Che la “Fase 2” non fosse basata su alcun riscontro scientifico, bensì sugli interessi dei capitalisti, è di giorno in giorno sempre più evidente e la reale entità della strage di anziani, lavoratori e personale socio sanitario inizia ad emergere con forza, rompendo il “muro di gomma” costruito con particolare cura dall’Amministrazione PD della regione, impersonificata dalla triade S. Bonaccini, S. Venturi e R. Donini.
Infatti, non c’è da sorprendersi dei nuovi focolai (nel bolognese e nel reggiano): l’emergenza sanitaria non è scomparsa, anzi si aggrava e si aggraverà quanto più lasceremo la gestione della società nelle mani di affaristi e speculatori come quelli qui sopra citati. “Bisogna tenere altissima la guardia” dice l’assessore Donini, lo stesso che prende tempo con i comitati dei familiari delle vittime in CRA / RSA che, per i troppi impegni, può incontrare solo il 10 luglio (al netto delle chiacchiere, questo è il vero volto dell’Amministrazione regionale); lo stesso Donini che fa l’avvoltoio sull’Ospedale S. Orsola di Bologna (riduzione di 373 posti letto) e sui piccoli ospedali come quello di Scandiano (RE) o il vecchio nosocomio di Carpi, pronto ad essere abbattuto per farne uno nuovo sulla falsa riga delle speculazioni che fanno gola al privato simil Case della Salute. Eppure, fino a qualche giorno fa, la Sanità emiliana e il suo modello sono stati eretti ad esempio virtuoso a cui fare riferimento, diventando ambito da una parte di contesa interna per preparare la scalata nel PD nazionale di Bonaccini e dall’altra di convergenza nel campo delle Larghe Intese sull’autonomia differenziata. La dimostrazione sta nella difesa “senza se e senza ma” della gestione Fontana, in Lombardia, da parte del nostro presidente in doppio petto.
Una gestione, questa nostrana, infiocchettata ma i cui drammatici risultati stanno emergendo grazie soprattutto alla lotta per la verità e la giustizia portata avanti dalla rete regionale dei Comitati dei familiari delle vittime in RSA / CRA con azioni legali, esposti in Procura, richiesta di indagini interne nei vari Comuni, presidi e la creazione di un fronte con i lavoratori di queste strutture, colpiti fin dai primi giorni della pandemia. Quello che serve è una vera e propria Commissione popolare d’inchiesta, per raccogliere dati e informazioni reali e smascherare i veri responsabili politici, li stessi che negli ultimi anni hanno raggiunto il primato nazionale di ben (dal 2012 al 2018) 2.904 posti letto tagliati, chiudendo interi ospedali oppure amputandoli di reparti, soprattutto i punti nascite sull’Appennino. Ebbene, una Commissione popolare d’inchiesta che deve essere composta da Comitati dei parenti delle vittime e contro la chiusura degli ospedali, tecnici ed esperti, sindacati di base e da realtà come Emergency e Medicina Democratica che arrivano anche ad imporre la collaborazione di quegli eletti che non vogliono essere ulteriormente complici e vogliono davvero fare gli interessi delle masse popolari di mettere a contribuzione loro conoscenze, risorse e informazioni. Tutto ciò alimenterà la creazione delle condizioni per una diretta e dal basso gestione di queste strutture e per esteso del Sistema Sanitario.
