Un congresso, 5 insegnamenti e un obiettivo

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Quello che farà il governo Meloni è già chiaro, non occorre aspettare risposte! Finché il nostro paese sarà diretto da governi degli imperialisti UE, della Confindustria, della NATO, del Vaticano e delle organizzazioni criminali, le cose continueranno di male in peggio.

I fondi speculativi, le multinazionali, i grandi capitalisti e la loro Comunità Internazionale (UE, BCE, FMI, NATO) dettano legge ai governi e la loro legge è una sola: aprire nuovi campi per le loro speculazioni e far fruttare i loro capitali, ad ogni costo. Non c’è pandemia, riscaldamento climatico, devastazione dell’ambiente e diritti umani che tengano. Quindi?

PER sbarrare la strada agli speculatori dell’energia e farla finita con lo smantellamento delle aziende, PER mettere fine alla partecipazione del nostro paese alla guerra USA-NATO, PER attuare la Costituzione del 1948, PER realizzare i 10 punti dell’agenda CGIL… da qualunque parte la si prenda, la via è una sola: estendere l’organizzazione e la mobilitazione dei lavoratori, dei disoccupati, dei pensionati e di tutte le masse popolari. La via è quella aperta dal Collettivo di Fabbrica e dagli operai della GKN di Firenze:

1. formare fin da subito in ogni posto di lavoro comitati che coalizzano i lavoratori combattivi indipendentemente dall’appartenenza sindacale: 10, 100, 1000 organizzazioni di lavoratori come quelli della GKN di Firenze;

2. non rassegnarsi a cassa integrazione e altri ammortizzatori sociali aspettando e sperando che passi la bufera, ma fare di ogni azienda minacciata di delocalizzazione, chiusura, ristrutturazione un centro promotore della lotta contro lo smantellamento dell’apparato produttivo del paese;

3. tenere in mano l’iniziativa, non fidarsi né affidarsi alle promesse dei padroni, delle loro autorità e dei loro agenti;

4. usare ogni forma di lotta, l’unico criterio è che abbiamo la forza per attuarla e che sia efficace: è legittimo quello che serve ai lavoratori anche se illegale, cioè vietato dalle leggi dei padroni e delle loro autorità;

5. sviluppare la mobilitazione e il coordinamento con altri lavoratori, con disoccupati, pensionati, ecc. contro lo smantellamento dell’apparato produttivo e contro le altre misure inique imposte dalla borghesia imperialista nelle aziende e nelle scuole, contro la partecipazione del nostro paese alla guerra USA-NATO per interposta persona in Ucraina, contro la distruzione del Servizio Sanitario Nazionale, contro le grandi opere inutili e dannose, contro la devastazione dell’ambiente e l’incombente catastrofe ecologica, contro la guerra e le “missioni umanitarie.

USARE LE ASSEMBLEE DI BASE DEL CONGRESSO CGIL PER FAR CONOSCERE QUESTI INSEGNAMENTI, PER ACCORDARSI SU COME METTERLI IN PRATICA IN OGNI AZIENDA, PER INIZIARE A FARLO!


I nostri nonni e i nostri padri hanno conquistato miglioramenti e diritti in campo economico, politico, sindacale e sociale non attraverso i tavoli di trattativa o facendo opposizione! Li hanno ottenuti organizzandosi nelle cellule di fabbrica del PCI, nei CLN, nei Consigli di Fabbrica e lottando non solo per cacciare i nazi-fascisti e poi contro il regime democristiano-mafioso, ma soprattutto per fare dell’Italia un paese in cui la sovranità appartenesse al popolo, ogni persona svolgesse, secondo le sue possibilità e le sue scelte, un’attività utile al progresso della società, tutti i lavoratori partecipassero effettivamente all’organizzazione politica, economica e sociale del paese!

Bastano un centinaio di organismi come il Collettivo di Fabbrica della GKN che fanno delle aziende a rischio dei centri promotori della lotta contro lo smantellamento dell’apparato produttivo, come il CALP di Genova che bloccano i porti italiani al traffico di armi, come i NOTAV della Val di Susa che boicottano le grandi opere speculative, come i Disoccupati 7 Novembre e Cantiere 167 di Napoli, come Friday For Future, come i comitati per l’acqua pubblica e quelli per la casa, coordinati tra loro per rendere ingovernabile il paese dalle autorità dei padroni e costringerli a ingoiare un governo d’emergenza popolare, composto da uomini di fiducia degli organismi operai e popolari e da esse revocabili, disposti e capaci di tradurre in leggi e altre misure le soluzioni indicate da questi organismi.

Non sono i padroni a essere forti, sono i lavoratori che devono organizzarsi per far valere la loro forza! Non importa in quanti si è all’inizio in un’azienda. Non importa quante sono le aziende in cui si inizia. Altri seguiranno, perché ogni attacco dei padroni dimostrerà che chi ha iniziato ha ragione. Il P.CARC sostiene e organizza ogni lavoratore che si mette su questa strada, che decide di prendere in mano il proprio futuro!

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