Freedom Road Socialist Organization, organismo politico marxista-leninista operante negli USA dagli anni Ottanta dello scorso secolo. nel suo sito recensisce People’s China at 75: The Flag Stays Red (La Cina popolare a 75 anni: la bandiera rimane rossa, in https://fightbacknews.org/articles/book-review-peoples-china-at-75-the-flag-stays-red). Pubblichiamo la recensione, che dà una panoramica delle posizioni di comunisti negli USA sulla Repubblica Popolare Cinese. Tra gli autori dei testi nel libro è citato Cheng Enfu, teorico di primo piano in Cina a cui la rivista italiana Marx21 dedica molta attenzione (vedi https://www.marx21.it/cultura/apriamo-una-discussione-approfondita-sul-libro-di-cheng-enfu-dialettica-delleconomia-cinese-per-gli-importanti-contributi-teorici-e-pratici-sulla-transizione/ e https://www.marx21.it/internazionale/la-cina-forza-motrice-principale-del-socialismo-mondiale/).
Recensione del libro La Cina popolare a 75 anni: la bandiera rimane rossa.
In occasione del 75° anniversario della fondazione della Repubblica Popolare Cinese, Praxis Press, insieme a Friends of Socialist China (Amici della Cina Socialista), ha pubblicato un nuovo eccellente libro, La Cina popolare a 75 anni: la bandiera rimane rossa. Il libro, curato da Keith Bennett e Carlos Martinez, raccoglie articoli di esperti cinesi di tutto il mondo che spiegano e difendono il socialismo cinese. Chiunque voglia capire il socialismo in Cina, dal 1949 a oggi, dovrebbe leggere questo libro.
Gli articoli del libro coprono una serie di argomenti importanti. Non possiamo trattarli tutti in questa sede, ma possiamo soffermarci su alcuni punti salienti. Ad esempio, l’articolo di Jenny Clegg “La transizione della Cina al socialismo: 1949-*1956” spiega il periodo in cui la Cina ha gettato le basi del socialismo.
*Il 1956 è stato l’anno culmine del primo Piano Quinquennale 1953-1957, un periodo in cui la Repubblica Popolare Cineseha ottenuto successi straordinari nello sviluppo del sistema economico di base fondato essenzialmente sulla costruzione di centinaia di stabilimenti industriali in larga parte del paese, quindi sull’industrializzazione delle campagne e sui progressi dell’industria pesante, ecc.
L’autrice parla della ricostruzione della Cina nel dopoguerra, la Nuova Democrazia, e di come questa abbia garantito che la Cina progredisse lungo la strada del socialismo. L’articolo esamina gli elementi pratici ed economici di questa transizione, come lo sviluppo delle cooperative di produttori agricoli, insieme ai dibattiti politici e ideologici del periodo. Come scrive Clegg nella sua conclusione: “Un’attenta gestione delle relazioni di classe ha permesso alle lotte popolari contro il capitalismo di svolgersi in fasi sequenziali un passo dopo l’altro in concatenazione, con operai e contadini che discutevano e si istruivano mentre si impegnavano nell’attuazione delle politiche [adottate dal Partito Comunista Cinese, nota del traduttore]. I quadri di base, imparando sul campo, hanno costruito un ampio sostegno [attorno a queste politiche] mentre le dinamiche della lotta di classe mettevano a nudo le contraddizioni insite in ogni fase”.
Studiosi cinesi che hanno ruolo guida quali Cheng Enfu e Chen Jian, nell’articolo “L’importanza della realizzazione del secondo obiettivo centenario della Cina entro il 2049”, spiegano e analizzano l’obiettivo del Partito Comunista Cinese di “fare della Cina un paese socialista moderno, prospero, forte, democratico, culturalmente avanzato, armonioso e bello entro il centenario della Repubblica Popolare Cinese”.
Il libro include anche un breve articolo di Roland Boer intitolato “La democrazia socialista della Cina” che tratta del principio secondo cui “la democrazia socialista rafforza la direzione del Partito Comunista e la direzione del Partito Comunista rafforza la democrazia socialista”. Boer spiega una relazione dialettica alla base del sistema socialista. “In altre parole, la direzione del Partito Comunista assicura che il popolo sia padrone del paese, e il solido esercizio della democrazia socialista assicura che il Partito Comunista continui a svolgere il suo ruolo di direzione legittima”.
J. Sykes, autore di The Revolutionary Science of Marxism-Leninism (Il marxismo-leninismo come scienza rivoluzionaria), contribuisce al libro con l’articolo “Mao, la Cina e lo sviluppo del marxismo-leninismo”. In questo articolo Sykes spiega i contributi di Mao alla teoria marxista. Egli analizza i contributi di Mao rispetto al materialismo dialettico e storico, alla strategia rivoluzionaria, ai problemi della costruzione socialista e alla difesa del marxismo-leninismo dal revisionismo moderno. Mentre spiega concisamente i contributi di Mao in ciascuna di queste aree, Sykes sottolinea che “i contributi di Mao alla teoria rivoluzionaria non sono limitati al contesto cinese”, ma sono universali. “La dialettica teoria-pratica va infatti in entrambe le direzioni. Applicando il marxismo-leninismo alle condizioni concrete della Cina, il marxismo-leninismo stesso è stato ulteriormente sviluppato e arricchito”.
Nell’articolo “Building socialism, building the ecological civilization” (“Costruire il socialismo, costruire la civiltà ecologica”), Efe Can Gürcan spiega come la Cina è all’avanguardia nella sostenibilità ambientale. L’articolo mette bene in evidenza come la Cina stia lavorando per sviluppare tecnologie verdi in un mondo sempre più messo a rischio dai pericoli del cambiamento climatico.
La raccolta si conclude con un eccellente articolo di Carlos Martinez: “Come la Cina è sopravvissuta alla fine della storia”. Martinez esamina come la Cina è sopravvissuta all’ondata di controrivoluzione che ha travolto il mondo socialista tra il 1989 e il 1991, per continuare a percorrere la strada del socialismo quando molti altri paesi non l’hanno fatto.
Chiunque sia interessato al socialismo dovrebbe studiare l’esperienza della Cina, e La Cina popolare a 75 anni: la bandiera rimane rossa si distingue come una straordinaria raccolta di importanti scritti sulle conquiste, le lotte e i contributi della Cina al movimento rivoluzionario mondiale.