Il 20 febbraio l’AGCom ha multato la RAI per violazione della par condicio, per le strumentalizzazioni che promuove e per l’intossicazione dell’opinione pubblica che alimenta. Manlio Di Stefano, sottosegretario di Stato al Ministero degli affari esteri e della cooperazione internazionale, ha ripreso la notizia per giustificare con la censura della RAI verso il M5S il calo di consensi elettorali del Movimento. È stata una manovra patetica e fuorviante: il M5S è costantemente cresciuto dalla sua nascita, anche in termini elettorali, quando vietava ai suoi esponenti di andare in televisione e riempiva le piazze di tutto il paese, incarnando il malcontento delle masse popolari e la voglia di rottura. Dare responsabilità alla cattiva informazione (o all’efficace disinformazione) è il classico modo per scaricare le proprie responsabilità sugli altri.
Il 15 febbraio si è svolta a Roma la manifestazione contro il ripristino dei vitalizi promossa dal M5S. Una manifestazione partecipata (anche se non come in passato) convocata da quello che rimane della base organizzata che l’ha imposta ai vertici. Essa rappresenta l’altra faccia della medaglia rispetto alle narrazioni di Di Stefano e compagnia e dimostra che l’unica possibilità per riprendersi dal declino che ha seguito la costituzione e l’opera del governo Conte 1, il M5S ce l’ha nella sua base e non nei suoi vertici. La riuscita della manifestazione, inoltre, indica una strada: l’idea di convocare dal basso la manifestazione di Roma e spingere i portavoce a mettersi al servizio della sua riuscita è un’esperienza di cui fare tesoro. Questo modo di agire deve diventare ordinario e non un episodio legato alla sola abolizione dei vitalizi.
Di seguito riportiamo lo stralcio di un contributo che un nostro compagno ha inviato agli attivisti del M5S con cui ha partecipato alla manifestazione e, a seguire, lo stralcio del Comunicato del 22 febbraio 2020 del (nuovo)PCI “Agli attivisti, agli elettori e agli eletti del M5S – Certe battaglie si possono vincere solo con il supporto e la partecipazione delle masse popolari”.
“Il punto non è tornare alle origini del Movimento, ma andare avanti. Siete voi che avete portato il M5S a essere il primo partito in Italia, che avete riempito le piazze con i “vaffa day” e partecipato a tante mobilitazioni per l’ambiente, per l’acqua pubblica, contro il TAP e il TAV, ecc.. Siete voi e i tanti che il 4 marzo 2018 hanno votato il Movimento ad aver aperto una breccia nel sistema politico delle Larghe Intese, non Di Maio, Beppe Grillo o Casaleggio.
Quello che oggi dovete fare è trasformare i “vaffa” di un tempo in azioni di costruzione a sostegno delle vertenze, dei movimenti e delle mobilitazioni in corso in Italia. Bisogna che torniate davanti ai cancelli delle aziende in crisi, dalla Whirlpool all’Alitalia, dovete sostenere le decine e decine di presidi operai davanti al MISE, promuovere le lotte a tutela dell’ambiente, della salute e del diritto alla scuola e alla sanità, mobilitarvi contro le grandi opere inutili. La manifestazione autoconvocata di Roma dimostra che il Movimento 5 Stelle siete voi non gli eletti in parlamento. È solo sulla base della vostra spinta che i portavoce romperanno con le “buone maniere” e il politichese dedicandosi realmente all’attuazione delle misure e del programma per cui sono stati votati.
In tanti avete detto di volervi opporre al clima di “restaurazione” che il PD e le Larghe Intese cercano di promuovere (ritirare quota cento, reddito di cittadinanza, riprendersi i vitalizi, ecc.). Questa restaurazione non punta altro che a chiudere la breccia nel sistema politico. Per impedire ciò serve tutta la vostra forza e tutto il vostro entusiasmo nel prendere in mano la situazione e rafforzare la resistenza popolare al procedere della crisi. Non date per persa una battaglia che è tutta da combattere, è tempo di riscossa!”.
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“Il declino del M5S è incominciato dopo che ha ceduto al ricatto dei vertici della Repubblica Pontificia impersonati da Sergio Mattarella: formare un governo con in posizione chiave uomini di fiducia dell’UE, della NATO e del Vaticano (Tria e Moavero Milanesi in primis) grazie ai quali la Lega di Matteo Salvini diventava socio di governo con libertà di manovra e con l’appoggio esterno del polo Berlusconi. (…) La manifestazione del 15 febbraio 2020 ha però mostrato che il M5S ha ancora in sé le risorse per risalire la china: era la manifestazione contro l’eliminazione di una delle misure esemplari del M5S (l’abolizione dei vitalizi, uno dei numerosi privilegi degli uomini politici del sistema delle Larghe Intese) ed è stata convocata dal basso, dagli attivisti del M5S e alla fine accettata dai vertici.
