Il corteo promosso il 18 maggio a Firenze dagli operai della ex GKN è stato l’ennesimo in questi anni e un successo in termini di partecipazione numerica ma anche qualitativa. Erano infatti presenti gruppi operai come Pasotti di Brescia, Sanac di Massa, Sammontana di Empoli e lavoratori TIM, collettivi studenteschi e comitati a sostegno della Palestina, organizzazioni popolari come Apuane libere, i familiari delle vittime di morti sul lavoro e stragi come quella di Viareggio, il comitato No NATO né a Firenze né altrove e gli Alluvionati di Campi Bisenzio, sindacati
Il corteo ha attraversato i quartieri popolari di Rifredi e Novoli per portare la propria solidarietà al Collettivo e terminare davanti alla Regione Toscana: il convitato di pietra della giornata a cui si sono rivolti a più riprese gli operai in cerca di risposte. Infatti, il CdF ha elaborato una proposta di legge regionale per il recupero pubblico della loro fabbrica e impedire che diventi l’ennesimo ecomostro nella Piana, come il Meccanotessile o la Sun Chemical. Il progetto è stato consegnato da tempo a tutti i consiglieri regionali e ai rispettivi partiti politici ma nessuno li ha degnati di una risposta. E loro sono andati a prendersela, facendo irruzione nel giardino della Regione per accamparsi (almeno) fino a lunedì, dove si sono confrontati con delegazioni delle Rsu della Regione Toscana e dell’Arpat.
Questo è un esempio ottimo di ciò che intendiamo per “irruzione nella campagna elettorale” che mette all’angolo i vari candidati sindaco Funaro, Del Re e Masi, politicanti della Regione Toscana a cominciare dal presidente Giani che da anni cercano di menare per il naso gli operai e un intero territorio.
In quasi tre anni dall’imposizione dell’assemblea permanente (era il 9 luglio 2021) abbiamo visto nei confronti degli operai GKN una repressione continua fatta di sabotaggi degli impianti elettrici, mancato pagamento di stipendi, buttafuori in stile mafioso, la violazione di ogni minima regola sindacale: il tutto sotto l’evidente copertura dei governi di ogni livello al faccendiere Borgomeo. Ma questi operai sono “usciti dal calcolo” dei nemici di classe e sono ancora lì, a testa alta e con tutta la dignità possibile, a dare tanto filo da torcere alle istituzioni e alle autorità della classe dominante. Ma soprattutto con la loro pratica alimentano il coordinamento delle organizzazioni operaie e popolari necessario a porre sul piatto le soluzioni alla crisi, mostrano su piccola scala la forza enorme e inarrestabile della classe operaia. Per questo diciamo che è fondamentale costruire 1000 organismi come il CdF GKN, che non solo non si piegano agli attacchi di padroni e istituzioni ma contendono loro il riconoscimento delle masse popolari e quindi il potere, elaborando progetti industriali e di legge alternativi. E’ un esempio illuminante di quel che serve per porre le basi della nuova governabilità che ci serve e cominciare ad arrestare la spirale della crisi economica, ambientale e politica in cui stiamo sprofondando, per bloccare lo smantellamento delle aziende e la devastazione dei territori, per avanzare nella lotta per fare dell’Italia un nuovo paese socialista.
Avanti insieme, uniti a lottare!
10, 100, 1000 organizzazioni operaie e popolari come il CdF GKN per prendere in mano il paese e il nostro destino!
Federazione Toscana del Partito dei CARC