[Napoli] Incendio in Amazzonia: 10, 100, 1000 iniziative dal basso per salvaguardare il pianeta

Nella mattinata di venerdì 23 agosto 2019 i giovani studenti della città di Napoli hanno accolto l’appello internazionale di Friday for Future manifestando dinanzi al consolato brasiliano contro l’indifferenza di Bolsonaro e Co. rispetto agli incendi che stanno riducendo la foresta Amazzonica (in allegato il comunicato del Coordinamento Flegreo rispetto alla mobilitazione della giornata al link https://www.facebook.com/1652601544984769/posts/2390324917879091/)

Le mobilitazioni come quella di Napoli sono importanti e utili allo sviluppo della mobilitazione contro gli effetti più gravi della crisi generale del sistema capitalista, e sono frutto della resistenza spontanea che le masse popolari oppongono ad essa. Un numero crescente di elementi delle masse popolari, a vari livelli di consapevolezza e coscienza, ha chiaro che la società in cui viviamo non può continuare a svilupparsi come ha fatto fino ad oggi, c’è bisogno di un cambiamento profondo, c’è bisogno di una rivoluzione. Con questo spirito milioni di persone, giovani e studenti in tutte le parti del mondo si organizzano per mettere fine alla crisi ambientale in corso. L’iniziativa fatta il 23 agosto è in continuità con le grandi mobilitazioni studentesche e ambientali che hanno caratterizzato questo ultimo anno (ad esempio, quella del 23 maggio al link https://www.youtube.com/watch?v=MldvEv3YuPE#action=share)

Il cambiamento del clima, l’impoverimento dei terreni, il consumo del suolo, l’inquinamento u del mare e dell’aria sono diventate tra le più gravi emergenze che l’umanità si trova ad affrontare. La causa di tutto questo è la crisi generale del sistema capitalista (sistema economico e sociale che si fonda sul profitto di un capitalista sulle spalle di lavoratori, operai e delle masse popolari: infatti , se i costi per applicare le moderne tecnologie in grado di ridurre le emissioni inquinanti di un’acciaieria riducono i profitti dei suoi padroni, non si applicheranno. Se smaltire i rifiuti in maniera ecocompatibile fa guadagnare meno che bruciarli o sotterrarli in discariche abusive, non verrà fatto e così via.

La crisi generale del sistema capitalista è una crisi mondiale e internazionale: lo dimostra la situazione stessa in cui oggi riversa il Brasile rispetto agli incendi in corso in foresta amazzonica. Le mobilitazioni che si svolgono anche nel nostro paese e nei nostri territori (come quella del 23 agosto) hanno una valenza internazionalista cioè, sono a sostegno e in solidarietà della resistenza delle masse popolari brasiliane e sudamericane in generale che quotidianamente partecipano e si autorganizzano per gestire la società, il loro paese servendo i loro interessi, inconciliabili con quelli della dei capitalisti.

La soluzione generale al marasma in cui ci troviamo è abbattere il sistema capitalista, inconciliabile per sua natura con la tutela dell’ambiente e della salute, per alimen tare la costruzione di un nuovo sistema, il socialismo, quale unico sistema sociale che permette alle masse popolari di sprigionare tutta la propria capacità intellettuale, creatività e forza per fermare la crisi in corso e prendersi cura in mille forme del futuro del pianeta e dell’umanità.

Oggi costruire la rivoluzione socialista significa iniziare a fare dei passi qui ed ora, costruire 10, 100, 1000 iniziative dal basso capaci di alimentare il protagonismo degli studenti e del resto delle masse popolari: questi, iniziativa dopo iniziativa devono puntare a prendere in mano il proprio futuro e iniziare a dettare i modi e i criteri con cui risolvere questo o quel problema, insomma delle organizzazioni che agiscano da vere e proprie Nuove Autorità Pubbliche. Per fare ciò, bisogna alimentare il coordinamento e collaborazione tra gli organismi studenteschi e quelli ambientali approfittando della breccia apertasi nel sistema politico del nostro paese con le elezioni politiche dello scorso 4 marzo

Tante sono le iniziative che giorno dopo giorno comitati, associazioni e altre organizzazioni operaie e popolari portano avanti sui loro territori, iniziative che sono degli esempi a cui i giovani, i lavoratori e il resto delle masse popolari che hanno a cuore la tutela dell’ambiente e la salvaguardia dei territori devono ispirarsi:

– scioperi alla rovescia e tutte quelle pratiche di riqualificazione diretta e dal basso di bonifica, manutenzione e cura dei quartieri e del verde pubblico. È l’esempio di quanto fatto dai disoccupati di Scampia del Cantiere 167, dai giovani del GTA di Gratosoglio, dai giovani del collettivo FFF di Pomigliano;

– banchetti di controllo popolare del territorio quali momenti di organizzazione e mobilitazione continuative degli abitanti dei quartieri con l’obiettivo di stendere e attuare piani alternativi per la riqualificazione dei territori dal basso. È l’esempio dei Comitato San Gennaro del quartiere Sanità di Napoli rispetto alla riapertura dell’opedale del quartiere, del Comitato di Salute e Ambiente di Quarto rispetto alle misure che servono sul tema della Sanità Pubblica.

– manifestazioni, presidi e azioni di lotta in cui chiedere conto alle Amministrazioni locali e al Governo centrale, l’attuazione delle promesse in materia di tutela ambientale e bonifica dei territori (De Magistris a Napoli, M5S al governo del paese). È l’esempio del Camping CIG di Piombino che si è mobilitato per l’attuazione del piano alternativo steso dai lavoratori per la gestione delle bonifiche e l’attuazione di una politica per un lavoro utile e dignitoso per le masse popolari.

 Per salvare il pianeta bisogna abbattere il capitalismo per costruire il socialismo!

10, 100, 1000 iniziative di base per imporre dal basso la salvaguardia dei nostri territori!

 

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