Risalire la china è il compito che noi comunisti indichiamo agli attivisti del M5S. Se imboccheranno questa strada avranno anche l’appoggio di noi comunisti. Questa strada sostanzialmente comporta concentrare l’iniziativa degli eletti del M5S (dai suoi membri nel governo a quelli nelle amministrazioni regionali e comunali) e delle sue organizzazioni di base nel rafforzare la resistenza delle masse popolari al corso catastrofico delle cose: 1) incitare azienda per azienda, scuola per scuola, quartiere per quartiere i lavoratori, i giovani, i disoccupati, i pensionati a organizzarsi in comitati, associazioni, ecc. e a mobilitarsi per far fronte ai mille problemi che li assillano; 2) sostenere con l’azione di governo e con l’azione di massa gli organismi operai e popolari già esistenti e quelli che si formano, senza avere riguardi per l’opposizione dell’UE, della NATO e dei gruppi imperialisti italiani e stranieri: dagli operai della Whirlpool di Napoli, dell’ex Ilva di Taranto, dell’ex Lucchini di Piombino, dell’Embraco di Riva di Chieri (TO), ecc. mobilitati contro chiusure, delocalizzazioni e smembramenti, agli operai della Superlativa di Prato, della logistica, delle campagne in lotta contro la violazione dei contratti di lavoro, gli abusi padronali e le nuove forme di schiavitù, ai comitati contro le grandi opere inutili e dannose come i NO TAV e i NO TAP, per l’acqua pubblica, contro la guerra, contro l’inquinamento, lo smantellamento dei servizi pubblici, il degrado; 3) attuare le misure favorevoli alle masse popolari e abolire o non attuare e sabotare quelle antipopolari messe in opera dal Conte 1 e dal Conte 2. In sintesi, appoggiare dall’alto e dal basso l’attività delle organizzazioni operaie e popolari nelle aziende, nelle scuole e nelle università, nelle zone d’abitazione, in ogni campo dell’attività statale (sanità, pensioni, istruzione e università, forze di polizia, forze armate, diplomazia e magistratura). (…) Gli attivisti del M5S, a partire da quelli organizzati nei meet-up, devono dare continuità alla manifestazione del 15 febbraio, evitare che si riduca ad un’iniziativa una tantum di tipo propagandistico-elettorale; devono controllare, incalzare e spingere consiglieri comunali, sindaci, parlamentari e ministri che vi hanno partecipato a dare seguito alle promesse e ad attuare le misure che sono già nelle loro competenze (a partire dalla manutenzione del territorio e degli edifici pubblici, dall’assistenza sanitaria e scuola pubbliche e di qualità, dalla salvaguardia delle attività produttive, ecc. al di fuori e contro vincoli finanziari, patti e regole vigenti) ricorrendo alla mobilitazione popolare per imporle (la mobilitazione è indispensabile per superare gli ostacoli e affrontare il boicottaggio del sistema di potere vigente). Le batoste elettorali che il M5S ha preso mostrano che la sinistra del M5S deve avere il coraggio che non ha avuto dopo le elezioni del marzo 2018: attuare misure di effettiva rottura con la linea dei governi delle Larghe Intese e di soggezione all’UE e alla NATO, altrimenti finirà con il suicidarsi cedendo al PD di Zingaretti, calpestando definitivamente l’esito delle elezioni politiche del 2018 e impantanandosi nel ruolo di forza principale di un “governo del cambiamento”… in continuità con i governi del passato (i governi Prodi-Berlusconi-Monti-Letta-Renzi-Gentiloni), quelli che hanno attuato il programma comune di lacrime e sangue per le masse popolari. Se il M5S si adatterà al corso delle cose imposto dall’UE, dalla NATO, dalla Comunità Internazionale dei gruppi imperialisti europei, USA e sionisti e dai vertici della Repubblica Pontificia, il suo declino è certo. Se il M5S ridiventerà forza d’opposizione senza riserve al corso delle cose con la sua attività dal basso e dall’alto, è invece certo che la Lega e almeno una parte del PD dovranno inseguirlo su questo terreno e anche i ricatti di far cadere il governo saranno spuntati: i ricatti funzionano solo finché e se il M5S cede ad essi! A quel punto se i vertici della Repubblica Pontificia faranno cadere il governo, ne pagheranno le conseguenze”.