Processo a Stefania e alla legge 194
Se toccano Stefania, toccano tutte: la solidarietà è un arma, USIAMOLA!
Il 22 Dicembre alle ore 14, nell’aula A del Tribunale di Milano si terrà l’ultima udienza del processo contro Stefania Favoino, a seguito dei fatti risalenti a maggio 2013 durante un presidio davanti alla Clinica Mangiagalli di antiabortisti: Vittorio Cristinelli, esponente dell’associazione Ora et labora aggredì con un pugno al volto Stefania che tentò di spostare un cartellone raffigurante feti morti e che definiva “strage di stato” la legge 194 (la legge che garantisce alle donne assistenza sanitaria in caso di interruzione volontaria di gravidanza, legge che il 22 maggio del 2018 compirà 40 anni).
Nelle precedenti udienze sono stati ascoltati gli agenti della Digos presenti al presidio e alcuni testimoni dei comitati antiabortisti, che, oltre a riportare versioni contraddittorie tra loro sulla vicenda, hanno fatto bene emergere il loro odio verso le donne “peccatrici” e “facinorose”, che scelgono di interrompere la gravidanza o che osano alzare la testa in difesa dei loro diritti, la collaborazione tra il PM Polerà e gli antiabortisti che in accordo stanno tentando di far passare la linea che siccome Stefania ha “arrecato molestie” al loro presidio ed essendo Stefania una donna e comunista, attiva nelle lotte in difesa dei diritti e per la costruzione di una società nuova, deve essere condannata.
Il PM Polerà ha infatti chiesto la condanna per Stefania (pure se con le attenuanti generiche) e la piena assoluzione per Cristinelli.
Dall’avvio del processo abbiamo promosso una mobilitazione in solidarietà a Stefania: sono stati fatti centinaia di banchetti e iniziative di raccolta fondi in diverse regioni del nostro paese, raccolte prese di posizione in difesa di Stefania e della legge 194, organizzato la presenza di solidali fuori e dentro l’aula di tribunale durante le udienze del processo.
Dove si promuove organizzazione e si sviluppa la solidarietà si ottengono vittorie: per ora grazie alla mobilitazione e alla solidarietà abbiamo; 1) fatto abbassare la testa al PM Polerà che dall’aggiungere capi di imputazione uno sull’altro e accanirsi contro Stefania è passato alla richiesta del minimo della pena; 2) dai fatti del 2013 non è più permesso ai comitati antiabortisti e dei loro amici nazifascisti di Lealtà Azione e Forza Nuova di presidiare l’ospedale Mangiagalli.
Per questo chiediamo a tutte le associazioni e i movimenti delle donne delle masse popolari, le organizzazioni politiche, operaie e popolari, gli antifascisti e i sinceri democratici, tutte e tutti coloro che hanno a cuore la difesa e l’applicazione delle parti progressiste della Costituzione di:
– schierarsi e prendere posizione pubblicamente in solidarietà a Stefania sostenendo la campagna in corso: firmando l’appello Difendere i diritti delle donne e applicare la Costituzione, aderendo alla mail e fax bombing al Giudice Paola Bulgarelli (qua sotto trovate il prestampato che potete inviare);
– partecipare il 22 dicembre, giorno in cui probabilmente verrà pronunciata la sentenza, al presidio davanti al tribunale di Milano h. 13.30;
– facendo una sottoscrizione economica: CCB intestato a Gemmi Renzo – IBAN: IT79 M030 6909 5511 0000 0003 018 (specificando come causale: solidarietà a Stefania) o tramite il seguente link (https://tinyurl.com/ycfa9tuu).
La sentenza che il giudice Bulgarelli emetterà non si esprimerà solo su questo processo ma, volente o nolente, rientrerà nella lotta di classe in corso nel nostro paese e nel mondo, in cui da una parte ci sono milioni di uomini e donne che lottano per la difesa e la tutele dei diritti e per un futuro migliore e dall’altra parte c’è chi smantella quegli stessi diritti, promuove la guerra fra poveri e la guerra fra stati facendo leva anche sui gruppi integralisti cattolici come Ora et labora, Militia Cristi e dei Giuristi per la vita, e dell’estrema destra nazifascista come Lealtà Azione, Casapound, Forza Nuova o il Popolo della famiglia che auspicano una nuova “santa inquisizione” e alimentano odio e violenza in nome di una presunta “vita” e “Dio, Patria e famiglia”.
Condanna o assoluzione, questa mobilitazione continuerà perché questo è un processo a tutte le donne che alzano la testa e lottano per i propri diritti; perché Stefania non è “una vittima”, ma una lavoratrice e comunista che guarda a testa alta al mondo che le donne e gli uomini della classe operaia e delle masse popolari possono costruire e che si meritano, il socialismo.
