Venerdì 10 marzo il futuro della Rational di Massa e dei suoi 24 operai sembrava ormai segnato. La banca era intenzionata a procedere con l’istanza di fallimento e le lettere di licenziamento erano già pronte. Poi è successo che gli operai, dopo lo sconforto iniziale, hanno deciso di non rassegnarsi e hanno capito che lottare per tenere aperta la fabbrica era l’unica possibilità per loro. Hanno cominciato a ragionare e ad elaborare una linea di lotta. Così è iniziato il presidio permanente: sono arrivati i primi comunicati di solidarietà da parte di lavoratori di altre aziende (SANAC, GE-Pignone, Bario), dai comitati popolari del territorio e da forze politiche cittadine. Gli operai hanno cominciato a credere nella possibilità di poter riaprire l’azienda e nella mattinata del 21 l’hanno riaperta davvero! È chiaro che il misero debito di 300.000€ che la Rational ha con Banca Intesa non può essere la reale causa dell’istanza di fallimento: è sempre più evidente che sotto c’è la solita manovra speculativa sulla pelle degli operai.
Il coraggio degli operai Rational sta dimostrando che è possibile rovesciare le situazioni che sembrano perse in partenza e segna la strada per la lotta anche nelle altre aziende in crisi a partire dalla SANAC!
I passaggi fondamentali di questa lotta sono stati finora:
rimanere in fabbrica e creare un presidio permanente
fare collettivamente l’analisi della situazione ed elaborare una linea di lotta
non limitarsi ai tavoli istituzionali ma tenere in mano l’iniziativa spingendo il sindacato e le istituzioni a fare il proprio lavoro
aprirsi all’esterno, cercare la solidarietà dagli operai di altre aziende, dai comitati popolari, dalle forze politiche e, di fatto costituire un fronte contro la chiusura dell’azienda: mettere tutti contro la banca.
Ma ora gli operai devono continuare con determinazione l’occupazione della fabbrica e il riavvio della produzione perché questa è la cosa che i capitalisti temono di più. Del resto i capitalisti in questa occasione non hanno altra scelta che fermare la sporca operazione speculativa, praticamente fallita in partenza: era troppo debole il pretesto di un debito aziendale di soli 300.000€! Ora, per andare a fondo in questa direzione è necessario spingere le istituzioni, a partire dal sindaco, a farsi garante della ripresa del lavoro alla Rational e dare copertura per l’immediato scavalcamento del blocco commerciale imposto da Banca Intesa. In poche parole il lavoro deve ripartire al 100% senza perdere nemmeno una commessa. Tutti devono fare la propria parte in questa battaglia: dai sindacati alle istituzioni.
Gli operai Rational hanno aperto una strada che è quella dell’applicazione pratica, dal basso dei principi progressisti contenuti nella Costituzione, difesa lo scorso 4 dicembre, senza aspettare l’avallo dal teatrino della politica borghese: questa strada va applicata, caso per caso, in ogni altra azienda che i padroni vogliono chiudere o ridimensionare calpestando il diritto al lavoro e va applicata in ogni altro settore della vita sociale (sanità, casa, istruzione, servizi, ecc.).
Avanti fino alla vittoria
La vittoria della Rational apre la strada alla riscossa della città (su FB: “lavoratori Rational”)
Non è vero che non c’è lavoro da fare perché ci sono le macchine e c’è la crisi: c’è lavoro per tutti, ma la sua distribuzione è limitata dal potere del capitalista, sia imprenditore che finanziere che sono dei malati di profitto. La cura è che gli operai nelle *]aziende e le masse popolari nei territori si organizzino sempre più per prendere in mano le aziende e di parti crescenti dell’attività sociale fino alla direzione del paese, costruendo un governo di emergenza che abbia come primo punto del programma la parola d’ordine UN LAVORO UTILE E DIGNITOSO PER TUTTI. Questo governo aprirà la strada alla trasformazione socialista del paese.