[Prato] Solidarietà al SI Cobas e a chi lotta contro il “sistema Prato”!

La Federazione Toscana del P.CARC e la sezione di Prato aderiscono e invitano a partecipare all’iniziativa di Prato Antifascista del 3 marzo a sostegno dei compagni denunciati per la partecipazione al grande corteo che il 18 gennaio 2020: qui il link.

Fu un corteo combattivo e determinato quello che attraversò la città, rispondendo all’appello del SI Cobas a difesa degli operai della Superlativa ma anche per denunciare il famigerato “sistema Prato”; un sistema fatto di sfruttamento forsennato e repressione, difeso a spada tratta da Confindustria e dal Partito Democratico, che il sindacato ha avuto il merito di smascherare pubblicamente: per questo motivo si susseguono da anni gli attacchi repressivi.

La solidarietà, in particolare quella economica, è indispensabile fra i lavoratori e le masse popolari e in particolare verso i compagni e le compagne che sono oggetto dell’attacco del nemico di classe tramite i suoi apparati repressivi. Nello specifico le denunce arrivate ai compagni pratesi ci vedono coinvolti anche come Partito, con l’attacco alla nostra compagna Eleonora. Sosteniamo la risposta pubblica di solidarietà e convergenza che sta alimentando Prato Antifascista con la sua azione e che rimanda al mittente tentativi di divisione. Auspichiamo che iniziative come questa aprano la strada a un dibattito pubblico anche su come resistere alla repressione e contrattaccare, per ribaltare il tavolo e passare da accusati a accusatori.

Al fianco dei compagni e compagne di Prato colpiti dalla repressione!

10, 100, 1000 iniziative di solidarietà per respingere l’attacco di padroni e sbirraglia!

Federazione Toscana del P.CARC

Di seguito il post di Prato Antifascista:

Contro la repressione del corteo del 18 gennaio 2020!

Il 18 gennaio 2020 la città di Prato fu attraversata da un grande corteo. La manifestazione, indetta dal sindacato SI Cobas per chiedere l’annullamento delle multe da 4.000 euro ciascuna comminate a 21 operai della Tintoria Superlativa per “blocco stradale”, fu un successo a livello di partecipazione (i manifestanti furono più di 2000), per la solidarietà diffusa e per il clamore che seppe suscitare.

Come noto, il percorso stabilito con la questura non fu rispettato: il corteo venne allungato per terminare in piazza del Comune, sotto le finestre di quelle istituzioni cittadine sorde alle richieste operaie di tutela dallo sfruttamento del distretto, ma sempre sollecite quando si tratta di reprimere e sanzionare. Dopo una pacifica “occupazione” della piazza, la polizia effettuò una carica di alleggerimento per disperdere i manifestanti: primo segno del nervosismo che da allora ha pervaso istituzioni e forze dell’ordine.

Subito dopo la fine del corteo, infatti, iniziò un rimpallo di accuse tra comune e questura, sotto al quale era facile percepire la rabbia e la frustrazione per aver permesso ai lavoratori e ai solidali di entrare nel centro storico minacciando quello che il sindaco Biffoni definì addirittura “diritto allo shopping”, considerato prioritario rispetto alla tutela di operai costretti a lavorare 12 ore al giorno per sette giorni su sette.

Le prime denunce agli organizzatori arrivarono nei giorni immediatamente successivi, ma le indagini sono proseguite per quasi tre anni e sono arrivate a conclusione alla fine del 2022, quando un compagno e una compagna di Prato Antifascista sono stati rinviati a giudizio. Al di là delle accuse oltre il ridicolo, come l’accensione di un fumogeno e l’utilizzo del megafono per un discorso, resta chiara e netta la volontà di colpire chiunque provi ad alzare la testa o anche solo ad appoggiare le rivendicazioni delle migliaia di sfruttati di questa città. Il messaggio generale, ribadito dall’attività repressiva che sta raggiungendo livelli sempre più esasperati in tutto il paese, è evidente: in Italia non si deve lottare più.

Questo messaggio lo rispediamo volentieri al mittente. Se l’idea delle istituzioni è quella di colpire e isolare chi ancora decide di far sentire la propria voce, la nostra risposta è la solidarietà e la complicità.

Per questo motivo, venerdì 3 marzo invitiamo chiunque voglia aiutare i nostri compagni sotto accusa alla Casa del Popolo di Cafaggio per la presentazione di “Scusate il disturbo”, il primo fumetto di Militanza Grafica, artista militante senza volto autore di splendide grafiche antifasciste, antisessiste ed antirazziste.

Prima della presentazione ci sarà una cena benefit a prezzi popolari, il cui ricavato andrà alla cassa di resistenza per le spese legali dei compagni attualmente a giudizio per il corteo SI Cobas del gennaio 2020.

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