Sciopero nelle ferrovie. La mobilitazione prosegue

Quello indetto dalle h. 3:00 dell’8 fino alle h. 2:00 del 9 settembre è stato il settimo sciopero nazionale dei ferrovieri dall’inizio del 2024.

In realtà, questo sciopero è partito già il 7 settembre, data in cui si sono fermati i lavoratori delle manutenzioni, che hanno promosso anche dei presidi sotto il Ministero del Lavoro e sotto la sede Rai di Roma. Nei due giorni seguenti è stato il turno del personale viaggiante (macchinisti, capitreno, ecc.). La fermata ha riguardato tutte le aziende del Gruppo Ferrovie dello Stato Italiane (Fsi), che raccoglie lo spezzatino, nato dallo smembramento di quelle che furono le vecchie Ferrovie dello Stato date in pasto al mercato e alla speculazione: Trenitalia, Rfi, Trenord, Mercitalia, Serfer e altre.

Le cronache del giorno, come sempre, si sono concentrate sui disagi per gli utenti, aggravate dal concomitante sciopero nazionale del trasporto pubblico locale indetto da Cgil, Cisl, Uil, Cisal e Ugl per il rinnovo contrattuale degli autoferrotranvieri. Le motivazioni dello sciopero ribadiscono, invece, la volontà di migliorare la qualità del lavoro e, conseguentemente, quella del servizio offerto ai viaggiatori.

Le mobilitazioni, che si protraggono da mesi, sono state indette da Usb e vertono su tre rivendicazioni legate fra loro.

L’organizzazione dei turni di lavoro e la fruizione di adeguati riposi e dei permessi per chi ha diritto alla Legge 104. Il sindacato denuncia che sono forti le criticità su questo fronte, con turni che non rispettano i tempi di riposo previsti dal contratto o il diritto a utilizzare i permessi della L.104 per l’assistenza a parenti disabili. I disagi sono tali che si denunciano casi limite di turni di lavoro che arrivano a toccare le 53 ore settimanali!

Il mancato rinnovo di Rsu e Rls. Dal 2018 quelle in carica sarebbero dovute decadere, ma l’azienda impedisce il rinnovo delle rappresentanze. Questo porta a una situazione paradossale, dove i lavoratori si trovano rappresentati da soggetti in cui non si riconoscono più.

La scarsa sicurezza e la forte criticità nella gestione dei turni e dei riposi è determinata da accordi locali, firmati dalle Rsu formalmente decadute. Usb sta affiancando alla lotta dei lavoratori anche un ricorso presentato al Tribunale di Roma sulla legittimità degli accordi peggiorativi firmati da chi non rappresenta più nessuno da anni.

La sicurezza sul posto di lavoro. La conseguenza di questa situazione è il peggioramento della situazione in termini di sicurezza sul posto di lavoro: la strage di Brandizzo sta lì a dimostrarcelo. Il mancato rinnovo degli Rls così come la stanchezza dovuta a turnazioni sfiancanti incidono sulla sicurezza e non ci vuole molto a comprendere che la sicurezza è questione che investe, oltre i lavoratori, anche chi sui treni ci viaggia per spostarsi da una parte all’altra del paese.

Usb parla di una giornata di lotta riuscita, che si è mantenuta su alti livelli nonostante fosse la settima mobilitazione da inizio anno.

Rispondi

Iscriviti alla newsletter

Abilita JavaScript nel browser per completare questo modulo.

I più letti

Articoli simili
Correlati

Questioni di lotta di classe

Poco prima dello svolgimento del corteo del 30 novembre...

Sulla situazione in Corea del Sud

La legge marziale d'emergenza di Yoon è una manovra...

Trasformare la guerra tra poveri in ribellione contro il sistema

Che ogni quartiere popolare sia avamposto della lotta al governo Meloni

Manuale di Storia contemporanea

La conoscenza della storia è uno strumento della lotta...