[Italia] 10,100,1000 sindaci come Mimmo Lucano: disobbedire alle leggi ingiuste è un atto di responsabilità civile!

Nella mattina del 2 ottobre la Guardia di Finanza, nell’ambito dell’operazione Xenia, ha arrestato Mimmo Lucano, sindaco di Riace noto in tutto il paese per il modello di accoglienza e integrazione sperimentato nella città che amministra da anni. La notizia sta suscitando un grosso clamore. Tra i reati contestati al sindaco, oltre al favoreggiamento dell’immigrazione clandestina, c’è anche quello di “fraudolento affidamento diretto del servizio di raccolta dei rifiuti”. La Procura di Locri, in sostanza, ritiene il sindaco Mimmo Lucano troppo “spregiudicato” nello svolgimento delle sue funzioni.

Per meglio comprendere di cosa si sta parlando e non inseguire il tamtam mediatico degli ultimi giorni è utile riassumere in cosa consista il “modello Riace”. Nel 1998 una barca di profughi curdi ha raggiunto le coste del paesino calabrese. Da quel momento, dopo che decenni di emigrazione lo avevano spopolato, il paese ha ritrovato una sua vitalità e ricostruito una comunità. Ciò è stato favorito dalle politiche assunte dall’amministrazione comunale: il censimento, il recupero e l’affidamento agli immigrati di case che si trovavano in uno stato di abbandono; la costruzione di esperienze di formazione per il lavoro per gli immigrati; ha rilasciato carte d’identità a quei cittadini immigrati che a causa delle lungaggini burocratiche rischiavano l’espulsione; ha creato una moneta locale, sotto forma di buoni emessi dal Comune, per ovviare ai ritardi dell’erogazione dei fondi statali ed europei per l’accoglienza consentendo, d’accordo con alcuni esercizi commerciali, agli immigrati di acquistare beni alimentari. È nella realizzazione di queste misure che il sindaco, secondo la Procura di Locri, ha espresso una eccessiva spregiudicatezza.

L’esperienza di Riace insegna che un sindaco, in quanto primo cittadino che svolge il suo mandato nel rispetto dei principi Costituzionali, può scegliere da che parte stare e come superare il bivio in cui si trovano tutti gli amministratori locali nella gestione del proprio territorio e delle principali problematiche che il governo centrale scarica nelle loro mani: amministrare al servizio di chi?

Dimostra, nel piccolo della sua esperienza, che un sindaco può e deve assumersi la responsabilità di trovare soluzioni alternative a quelle che consente la legalità borghese, che è fatta per servire padroni e speculatori di ogni sorta, ad uso e consumo della stessa classe dominante criminale che è responsabile del progressivo peggioramento delle condizioni di vita delle masse popolari del nostro paese.

Dimostra che legalità e giustizia non sono idee astratte, esse hanno senso a seconda di quale sia la classe che le esercita. La democrazia borghese (quella in cui viviamo oggi) è la copertura politica con cui i capitalisti regolano i propri affari e amministrano la loro società. Per questo nella società borghese la legalità sarà sempre più giusta per i capitalisti e andrà contro gli interessi delle classi oppresse. Le classi oppresse per avere giustizia devono costruire una nuova società, il socialismo[1]; fino a quel momento quando saranno intenzionate a prendersi giustizia si troveranno sempre più a dover violare la legalità borghese o a lottare perché venga applicata contro gli interessi della borghesia e dei capitalisti.

È falsa la frase “la legge è uguale per tutti” così com’è ipocrita il richiamo alla “legalità” senza considerare criteri di classe, perché svilisce e mortifica anche la giusta tensione che le masse popolari esprimono a costringere le istituzioni della borghesia ad attuare le leggi che essa stessa ha prodotto ma che applica solo contro le masse popolari.

