Pieni di accise 

Nel 2019 la Meloni chiudeva uno dei suoi spot elettorali con la frase “Andare in Europa per cambiare tutto”. A ragion veduta possiamo controbattere: andare in Europa per comportarsi esattamente come prima di lei Draghi, PD, Lega e Forza Italia hanno fatto. 

Una fase diversa?

Che la Meloni si affaccendi a spiegare di essere in un’altra fase rispetto al 2019 poco ci importa. Lo abbiamo scritto appena dopo il 25 settembre 2022 e ogni giorno che il governo in carica fa manovre e decreti lo conferma: il governo Meloni è lì per attuare l’agenda Draghi.

“Immediata costituzione di un’unità di crisi su energia e caro bollette […] sterilizzazione delle entrate dello Stato da imposte su energia e carburanti e automatica riduzione di Iva e accise”

Punto 17 del programma elettorale FdI 2022

La Meloni non si è improvvisamente sdraiata ai piedi dell’Europa e non ha certo invertito rotta per prostrarsi a quelli degli imperialisti Usa e sionisti. Fratelli d’Italia è un partito pienamente integrato nelle Larghe Intese, nonostante si sia fatto forza sulla finta opposizione a queste, e agli imperialisti Usa, sionisti ed europei niente importa che sia un partito formato da scimmiottatori del fascismo del secolo scorso. Poco conta anche la marcia indietro fatta qualche giorno fa e alcune scene imbarazzanti dopo la sua decisione di ripristinare pienamente le accise. 

Un indirizzo preciso 

Quello che conta invece è che questa è un’altra occasione in cui la Meloni non ha perso occasione per scaricare la crisi, la guerra, il carovita sulle masse popolari, per mettere sotto attacco una parte di queste e fomentare la guerra tra poveri. 

Questo fa del governo Meloni un governo debole, che si trova in maniera spedita ad avere a che fare con i suoi esigui elettori (la coalizione ha appena il 26% dei voti degli aventi diritto!) e con i partiti della sua coalizione. Sull’analisi del governo abbiamo scritto e rimandiamo all’articolo Governo Draghi o governo Meloni

Quello che fa la differenza 

A ogni passo il governo Meloni provoca reazioni di operai, lavoratori del pubblico, studenti, ambientalisti, commercianti o professionisti, disoccupati, donne ecc. L’aspetto decisivo è che le tante mobilitazioni che verranno prendano di mira il governo Meloni e ne contrastino TUTTI i tentativi di dividere le masse popolari e metterle in guerra fra loro. L’opposizione sociale alle manovre antipopolari del governo deve su questa base porsi l’obiettivo di alimentare l’organizzazione delle masse popolari e il loro coordinamento per farle convergere in un movimento che si ponga come obiettivo di stracciare l’agenda Draghi e tagliare la strada a qualsiasi governo la impugni.

La lotta contro il carovita è la stessa di chi lotta contro lo smantellamento del Reddito di Cittadinanza. A sua volta questa battaglia è legata a quella di chi lotta per la difesa del lavoro e dell’apparato produttivo del paese e così via. L’obiettivo necessario, più o meno cosciente, di ogni mobilitazione è cacciare la Meloni e tutti gli altri servi della NATO, della UE e di Confindustria dal governo del paese. 

Il P.CARC sostiene e promuove che ogni organismo si metta in contatto con altre esperienze di organizzazione e mobilitazione delle masse popolari per coordinarsi e muoversi in un fronte compatto di lotta e solidarietà. Chiunque voglia mettersi su questa strada può mettersi in contatto con noi.

Rispondi

Iscriviti alla newsletter

Abilita JavaScript nel browser per completare questo modulo.

I più letti

Articoli simili
Correlati

La Siria è sotto attacco di Usa e Israele

Morte all'imperialismo! Il Socialismo è il futuro dell'umanità!

Questioni di lotta di classe

Poco prima dello svolgimento del corteo del 30 novembre...

Perchè non sciopero?

Alcune esperienze di lavoratori e compagni del P.Carc

Di scioperi e d’intifada

Dalle piazze del 29 e del 30 novembre