Vi aspettiamo il 22 dicembre h. 13.30, fuori dal Tribunale di Milano (Largo M. Biagi): organizziamo la solidarietà a Stefania e a chi difende al legge 194!
Sosteniamo Stefania e i diritti delle donne: fuori obiettori, Vaticano e fascisti dagli ospedali!
****
Sostieni Stefania inviando una mail o un fax bombing al giudice Paola Bulgarelli
IO STO CON STEFANIA E CON CHI DIFENDE LA LEGGE 194
All’attenzione del Giudice Paola Bulgarelli
Tribunale di Milano
tribunale.milano@giustizia.it – sez2.penale.ca.milano@giustizia.it
fax: 02.55017631
Il/La sottoscritto/a …………………………………………… a conoscenza del processo giudiziario contro Stefania Favoino dichiaro la mia totale solidarietà.
Una condanna ai danni di Stefania equivale a criminalizzare la mobilitazione e il dissenso verso un sistema ingiusto, a mettere in gioco la stabilità delle istituzioni e dell’intero paese, a giustificare quella che oggi è ormai una piaga sociale, la violenza contro le donne.
Sentenze che riducono la portata degli avvenimenti alla violazione di singole norme minori senza tener conto del contesto più ampio e maggiore che giustifica e legittima quelle violazioni prestano il fianco, volenti o nolenti, a quanti auspicano un deriva reazionaria nel nostro paese.
Applicare la Costituzione non è reato!
NO alla criminalizzazione del dissenso!
SI all’applicazione della legge 194!
Data Firma
………………. …………………..
***
Firma l’appello in solidarietà a Stefania
Difendere i diritti delle donne e applicare la Costituzione
Sosteniamo Stefania e i diritti delle donne – Fuori obiettori, Vaticano e fascisti dagli ospedali
Il 4 maggio 2013, si svolgeva davanti alla clinica Mangiagalli di Milano una veglia di preghiera contro la quale si sono schierate donne organizzate in un contro-presidio per rivendicare e difendere la legalità dell’aborto, per un accesso all’interruzione volontaria di gravidanza che sia libero anche da giudizi morali e da tentativi di colpevolizzare la libera scelta di una donna sul suo corpo. In questa occasione Stefania, nel tentativo di rimuovere cartelli che insultavano la libera scelta delle donne e contro la legge 194 affissi all’ingresso dell’ospedale, veniva aggredita con pugno al volto da un esponente dei comitati antiabortisti. A quel fatto sono seguite due denunce: quella di Stefania (per aggressione) e quella del suo aggressore (per diffamazione) e l’apertura delle indagini.
Non lasciamo sola Stefania! Gli ospedali e le strutture sanitarie sono infestate da “medici obiettori” che di fatto impediscono il diritto all’aborto, sono piene di “gruppi di preghiera”, di pressione e di coercizione che ne fanno terreno di prevaricazione e umiliazione delle donne, sono sempre più terreno per la propaganda medioevale dei gruppi oltranzisti cattolici e dei gruppi fascisti come Forza Nuova. Il processo a Stefania è il processo a tutte le donne che osano ribellarsi al sistema patriarcale e oppressivo, in cui vale di più il concetto astratto della “vita” rispetto alle condizioni materiali e concrete di chi vive; a una società in cui morire sul posto di lavoro, morire di parto, morire di stenti e povertà è considerato “normale” (o “una tragica fatalità”) e invece l’eutanasia è considerata un tabù e l’aborto un crimine; a una società in cui “le donne sono l’angelo del focolare”, ma vengono usualmente trattate come (e in certi casi peggio) delle bestie da soma o da riproduzione.
Il grado di civiltà di una società si misura anche dalla condizione sociale delle donne. Per questo lanciamo la campagna per sostenere tutte quelle donne i cui diritti vengono negati ogni giorno: il diritto ad una maternità consapevole e sicura, a una sanità pubblica e gratuita, a un lavoro utile, dignitoso ed equamente remunerato, ad avere accesso a strutture come i centri antiviolenza.
Sostenere questa campagna significa mobilitarsi per contrastare nei mille ambiti in cui è radicata l’influenza e “la legge” del Vaticano, per promuovere il protagonismo delle donne che non delegano più, ma iniziano ad applicare direttamente e da subito le parti progressiste della Costituzione.