Quanto accaduto a Lucano mostra, inoltre, come l’iniziativa singola di un sindaco possa arrivare solo fino a un certo punto. L’elemento decisivo per cambiare le cose è il protagonismo delle masse popolari del nostro paese, la loro organizzazione in comitati, organismi e organizzazioni operaie e popolari che costruiscano sui territori (a partire dai luoghi di lavoro) una rete di nuova governabilità, imparando a imporre dal basso e con la lotta le misure necessarie a fare fronte agli effetti più gravi della crisi generale del sistema capitalista in cui siamo immersi. La crescita di queste Nuove Autorità Pubbliche sarà la base per arrivare a imporre un governo di emergenza delle masse popolari, un Governo di Blocco Popolare[2].

In questo percorso tutti gli esponenti delle istituzioni (Lucano ne è un esempio), del mondo sindacale, politico, intellettuale, accademico e culturale del nostro paese che si pongono in rottura con i governi delle Larghe Intese e con i gruppi imperialisti che occupano l’Italia strozzando le masse popolari, hanno un ruolo decisivo nel sostenere, fomentare e affiancare la mobilitazione, l’organizzazione e il coordinamento delle masse popolari.

Ogni piaga sociale ha nelle classi dominanti la sua fonte e ogni altra strada che non metta al centro il protagonismo delle masse popolari per affrontarla (affidandosi quindi alla legge o a questo o quel partito di governo) protegge le classi dominanti (nasconde i veri responsabili dell’attuale disastrosa situazione), aumenta l’oppressione che le classi dominanti fanno gravare sulle masse popolari, si contrappone alle masse popolari e favorisce l’influenza delle classi dominanti che usano le classi oppresse per proteggere se stesse.

A seguito dell’arresto, tanta è la solidarietà che si sta sviluppando in tutto il paese: attivisti ed esponenti istituzionali come De Magistris, Don Ciotti, Zingaretti o giornalisti di varie testate si dichiarano a fianco del sindaco e a difesa del “modello Riace”.

La solidarietà verso Lucano è sacrosanta e giusta ma deve trasformarsi in atti concreti. I sindaci di tutta Italia che solidarizzano con Lucano facciano quello che ha fatto il sindaco di Riace nelle loro città, violino ogni legge costituita che va contro gli interessi delle masse popolari!

Tutti gli uomini e le donne che ricoprono un ruolo pubblico e istituzionale che esprimono la propria indignazione per quanto accaduto al sindaco di Riace, siano conseguenti a questa solidarietà, si vadano a costituire tutti al Ministero di Giustizia: siamo tutti spregiudicati!

In queste ore è stata pubblicata la posizione ufficiale del Movimento 5 Stelle in cui si conferma lo stop ai fondi per Riace[3]. L’intenzione di rompere il sistema di speculazione sulla pelle dei migranti è un proposito giusto e che va sostenuto ma è ridicolo l’accanimento contro realtà piccole e di rottura con l’ordine costituito come Riace, cui tra l’altro i 5 stelle stessi riconoscono il fatto di non aver agito illegalmente per delinquere ma per sentimento di umanità. Il governo del cambiamento cominci col ritirare tutte le erogazioni di fondi e affidamento di bandi alle cooperative legate al Vaticano facendo valere il principio che si paghino da sole il loro assistenzialismo!

Questo devono spingere a fare tutti gli attivisti del Movimento 5 Stelle e della Lega se vogliono che questo governo sia davvero un governo del cambiamento e non un governo forte coi deboli e debole coi forti.

Disobbedire alle leggi ingiuste è un atto di responsabilità civile, per questo sosteniamo il sindaco Mimmo Lucano. Solidarietà a Mimmo Lucano. Il 6 ottobre tutti a Riace!

[1] http://www.nuovopci.it/scritti/mpnpci/01_07_primi_paesi_socialisti.html#1.7.1._In_cosa_consiste

[2] http://www.carc.it/2016/06/28/cosa-e-il-governo-di-blocco-popolare/

[3] https://www.ilblogdellestelle.it/2018/10/riace_non_era_un_modello_e_finita_lera_del_business_dellimmigrazione.html

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