per l’emancipazione delle donne delle masse popolari.
Il governo Meloni ha proseguito nello stesso solco tracciato dai governi che l’hanno preceduto e, anzi, ha cercato di speculare sulle questioni di genere per alimentare il razzismo di Stato e le politiche repressive di cui è promotore.
Ma due anni e mezzo di governo Meloni hanno coinciso anche con un più ampio attacco ai diritti e alle tutele, conquistati con le lotte dei decenni passati: dallo smantellamento della sanità a quello dello stato sociale, dalle discriminazioni sui posti di lavoro allo smantellamento della scuola.
Nel più generale attacco alle condizioni di vita delle masse popolari, le donne sono particolarmente colpite, i loro diritti e la loro autodeterminazione sono stati sistematicamente sacrificati in favore della propaganda reazionaria, ad esempio quella sulla famiglia tradizionale
Due anni e mezzo di governo Meloni, insieme al femminismo padronale, hanno travolto anche il femminismo piccolo borghese, quello che antepone la lotta di genere alla lotta di classe come strumento di trasformazione della società.
Femminismo padronale e femminismo piccolo borghese sono stati un’efficace arma di distrazione di massa e di intossicazione per le donne delle masse popolari. A partire dal fatto che hanno incanalato prima di tutto contro gli uomini (genericamente, senza distinzione di classe) la spinta all’organizzazione e alla mobilitazione e hanno delegato alle istituzioni borghesi e padronali la lotta per l’emancipazione delle donne. Uno dei simboli di ciò sono le quote rosa.
Del tutto inutili ai fini della lotta alle discriminazioni e alla violenza di genere, del tutto funzionali al perpetrare la doppia oppressione delle donne delle masse popolari (oppressione di classe e oppressione di genere), le quote rosa sono un retaggio superato dalla storia. Un orpello dei tempi in cui la classe dominante spacciava per possibile l’emancipazione delle donne delle masse popolari nella società del suprematismo razziale e patriarcale e, soprattutto, nella dittatura della borghesia sulle masse popolari.

Né Giorgia Meloni né Elly Schlein ricoprono il posto e il ruolo che ricoprono grazie alle “quote rosa”. Entrambe lo ricoprono perché sono le migliori rappresentati degli interessi dei gruppi di potere a cui fanno capo Fratelli d’Italia e il Pd. Ma, oltre a ciò, cosa se ne fanno delle quote rosa le donne lavoratrici che sistematicamente guadagnano meno degli uomini? Cosa se ne fanno le donne che non hanno pià accesso ai servizi sanitari? Quelle che non possono esercitare il diritto all’aborto? Quelle perseguitate, picchiate violentate, umiliate?

In tempi come quelli cui siamo costretti oggi, le quote rosa – frutto del compromesso al ribasso fra il movimento delle donne delle masse popolari e la classe dominante – non hanno più alcuna aderenza con la realtà.
Servono le quote rosse, le conquiste che le donne delle masse popolari impongono alla classe dominante come risultato della loro organizzazione e della loro mobilitazione, come risultato della lotta di classe.

Dalla lotta per le condizioni di lavoro e per il salario nelle aziende a quella per la difesa e l’ampliamento dei diritti sociali e civili, dalla lotta contro la speculazione dei territori a quella contro le violenze di genere e il patriarcato le donne delle masse popolari sono già protagoniste della lotta di classe.
Questo ruolo è uno dei presupposti su cui si basa il Governo di Blocco Popolare di cui le organizzazioni delle donne delle masse popolari – quote rosse – sono parte essenziale.
Da promotrici delle inascoltate e strumentalizzate rivendicazioni ai governi della destra e della sinistra delle Larghe Intese a forza di governo del paese: è questa la prospettiva che rivoluziona il movimento delle donne, rivoluzionando il paese e la società.

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