Firmano l’appello:
Amarilis Gutierrez Graffe – console della Repubblica Bolivariana del Venezuela a Napoli – Napoli
Lidia Menapace – partigiana – Bolzano
Adelmo Cervi – pensionato – Reggio Emilia
Miriam Pellegrini – partigiana – Roma
Aldo Milani – Si Cobas
Mimmo Mignano – Coordinamento FCA Pomigliano
Massimo Gatti – già consigliere provinciale – consulente aziendale – Zelo Buon Persico (LO)
Monica Chittò – già sindaco di Sesto San Giovanni (MI)
Carlo Borghetti – consigliere regionale PD – Rho (MI)
Ivano Spano – Democrazia locale – docente universitario – Padova
Arnalda Canali – regista – Milano
Cristian Remotti – dipendente Serravalle outlet – Novi Ligure (AL)
Samantha Gioachin – dipendente Serravalle outlet – Novi Ligure (AL)
Alessandro Casella – MMT Italia – impiegato – Torino
Silvio Marsaglia – regista/montatore – Torino
Luci Caselli – pubblico impiego – Torino
Bruno Achille Belvaste – disoccupato – Torino
Elio Acquavia – docente – Torino
Dario Molino – insegnante – Torino
Marta Cerutti – formatrice – Novara
Gaspare Jean – ANPI – medico – Milano
Dafne Anastasi – USB – avvocato – Milano
Felicia Cardilli – Milano
Gagliano Pinuccia – educatrice – Milano
Papadia Cinzia – educatrice – Milano
Raineri Donata – animatrice – Milano
Giovanni Argino – Milano
Paolo Muzzana – Milano
Bianca Branca – Milano
Printhila Razi Afrin – studentessa – Milano
Princiotto Sofia – assistente sociale – Milano
Borgonovi Eleonora – assistente sociale – Milano
Stagni Chiara – insegnante – Milano
Comite Rebecca – studentessa – Milano
Mauro Spartaco – lega trotzkista – impiegato – Milano
Iohn Gabriela Ariola – studente – Milano
Alice – studente – Milano
Elena – impiegata – Milano
Capurri Cristina – impiegata – Milano
Masi Santino – pensionato – Milano
Luisa Franco – impiegata – Milano
Federico Tani – Milano
Rocchetti Chiara – guida turistica – Milano
Breviario Barbara – SGB – impiegata – Milano
Crespi Maria – pensionata – Milano
Russo Rosaria – impiegata – Milano
Chiara Rigamonti- disoccupata- Milano
Bottos Liviana – docente – Milano
Maria Onofrio – impiegata – Milano
Susanna Bellarosa- impiegata – Milano
Emanuela Leva-educatrice – Milano
Silvia Radicioni – ricerca – Milano
Stefania Cristaldi – insegnante – Milano
Roberto Cova – Milano
Da Damos Siro – pensionato – Milano
Alessandro Pascale – insegnante – Milano
Silvia Bellini – consulente – Milano
Costa Francesco – trasportatore – Milano
Spartaco Codevilla – Milano
Perrotta Gabriella – insegnante – Milano
Vincenzo Cimmino- insegnante- Milano
Pasetti Luciano – operaio – Milano
Antonia Aseni – pensionata – Milano
Annamaria Teruzzi – grafica – Milano
Barbara Netta – insegnante – Milano
Nuria Ubia Diaz – insegnante – Milano
Rongione Alessio – tecnico teatrale- Milano
Chiara Rossi – educatrice – Milano
Blanca Trina Nicolas – Milano
Mirko Pusceddu – Teatro Libero Liberi Teatri – Milano
Caterina Giametti – ricerca – Milano
Ersilia Monti- bibliotecaria- Milano
Emma Ficara – dipendente pubblica – Milano
Fiorella Turci – insegnante- Milano
Luperti Lucia – custode- Milano
Anita Cappello – ATS Milano – medico -Milano
Michela Giuffreda – impiegata – Milano
Raffaella Cadario – pensionato – Milano
Sara Blancardi – CSOA Baraonda – impiegata – Milano
Antonno Sorbello – CSOA Baraonda – impiegato- Milano
Chiara Corio – LUD Libera Ass. delle Donne – giornalista – Milano
Jessica Vaccari- studentessa- Milano
Silvia Visigalli- studentessa- Milano
Gaia Alboreto- studentessa – Milano
Domenica Fiore – pensionata- Milano
Roberto La Pira – pensionato- Milano
Laura Di Dario – impiegata – Milano
Paola Varani – pensionata – Milano
Carla Moroni – pensionata – Milano
Erika Russo – commessa – Milano
Maria Luisa Guerrera – ricercatrice – Milano
Elena Lissoni – studentessa – Milano
Gaspare Jean – ANPI – medico – Milano
Roberta Palvarini – operatrice sociale – Milano
Giuseppe Palva – avvocato – Milano
Vittoria Congoni – LUD – Milano
Andrea Monti – Associazione Gramsci Berlinguer – disoccupato – Milano
Liliana Luongo – Ass. Il Gabbiano – pensionata – Milano