Questa necessità, è palese nella provincia di Reggio Emilia, particolarmente devastata: all’11 maggio, sono deceduti complessivamente, causa Covid-19, 219 persone nelle RSA, il 40% del totale! E si parla dei “soli” numeri ufficiali, senza contare il sommerso e tutti coloro a cui non è stato fatto il tampone, né l’autopsia. Eppure, fino a che hanno potuto, il silenzio (assordante) è stata la strategia dei vertici della “Città delle persone” e dell’ASP locale. Ma la realtà non può essere “buttata sotto il tappeto”: a Correggio, si leva altro il grido “le nostre madri morte di Covid nella casa di riposo con 15 vittime: diteci perché!” da parte dei parenti della Centro Anziani Correggio – Coopselios a cui fanno eco i 5 indagati per le oltre venti morte “sospette” (con la richiesta di riesumare 15 vittime per procedere con l’autopsia) nella casa della Carità ‘San Giuseppe’ di Montecchio il cui presidente è il parroco del paese, Angelo Orlandini. La struttura fa infatti capo alla Federazione Diocesana Servizi agli Anziani (legata a Confcooperative) e ciò conferma quanto “il Vaticano è pienamente invischiato e corresponsabile del disastro sanitario di questi mesi, e lo è più che per quanto ha detto o fatto pubblicamente, soprattutto per ciò che non ha fatto e si guarda bene dal fare” (da La cupola del Vaticano e l’emergenza Covid-19 – Resistenza n.6/2020). Mentre il Vescovo M. Camisasca (che ha prontamentee preso le difese dei vertici della struttura) invitava a pregare, le tasche del clero locale si gonfiavano e gli anziani venivano condannati a morte. Infatti, in piena emergenza sanitaria un paziente della struttura, ricoverato all’ospedale Franchini di Montecchio, è stato ricondotto alla Casa della Carità senza “accorgersi” della sua positività al virus: i morti salgono a 23, di cui solo 16 certificati Covid-19 (cifre realisticamente inferiori alla realtà), altri decessi avvengono nell’ala dove si trova la Casa del Clero e almeno una dozzina di operatori sono contagiati.
Tutto ciò (e molto altro, come l’ospedale di Sassuolo per il 51% in mano a banche, fondazioni private, ecc.) rende evidente che sotto la direzione di questa classe dominante, la borghesia, il processo criminale di smantellamento e privatizzazione del SSN si è aggravato e approfondito, causando a cascata anche la situazione in cui versano le CRA e le RSA. Nessuna illusione: tra veline e processi farsa, la giustizia borghese non trionferà! Quindi, ogni singola battaglia trova respiro e soluzione se legata alla questione del governo dei territori e del Paese, fondato su una rete di esperienze di autorganizzazione in ogni ambulatorio, casa di cura, ospedale, azienda, fabbrica, scuola e quartiere: solo con un governo d’emergenza popolare possiamo concretamente iniziare ad invertire la rotta fino a realizzare l’unica vera soluzione, il socialismo!
In Emilia Romagna, Bonaccini e soci hanno fatto lo stesso di Fontana in Lombardia, lo stesso di quello che i governi delle Larghe Intese hanno fatto per l’Italia negli ultimi 30 anni. Il problema è quindi l’intera classe dirigente perché è l’intera classe dominante ad essere assassina e stragista. “Il sistema politico della borghesia imperialista è in crisi in tutto il mondo, anche nel nostro Paese: avanti nella promozione del nuovo potere delle masse popolari organizzate, avanti nella costruzione del sistema politico del proletariato!” così scrive il Comitato di Partito “Fratelli Cervi” nel suo terzo comunicato e infatti, il protagonismo delle masse popolari organizzate può e deve fare pulizia di tutto ciò, creando una nuova governabilità locale e nazionale, imponendola di fatto: solo così si otterrà giustizia alla luce dei propri interessi di classe!
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Vi invitiamo a leggere, discutere e difondere il Vademecum Sanitario Covid-19 promosso dal P. CARC inviandoci vostre proposte, considerazioni e domande. Si compone di quattro schede che trattano i seguenti argomenti:
Scheda 1: Aspetti sanitari (fa il punto sui rischi per la salute del COVID-19, sulle precauzioni da adottare per evitare il contagio, sulla diagnosi e la cura dei soggetti colpiti);
Scheda 2: I dati del COVID-19 (tratta dei numeri dell’emergenza sanitaria);
Scheda 3: Provvedimenti governativi e repressione della lotta di classe (tratta delle misure repressive adottate e dello sviluppo della vigilanza democratica e della lotta di classe);
Scheda 4: Lavoro, attività economiche, salute e sicurezza nei luoghi di lavoro (serve per conoscere la normativa prevista a tutela della salute e sicurezza dei lavoratori e a valutare cosa i lavoratori stessi devono e possono fare per difendere la loro salute e per affrontare l’emergenza sanitaria).